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09/12/2018

Flavio, un Maestro elementare

di Mario Ambel

Flavio Pusset è stato per 40 anni Maestro elementare a Piossasco, un paese nei pressi di Torino, dove la pianura comincia a lasciar posto ai primi rilievi della Val Susa. Maestro con la maiuscola, che come diceva spesso Tullio De Mauro, andrebbe sempre usata per chi insegna nella scuola elementare, in segno di rispetto e riconoscenza.

Flavio meritava a pieno titolo quel riconoscimento, per le generazioni di allievi che l'hanno amato tra i banchi, per il coinvolgimento solerte, intelligente e sempre disponibile di chi lavorava con lui, per il desiderio continuo di aggiornamento, di studio, di miglioramento. E infine per lo sguardo analitico e severo con cui guardava alle scelte di politica scolastica, uno sguardo animato dal desiderio sincero che fossero costantemente garantite e intensificate le condizioni per realizzare una scuola pubblica realmente democratica e inclusiva.

Flavio era consapevole della difficoltà di un mestiere che non si improvvisa, nel quale la passione è alimento indispensabile ma non sufficiente, perché va integrato e sostenuto con una ricerca culturale continua, con un sano rigore intellettuale che per chi insegna ai più piccoli non è certo di minor importanza e rilievo. Per questo era molto esigente con se stesso e con la scuola. 

Ha lasciato un'impronta professionale e umana forte e positiva in chi ha lavorato con lui. Lo ricordo in particolare parlare con entusiasmo delle sue esperienze didattiche in cui invitata gli allievi a preparare le domande di comprensione, anziché allenarli a rispondere a quelle già confezionate dai manuali o dalle indagini valutative.

Flavio Pusset ha collaborato a "insegnare" dal 2005 al 2015, quando - seppure con molto sforzo per contrastare le offese della malattia invalidante che l'aveva colpito ma con ferma lucidità di analisi - ci aveva inviato una dura critica della "Buona scuola" e alle teorie neoliberiste cui si ispirava, che era anche un programma in fieri per ciò che invece si sarebbe dovuto e si dovrebbe fare davvero il bene della scuola.

Quell'articolo si chiudeva con una amara riflessione politica, che era anche un monito per gli ideali che Flavio condivideva con noi tutti, seppure con malcelata preoccupazione e sofferenza:

Naturalmente la parte delle forze che non  condividono la concezione neoliberista proposta dal governo dovrà impegnarsi  molto per individuare, dettagliare, collegare i vari punti, al di là delle dichiarazione di principio e degli slogan generici.
Infatti sarebbe molto triste e frustrante dover assistere, ancora una volta nel ruolo di spettatori a bordo campo esclusi dai giochi,  a una lotta  fra una “ex sinistra” che si vergogna delle proprie origini  e desidera che la scuola diventi un campo di battaglia dove esercitare la selezione naturale, e una sinistra “archeologica”, prigioniera del passato, che scambia i propri desideri con la realtà, e i principi di fondo con  i programmi di breve periodo, e che definisce i propri obiettivi collegandoli a una società immaginaria, di cui non esistono da tempo le figure di riferimento.

Addio e grazie, anche a te Flavio, in questa stagione assai triste di abbandoni.

Flavio Pusset, La "Buona scuola" e la professionalità degli insegnanti: problemi e proposte - Parte I - Parte II  


E quasi dispersi nella rete, su un sito che raccoglie testimonianze inedite di "Poeti e poesia" abbiamo trovato questi versi letti dal curatore della raccolta, che ci paiono oggi il suo saluto...  

Flavio Pusset, Sipario

 

 

 

Scrive...

Mario Ambel Per anni docente di italiano nella "scuola media"; esperto di educazione linguistica e progettazione curricolare, già direttore di "insegnare".