Home - la rivista - opinioni a confronto - Ci interessa parlare di inclusione, non di innovazione

specialeopinioni a confronto

06/03/2020

Ci interessa parlare di inclusione, non di innovazione

a cura di Insegnanti di sostegno ...

L’istituzione della Repubblica che ha la fortuna di fondarsi su relazioni umane dirette ed evolutive – tra bambini, ragazzi e adulti da una parte e tra pari dall’altra – è ferma.

Sostenere che l’emergenza può diventare per la scuola un’opportunità è marketing politico-commerciale. Pertanto, non ci appartiene.

Siamo insegnanti di sostegno specializzati e in via di specializzazione, specificamente formati e valutati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ma non ci interessa parlare di innovazione: ci interessa garantire inclusione. È il nostro compito professionale, sul piano deontologico e sul piano operativo, della quotidianità didattica. E in questo momento la scuola inclusiva è fortemente a rischio.

Siamo risorse assegnate alle classi e come tali intendiamo agire in questo momento di emergenza, prendendo l’iniziativa per ridurre il danno. Prendiamo l’iniziativa e lo facciamo in modo riflessivo, flessibile e articolato per non creare negli allievi (tutti), nelle famiglie (soprattutto le più fragili), nei colleghi e in noi stessi l’illusione che esistano formule e dispositivi la cui semplice applicazione può risolvere in forma standardizzata i delicatissimi problemi dell’apprendimento (anche questo, di tutti).

In questa prospettiva abbiamo prodotto questo primo documento (destinato ci auguriamo a essere incrementato con commenti e altri contributi), in cui ragioniamo su attività didattiche pensate per essere inclusive. Esso vuole contribuire al lavoro di coloro che in questi giorni sono impegnati a progettare e mettere in atto “scuola a distanza” in modo consapevole e critico, senza ingenua improvvisazione e con un approccio che vada oltre gli aspetti funzionali degli strumenti digitali per la comunicazione a distanza.

