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06/03/2020

Il Cavillo di Troia

di Mario Ambel

Il ministero - che un tempo era della istruzione “pubblica”, che da anni fraintende “autonomia” con “privatizzazione”  e che ora si è diviso in MI e MUR – ha pubblicato (nel senso di rese pubbliche) “due call per sostenere la didattica a distanza”. Questa emergenza ci ha abituato ai provvedimenti un po’ eccessivamente - come dire – incerti e creativi, dovuti alla difficoltà del momento.

Ma questa della “didattica a distanza” è una cosa più delicata delle modalità di accesso ai  fasti pubblici in tempi nefasti. Le oggettive difficoltà dovute alla sospensione dell’attività didattica non autorizzano a promuovere (più di quanto già non si faccia… persino a “Presa Diretta”) la diffusione di metodologie didattiche che andrebbero attentamente  vagliate nella loro effettiva sostanza, praticabilità ed efficacia.

Non è sufficiente che nella sua nota il Ministero (il MI o il MUR?) rassicuri che i materiali che potranno essere messi a disposizione e utilizzati saranno “gratuiti”: Timeo Danaos et dona ferentes! [citazione volutamente aulica per consentire agli “innovatori” di accusare questa riflessione di passatismo classicista, NdR]. Non ci rassicura affatto. Anzi, ci preoccupa maggiormente, leggere che “Ciascuno strumento offerto [da tutti i produttori di software], senza costi per questa Amministrazione e per le Istituzioni scolastiche, rimarrà gratuitamente nella disponibilità delle Istituzioni scolastiche beneficiarie.”.  Nella pagina appositamente segnalata dal MI-MUR si possono leggere i primi protocolli di intesa tra MIUR e Casio, Samsung, Barilla Center for Food&Nutrition e altri.

Rileggiamo il comma 5 dell’art.4 (“Autonomia didattica”) della L. 59/97: “La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative.”

Eccolo, il Cavillo di Troia: “favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative”, che andrebbero però rese funzionali e strumentali alle scelte educative e didattiche. E non viceversa, come abbiamo la sensazione che stia sempre più spesso accadendo. Anche in molte delle esperienze glorificate da “Presa Diretta”.  E ora il virus dà un ulteriore slancio alla “innovazione”, triste mantra dell’ultimo ventennio.

La scuola deve e dovrà decidere (anche per il dopo virus): se è questo il modello di cultura e di società cui vuole addestrare gli allievi ad adattarsi oppure se intende far acquisire strumenti di comprensione, analisi e riuso attento, critico e consapevole delle strumentazioni e delle realtà che il mondo ci offre.

Non siamo contrari a modalità e strumenti di una didattica che utilizzi supporti digitali o trasformi alcune prassi non più funzionali all'apprendimento. Men che meno in questo momento. Siamo a contrari a modalità di usare gli strumenti (qualsiasi strumento, anche la parola e i libri) che rendano fruitori passivi e non soggetti liberi di sapere, agire e pensare.

 

Noi crediamo che in questa emergenza ogni coordinatore di consiglio di classe debba valutare le soluzioni più adeguate al contesto in cui opera e gestire con gli altri docenti il modo di attuarle. Sono troppo diverse le condizioni territoriali, di ordini di scuola, di strumentazioni e abitudini per pensare di affidare la soluzione generalizzata a improvvisati o sedicenti esperti di didattica digitale.

Le scuole devono poter accedere a una pluralità di soluzioni possibili e attivarle con buon senso. Talvolta una lista di libri o di consultazioni intelligenti o di pause di riflessione o di pacate conversazioni o di lievi esercitazioni guidate è assai più efficace delle preconfezionate lezioni digitali. O delle proposte dei mercanti di fumo.

Ancora una volta la scuola rischia di chiudersi in una sua concezione perdente fatta di lezioni, di compiti, di interrogazioni, di voti, di promozioni... Tutto l'armamentario deteriore della sua inefficienza.

Ci sono mille modi di sollecitare e sostenere l'apprendimento utilizzando le dotazioni tradizionali o informatiche come strumenti ragionevolmente usati e non come fini miracolistici.

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