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c'era per noioltre la lavagna

19/09/2015

Le "10 Tesi" tra passato e futuro - Il Giscel a Convegno

di Clara Manca

Riflessioni e piste di lavoro per la scuola italiana

Apprendimento qualitativo, autonomia e nuova manualità, diritto al piacere della lettura e della scrittura,  per gli studenti.
Studio e cultura, disponibilità, flessibilità e capacità di ascolto per gli insegnanti.
Trasversalità dei linguaggi, interdisciplinarità, pedagogia integrata,  per tutta la classe docente. Riflessione grammaticale metacognitiva, multiculturalismo e linguistica plurilingue per l’ambito più strettamente linguistico
.

Questi alcuni dei concetti-chiave che  hanno costituito  la sottile trama dei discorsi che si sono intrecciati  nella Giornata di Studio svoltasi all’ Università “La Sapienza” di Roma, mercoledì 9 settembre, e dedicata ai “Quarant’anni delle Dieci Tesi”, documento  redatto dal “Gruppo di Intervento e di Studio nel Campo dell’Educazione Lingustica” (GISCEL).

In poche parole, una lotta a 360° alla dispersione e alle differenze!

Linguisti, pedagogisti, docenti di vari ordine e grado  e rappresentanti di tante associazioni  si sono confrontati per capire la natura dei principi costituenti le "Dieci Tesi", la loro ricaduta nella prassi didattica dopo tanti anni e la loro attualità in una società complessa, globalizzata, eterogenea come l’attuale. Tutti gli intervenuti si sono trovati d’accordo su di un fatto: le "10 Tesi", nate in anni in cui  vi era una forte “mortalità scolastica”  ed era alto il divario tra pratiche scolastiche e acquisizioni della linguistica teorica, sono ancora attuali.

Lorenzo Renzi  e Tullio De Mauro ne hanno ripercorso i principi linguistici fondanti, ormai acquisiti dalle più recenti teorie  linguistico- educative: l’attenzione a tutti gli aspetti del linguaggio e alle molteplici varietà della lingua in situazione, il superamento della centralità della lingua scritta a favore dell’oralità, l’attenzione posta alle differenti situazioni linguistiche e sociali di partenza degli alunni, la  necessità di una riflessione grammaticale esplicita ma “costruttiva” e non “impositiva” con un unico modello, ecc.
Maria Luisa Altieri Biagi nella sua fine analisi lessicale del documento,  ne ha evidenziato alcune peculiarità, come lo spirito collaborativo, la sperimentazione insieme alla ricerca,  il  “potere della lingua”, che è quello  di produrre concetti, esprimere emozioni, essere strumento di comunicazione, potere da sottolineare in un momento in cui le parole sono diventate vaghe, astratte, dilatate nell’uso quotidiano. Quanto alla grammatica, “uno spregevole imbroglio” (per dirla con Pasquali, noto latinista e grecista del’900), essa continua a essere studiata con la sua pletora di complementi, lontana dallo spirito delle Tesi e senza collegamenti con altre lingue.  Secondo alcuni studiosi intervenuti nel dibattito, anche l’Università è stata responsabile della mancata acquisizione delle Tesi. Oggi, inoltre,  vi è l’urgenza nella formazione degli insegnanti di  nuove competenze,  necessarie per le classi plurilingui, per l’ antica carenza di preparazione nell’area tecnico-scientifica, per la ricerca e la selezione di informazioni in Internet. 

Persistono nella nostra società  antichi e nuovi fattori di iniquità nell’educazione, ha sottolineato il segretario del Giscel Alberto Sobrero; infatti, anche se le classi sociali di un tempo paiono superate, permangono i divari nei risultati dei test, a seconda della provenienza socio-culturale degli allievi (come risulta dalle indagini Invalsi). L’idea di una “scuola per tutti” - che non vuol dire una scuola “facile” per gli alunni e tanto meno per gli insegnanti -,  per la quale si è sempre battuto il Cidi (come faceva notare De Mauro), non è più presente, perché non è più in grado di intervenire sui quadri sociali, mentre la classe media, quella che ha maggiormente fruito dell’istruzione, va riducendosi. 

Questa la visione di  Benedetto Vertecchi, il quale ha anche osservato che nelle valutazioni internazionali vengono rilevati solo aspetti superficiali e non l’apprendimento più profondo. Bisogna poi distinguere la rilevazione campionaria, che serve per capire e coinvolgere i soggetti, da quella censuaria (che va imponendosi oggi) volta  prevalentemente a valutare, controllare, manovrare…  Ci sarebbe bisogno di pratiche educative nuove, in cui vi sia anche la scrittura a mano per sviluppare quell’interazione fra saper fare e saperi astratti, fra mano e cervello,  realizzata così bene nei laboratori artigianali, e oggi riapparsa nelle high schools per le élites americane (uso della lavagna, del compasso …).
Come ha ampiamente spiegato il biologo Alberto Oliverio, il legame tra linguaggio e  movimento – frutto dell’evoluzione ominide – è rivelato, oltre che dai “neuroni-specchio”, dalla risonanza di altre aree del cervello, insieme a quelle più specificatamente linguistiche.