  1. Prioritaria è un’indagine puntuale sui dispositivi e sulle connessioni a disposizione degli studenti e delle famiglie; vanno proposte attività ergonomicamente congruenti a ciò che è in dotazione; una stessa attività può essere adattata alle condizioni operative di un PC (lo strumento più adatto alla scrittura estesa), di un tablet (lo strumento più adatto alla lettura di materiale proveniente dalla rete), di uno smartphone. È quindi saggio privilegiare gli ambienti che configurano automaticamente l’interfaccia a seconda del dispositivo dell’utente; non accontentarsi delle dichiarazioni di chi fornisce il servizio, ma verificare direttamente gli effetti;
  2. A tutti coloro che produrranno o adatteranno documenti e materiali con contenuti di apprendimento a prevalenza testuale, consigliamo di prendere in considerazione i tre protocolli di adattamento dei testi scolastici; il MIUR ha anche finanziato in passato uno strumento che può rendere l’operazione più agevole;
  3. A chi immagina di selezionare e proporre video in streaming, consigliamo di utilizzare strumenti come VideoAnt Edpuzzle, che consentono di associare al flusso del filmato di rete (YouTube) annotazioni, chiarimenti, stimoli di riflessione, domande e così via; il secondo ambiente permette anche di organizzare un gruppo-classe senza profilazione da parte della piattaforma usata ed è disponibile come App Android e IOS per la fruizione dei contenuti da parte degli studenti;
  4. Soprattutto per organizzare in modo semplice e rapido lavori interdisciplinari o comunque con il contributo di più docenti, consigliamo l’uso di bacheche elettroniche – per esempio Padlet –: qui si possono raccogliere materiali digitali di vario tipo, sia per dare informazioni e chiarire concetti, sia per sollecitare attività da parte degli studenti; Padlet è disponibile come App Android e IOS per la fruizione dei contenuti da parte degli studenti;
  5. Funzionano in modo analogo alle bacheche strumenti come TesTeach, maggiormente orientato alla costruzione di “corsi”, sequenze prolungate di attività; anche questo ambiente permette di organizzare un gruppo-classe senza profilazione da parte della piattaforma usata; TesTeach è disponibile come App IOS e Chrome per la fruizione dei contenuti da parte degli studenti;
  6. Molto utili sono le immagini interattive, ovvero fotografie, mappe, carte geografiche e altre forme di rappresentazione visiva corredate di collegamenti a materiali integrativi, esplicativi, esemplificativi e così via, tendenzialmente adattati (cfr. punto 2), realizzate per esempio con Thinglink;
  7. Nel caso della produzione di video o video tutoriali, consideriamo utile contenere la durata dei video entro i 5 minuti. Se l’argomento è complesso (e non è possibile fare tutto rispettando la regola dei 5 minuti), è necessario frammentare il contenuto in unità significative chiaramente denominate e poste in sequenza. Per mantenere l’ordine degli elementi nella sequenza possono essere utilizzate rappresentazioni grafiche di accompagnamento,  ad esempio diagrammi di flusso;
  8. Se si intende fruire di un ambiente slegato dalla produzione di materiali specifici, e capace quindi di raccogliere e condividere materiali di tipo e provenienza diversi, consigliamo di scegliere una piattaforma per le classi virtuali che non richiede profilazione e soprattutto che imita l’ambiente scolastico abituale. Anche in questo caso, la nostra esperienza dimostra comunque l’utilità di un insegnante con un esplicito ruolo di coordinamento organizzativo, in particolare per quanto riguarda la collocazione dei materiali;
  9. Possono essere molto efficaci anche semplici attività multimodali: trasformazione in formato audio di testi scritti mediante la registrazione della propria lettura in voce o con software appositi, per esempio il gratuito Balabolka; trasformazione in testo adattato (cfr. punto 2) di materiali orali registrati;
  10. Consigliamo di integrare materiali testuali scritti o orali e filmati anche con un’accurata realizzazione di rappresentazioni grafiche della conoscenza (mappe mentali, mappe concettuali, mappe tematiche, mappe argomentative, diagrammi a lisca di pesce, cicli, piramidi, strutture ad albero rovesciato, scansioni sequenziali e così via);
  11. Ipotizziamo supporto allo studio e alla realizzazione di compiti di singoli o di piccolo gruppo mediante videochiamata o chat;
  12. Ipotizziamo la somministrazione di quiz a risposte chiuse e di test a fini di verifica formativa e di feedback per gli allievi;
  13. Ipotizziamo appuntamenti in videochiamata con rappresentanti di classe o altri genitori richiedenti, in modo calendarizzato e con tempistica contingentata;
  14. Agli studenti con programmazione differenziata possono essere suggeriti tutoriali per i compiti più diversi; giochi e attività di ragionamento e simili; semplici attività di narrazione multimodali.
  15. Per gli alunni con programmazione differenziata e con disabilità complesse, dove lavorare a distanza sulla crescita negli apprendimenti può essere molto complicato, è comunque possibile lavorare sulla relazione. Quando la comunicazione verbale è molto difficoltosa, è possibile comunque utilizzare una comunicazione unidirezionale che va dall’insegnante all’allievo. A questo scopo è possibile produrre video-cartoline di saluto nella cui composizione si devono tenere presenti le caratteristiche personali dell’allievo (tempi di attenzione, interessi specifici). Se la comunicazione verbale è possibile, si consiglia di lavorare sugli aspetti relazionali utilizzando gli strumenti di videocomunicazione disponibili con tutte le applicazioni di messaggistica (whatsapp, viber, signal, telegram). A seconda delle caratteristiche degli allievi, è possibile modulare i contenuti della conversazione introducendo aspetti legati all’apprendimento. Gli obiettivi possono essere descrivere la propria giornata, un’immagine. Si deve considerare che per alcuni allievi saper mantenere una conversazione per 3 minuti durante una videochiamata può essere considerata una competenza socio-relazionale. Per attività di questo tipo, è fondamentale concordare e coordinare le attività con la famiglia.

Insegnanti di sostegno specializzati e specializzandi della secondaria di secondo grado - Piemonte

Noi crediamo che in questa emergenza ogni coordinatore di consiglio di classe debba valutare le soluzioni più adeguate al contesto in cui opera e gestire con gli altri docenti il modo di attuarle. Sono troppo diverse le condizioni territoriali, di ordini di scuola, di strumentazioni e abitudini per pensare di affidare la soluzione generalizzata a improvvisati o sedicenti esperti di didattica digitale.

Le scuole devono poter accedere a una pluralità di soluzioni possibili e attivarle con buon senso. Talvolta una lista di libri o di consultazioni intelligenti o di pause di riflessione o di pacate conversazioni o di lievi esercitazioni guidate è assai più efficace delle preconfezionate lezioni digitali. O delle proposte dei mercanti di fumo.

Ancora una volta la scuola rischia di chiudersi in una sua concezione perdente fatta di lezioni, di compiti, di interrogazioni, di voti, di promozioni... Tutto l'armamentario deteriore della sua inefficienza.

Ci sono mille modi di sollecitare e sostenere l'apprendimento utilizzando le dotazioni tradizionali o informatiche come strumenti ragionevolmente usati e non come fini miracolistici.

   Torna al sommario dello speciale