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una recensioneoltre la lavagna

18/09/2020

Antonio A. Casilli, “Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo?”

di Marco Guastavigna

Annunciato in primavera, rallentato con mio grande disappunto dal lockdown, è da qualche giorno finalmente disponibile in formato sia tradizionale sia elettronico un libro molto importante, una vera occasione di emancipazione culturale ed etico-politica. Non solo, ma soprattutto, per noi insegnanti.

Come i lettori della mia rubrica sanno bene, da tempo sostengo infatti che, per aspirare a una autentica comprensione dei vincoli che le piattaforme digitali capitalistiche impongono o cercano di imporre a conoscenza e istruzione e per praticare una partecipazione individuale e collettiva, intellettuale e professionale, capace, se non di sovversione, almeno di critica radicale delle dinamiche che ne derivano, è necessario ampliare lo sguardo oltre la scuola.

In questa prospettiva, il volume di Casilli, rigoroso e allo stesso tempo chiaro e lineare, è uno strumento fondamentale per comprendere in modo preciso e circostanziato l’insieme del panorama delle trasformazioni già realizzate e in atto nella società egemonizzata dal tecno-liberismo. Il testo, infatti, analizza cosa è successo al lavoro, anzi – per essere davvero precisi – che cosa è attualmente il digital labor, quali sono le ulteriori linee di tendenza, ma anche le possibilità di contrasto.

Il lettore troverà innanzitutto una potente demistificazione del concetto mainstream di intelligenza artificiale, lucidamente ricostruita invece come insieme di meccanismi di sovrasfruttamento di esseri umani resi invisibili dai processi di digitalizzazione e di scomposizione del lavoro in micro-prestazioni. Sarà poi guidato a capire come il digital labor si determina presso Uber e Amazon e come si configura anche nelle attività dei produser, coloro che utilizzano i servizi di Google e di Facebook.

Casilli, insomma, ci consegna un’ampia gamma di casi e un robusto quadro teorico di riferimento e di interpretazione a proposito di lavoro libero, salario, prestazioni gratuite, contratti di subordinazione, flessibilità, esternalizzazione, ma anche di migrazioni non presenziali e i-schiavismo, particolari aspetti della globalizzazione del lavoro.
A noi farne buon uso nel nostro essere cittadini.

Sfoglia il libro (dal catalogo on line dell'editore Feltrinelli).

Antonio A. Casilli, “Schiavi del clic. Perché lavoriamo tutti per il nuovo capitalismo?”, Feltrinelli, 2020, Formato Kindle,  9,9 Euro; Cartaceo 18.05 Euro.

Scrive...

Marco Guastavigna Insegnante di Scuola secondaria di secondo grado e formatore, si occupa da quasi trent’anni di “nuove” tecnologie e rappresentazioni grafiche della conoscenza.