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16/05/2019

Da Bagnoli a Scampia

di Paola Lattaro

Da Bagnoli a Scampia (patrimonio dell'Umanità), un gruppo di studenti alla scoperta di un pezzo ( importante) dell’ottava municipalità di Napoli.

Felimetrò, Pasolini e Angela Davis, le vele che lunedì buttano giù la prima e c’era pure il tg a preparare il servizio. 

E poi se la felicità non la vedi cercala dentro...

 

Pangea, ovvero le associazioni che trasformano una discarica in un giardino e restituiscono spazio alla città. 

 

L’arciscampia e mr Piccolo che apre il campo di calcetto e lancia un pallone ai miei ragazzi che giocano contro le ragazze del dreamteam di Patrizia, che sono fortissime e non si legano i capelli pure se corrono sotto al sole. 

E Chikù, dove i rom dell’ex Jugoslavia cucinano felicemente coi napoletani, e Mitat che ci spiega questo posto e che è un ragazzino proprio come quelli che ho portato io. 

Solo un po’ più piccolo, ma come loro mischia continuamente napoletano e italiano, ride molto e dice cose serie e belle e poi un sacco di scemenze.

Maria che ci accompagna, e ci racconta, e ci spiega e risponde alle domande di Giuseppe, di Nabila, di Francesco...

Ed Emma che ci racconta Arrevuoto, dove poi recita pure Mitat. E il Mammut e il Gridas e Mirella Pignataro.

"E poi - professoressa, ma qui c’è un sacco di verde, peccato che non è tanto curato e le strade come sono larghe..."

E io li osservo e li ascolto e penso che forse qualcuno di loro si salva da una vita già scritta dal contesto in cui nasci. 

Quante ore di educazione civica vale una giornata così, signor ministro ( degli interni)? Ma del resto lui che ne sa di scuola e di ragazzi da aiutare a diventare grandi con la testa un po’ più sgombra da tutti quei pregiudizi in cui  sguazza e invita a sguazzare. Che la scuola fa acqua da tutte le parti e  risolve col grembiule e con l’ora di educazione civica. Come se poi quest’ora dovesse essere un fatto a parte e non stare dentro a tutte le altre ore!  Da sempre "insegnare" combatte una strenua battaglia contro l'ora di educazione civica.

Anche recentemente un post sulla nostra pagina facebook, che pubblichiamo qui a lato, ha ottenuto molti consensi.
Stamattina con me e la mia collega dovevano esserci 30 studenti. Ne sono venuti 11 perché le famiglie hanno paura di mandarli a Scampia. La periferia ovest della città che è spaventata da quella nord. Quando smetteremo di farci dire da altri cosa dobbiamo pensare di persone e luoghi che non abbiamo mai attraversato?

 

 

Restaurare l’educazione civica come materia di un’ora alla settimana con il suo immancabile stupido voto è l'ennesima scelta ipocrita di una parte di società adulta iniqua, individualista e competitiva, talvolta violenta, indifferente, cinica, discriminatoria, ora persino attraversata da pulsioni razziste e dalla recrudescenza della legge del taglione. Non senza l’ingenuo avallo della componente buonista che pensa di educare al bene comune un’ora alla settimana, magari con qualche compito trasversale da realizzare scimiottando una realtà esterna che ha ben poco da insegnare. O inventandosi l'educazione civica digitale, una sorta di ossimoro globale.
L'educazione alla cittadinanza costituzionale, il diritto/dovere di realizzare e ricevere una educazione equa, inclusiva e solidale è dovere di tutti i docenti, di tutte le discipline e dell'intera comunità educante, dirigente e personale non docente inclusi; non appartiene a nessuno né per diritto né per delega e nessuno si può far l’alibi che la svolga qualcun altro, nella sua “ora”! E poi insegnata da chi e con quale cultura professionale? Magari da un organico potenziato territoriale a chiamata diretta? 
Ci siamo battuti da sempre contro la riduzione del dovere costituzionale della scuola e del cittadino a singola materia. Chi non capisce perché ora provi a riflettere all'ipotesi che gli insegnanti di “educazione civica” ricevano circolari congiunte dal ministero dell'interno o della propaganda, oltre che dell'Istruzione. Non si sottovaluti l'ipotesi che qualcuno un mattino, per mettere ordine e disciplina, si svegli con una simile idea. A proposito della mancanza di memoria e cultura storica del paese…

Più di 600 contatti, moltissimi consensi. Tra i commenti ricevuti, riportiamo questo.

 Educare alla cittadinanza e'molto di piu'che insegnare la Costituzione . Significa prima di tutto creare un clima democratico nella classe e questo non puo'essere appannaggio di una o piu'discipline,ma dell'intero consiglio di classe.I principi della Costituzione e i valori a cui essa si ispira vanno vissuti tutti i giorni e in tutte le ore dentro la scuola (e possibilmente anche fuori ! ) Inoltre l'educazione alla cittadinanza richiede la contestualizzazione della nostra Costituzione nella Storia da cui e'nata. Fondamentale e'conoscere il percorso dei Diritti dai secoli passati ai giorni nostri. Quante opportunità di formazione sull'educazione alla cittadinanza sono state fornite agli insegnanti in contesti diversi!
Mi chiedo con rammarico: cosa resta di tutte le esperienze del passato se oggi gli insegnanti possono rassegnarsi ad accettare un'ora alla settimana di conoscenza in senso"tecnico" della Costituzione? Nella scuola elementare e media sara'un momento di noia per tutti o,peggio,un'ora di propaganda.
Marina Bellò

Vedi anche Rosa Maria Maggio, Educazione civica a scuola...

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