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lettere a insegnareoltre la lavagna

07/03/2015

Allievo e Maestro

di Paola Muscio

Abbiamo ricevuto questa lettera molto bella da una laureanda in Scienze della Formazione.
Gli altri interventi sul libro di Massino Recalcati in "L'ora di lezione".

Buongiorno, sono una laureanda in Scienze della Formazione, al corso di studi Scienze dell'educazione a Roma, presso l'Ateneo Roma Tre. Conseguo il titolo e discuto la laurea il 24 marzo 2015, e la mia tesi verte proprio su questo argomento: “Allievo e Maestro. Educare cuore mente e corpo”.
Ho letto il libro di Massimo Recalcati, l'ho "usato" moltissimo per argomentare i vari aspetti che ho voluto mettere in luce. Non sono un'insegnante, ma mi piacerebbe diventarlo, non sto tra le cattedre ma sono fresca di banco. 

Il primo aspetto che mi trova pienamente concorde è la mancanza di desiderio di cui Massimo Recalcati tratta, una mancanza assolutamente drammatica che riguarda i nuovi adolescenti ma purtroppo anche gli insegnanti.
L'insegnamento è una chiamata contagio come scrive Edda Ducci, filosofa dell'educazione, e se chi insegna non è appassionato non può fare l'incantesimo all'altro.  Di contagio oggi non si può parlare, il contagio richiede vicinanza, ma non basta una vicinanza fisica come credeva Agatone, ci vuole una vicinanza autentica, una vicinanza Viva, un trasporto d'amore che porta entrambi, Allievo e Maestro verso i Nuovi Mondi.
La realtà educativa e direi umana, è minata dal non contagio: ognuno di noi non si avvicina all'altro, anzi se ne distanzia, perché l'altro ci fa paura, per non parlare poi del tempo; non c'è tempo per avvicinarsi all'altro, non c'è tempo per dar tempo all'altro, e la relazione educativa si fa scontro e non Incontro. 

Il desiderio quindi va riacceso come scrive Riccardo Massa, questo desiderio che si è perso, passioni che sono diventate tristi, e le lezioni sono diventate una ripetizione di una ripetizione, meccaniche, fredde, saperi parcellizati, cantilene alle quali si dà una valutazione; allora chiediamoci: questo agire frettoloso e distaccato accende la meraviglia? Direi no, e il rischio è la noia, la demotivazione, il non amore verso il sapere, verso la cultura.

Il mondo sta cambiando, e questa generazione è più capace di quanto si pensa. Non sono giovani deboli come si dice, anzi sono forti, sono gli insegnanti ad essere diventati freddi, strani, scostanti, molte volte non tesi completamente verso l'altro. I giovani si sentono giudicati, e percepiscono questo senso di inferiorità che i Maestri gli vogliono per forza affibbiare.
Non potrebbero lasciarli finalmente discutere, e perché no criticare, sulla Guerra Mondiale, sulla scelta di Antigone, sul Comunismo?

E la pagina dedicata all'Incontro con la sua insegnante Giulia, trovo che sia il filo conduttore di tutto il libro, non perché lei abbia scelto solo e soltanto lui tra 20 studenti, ma perché è lui che si è sentito scelto, chiamato, e l'ha incontrata, perché l'incontro è voluto da entrambi.
Probabilmente, è la Maestra che chiamava, ma chiamava tutti e lo faceva per ognuno in modo diverso, con una Voce diversa, e ognuno avrà colto questo pensando: Ha Scelto me! 

La riflessione è stata spero chiara! Avrei ancora molte cose da dire ma mi fermo qui. 

 

Rubrica di corrispondenza con la rivista.  L'indirizzo mail è redazioneinsegnare2010@gmail.com 

Immagine: un fotogramma del Il postino (1994) con Massimo Troisi