Su tale linea si sono mosse le proposte dei rappresentanti delle varie associazioni, che con il Giscel sono state protagoniste in questi anni di concrete azioni nelle scuole per il rinovamento della pedagogia linguistica. 
 Il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), nelle parole di Nerina Vretenar,   ha trovato  tanti punti di contatto  fra la pedagogia di Freinet e le Tesi del Giscel: il diritto alla parola, al piacere della scrittura, alle lingue straniere e all’imparare insieme, come a quello, soprattutto, di essere ascoltati.

Il  LEND con Edwige Costanzo ha riconfermato l’attualità delle "Dieci Tesi", trasferibili in un percorso di insegnamento integrato delle lingue, secondo gli orientamenti del Consiglio d’Europa e del Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue (QCRE). In tale spirito viene proposta una “pedagogia integrata” fra lingua materna e lingua straniera, che parta dal sistema linguistico dell’allievo,  mediante un apprendimento “costruttivo”,  attraverso l’errore e la cosiddetta “interlingua”.  Esempi in tal senso sono stati offerti da Anna Maria Curci, che ha spiegato le linee di indirizzo  per un’educazione plurilingue, secondo il CARAP ("Quadro di Riferimento per gli Approcci plurali alle Lingue e alle Culture"): uso della capacità potenziale e innata di apprendere la lingua, costruzione di capacità metacognitive, dimensione olistica,  pluralista e integrata (vs. l’attuale solipsismo) dell’insegnamento, ecc. È utile sapere che tale Quadro mette a disposizione on line una banca dati di materiali didattici plurilingui e un kit di autoformazione per gli insegnanti.  Per consultare il CARAP, vai a questa pagina del sito lend.

Mario Ambel, per il CIDI, ha illustrato un  progetto  sulla scrittura documentata, cui sta lavorando con alcuni gruppi di ricerca-azione e sperimentazione (di vari ordini di scuola), costituiti da docenti in servizio. Si tratta di un lavoro centrato sulla comprensione mirata, orientata e funzionale  per  un riuso consapevole di testi altrui ai fini di una scrittura espositivo-argomentativa (saggio breve e articolo di giornale). Si deve, pertanto, riflettere sulle micro-funzioni di tale tipologia di scrittura,  stabilire a quale livello scolastico collocare l’attività di ciascuna di esse, ricordando che nell’ insegnamento si deve sempre distinguere fra il processo (quindi, Unità di apprendimento, di rinforzo, di consolidamento) e il prodotto (Prove per la valutazione).

Infine, per la Società Italiana di Didattica delle Lingue e Linguistica Educativa (DILLE) ha parlato Monica Barni, la quale nei suoi corsi all’Università per Stranieri di Siena fa leggere le "Dieci Tesi" in parallelo con le Indicazioni nazionali. Nota come  i descrittori contenuti nel "Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue" sono frutto di una visione monolingue e si riferiscono solo alle lingue europee, invece che  ad un approccio veramente multiculturale. Inoltre, non sembrano derivare dallo studio delle modalità di apprendimento di una lingua, quanto invece appoggiarsi ai programmi linguistici che si aspettano gli insegnanti. Ma, ben più grave sembra essere la prassi diffusa nelle scuole, denunciata da Anna Rosa Guerriero, durante il dibattito, di trasformare in voti tali descrittori, invece di usarli come strumento di osservazione e di rilevazione delle competenze! 

Per il Giscel Lazio, Francesco De Renzo, ha ricordato l'indagine del 2005 promossa per il trentennale delle Tesi: su 602 insegnanti di 9 regioni il 18% aveva letto le "Dieci Tesi", ma solo l’11% le conosceva...  Eppure, le proposte innovative delle Tesi sono  presenti nei programmi della Scuola Media e delle Elementari, fino alle più recenti Indicazioni Nazionali. In certi casi anche l’editoria scolastica ha dato un contributo al rinnovamento, accentuando l'attenzione ai linguaggi non verbali, alle quattro abilità, al lessico, alle varietà d’uso, ecc. Non si può dire lo stesso per la didattica dell’ascolto e del parlato, nonché  per la comprensione testuale (non a caso, forse, grosse difficoltà nella comprensione dei testi si registrano oggi all’Università), attività tutt’oggi poco praticate. Trascurata anche la trasversalità dell’EL o la considerazione dell’enorme variabilità del retroterra culturale e linguistico degli apprendenti, oggi indispensabile con fronteggiare  l’immigrazione e per combattere le diseguaglianze. Mentre la dispersione scolastica alle Superiori continua ad attestarsi attorno al 20%!

Lo spirito della giornata è stato ben sintetizzato da Silvana Loiero nella conclusione dei lavori, quando ha ribadito la necessità di (ri)mettere in circolo lo spirito ideale delle "Dieci Tesi" e di (ri)portare dentro le aule:

  • il buon insegnante: colto, intelligente e sensibile, capace di costruire ambienti di apprendimento;
  • la lotta a diversità e diseguaglianze che portano ad iniquità ed esclusione;
  • la  personalizzazione, l’individualizzazione e il recupero, oggi, come negli anni Settanta;
  • l’operatività, l’attività laboratoriale, l’inclusione, a fronte di una scuola che sta  tornando ad essere trasmissiva e centrata sull’insegnante.

Si attendono gli atti.

 

Credits

Fotografie di Rosanna Figus  

 

LE 10 TESI PER UN’EDUCAZIONE LINGUISTICA DEMOCRATICA TRA  PASSATO E FUTURO

Il GISCEL a Convegno per i 40 anni delle "Dieci Tesi per un'educazione liguistica democratica"