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20/05/2025

Dalla scuola dell'informazione alla scuola della trasformazione. L'IA come alleata nell'apprendimento consapevole

di Lucia Iannucci

Viviamo immersi in un contesto che il sociologo Zygmunt Bauman ha definito "società liquida", caratterizzata da cambiamenti rapidi, incertezza e relazioni fluide. In questo scenario instabile, la scuola, per fornire gli strumenti culturali adeguati per una cittadinanza consapevole, non può restare ancorata a modelli rigidi del passato, ma deve evolversi, accogliendo le opportunità offerte dal presente e rendendole oggetto di insegnamento/apprendimento. Come ha osservato Bolter «Nella nuova ecologia digitale, la pluralità delle voci e dei media ha dissolto l’egemonia delle culture di élite, aprendo spazi inediti di espressione, apprendimento e produzione del sapere»[1]Questo mutamento richiede una didattica più dinamica, interattiva e orientata alla costruzione condivisa dei saperi.
In questo contesto, l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) – e in particolare di strumenti come ChatGPT – si sta rivelando un significativo supporto nella quotidianità didattica. Lungi dall'essere sostitutivo della funzione progettuale del docente, l’IA si configura come una risorsa che, sotto la supervisione e la regia esperta dell’insegnante, può favorire lo sviluppo di competenze critiche, collaborative e metacognitive. L'adulto, infatti, è e resta la guida del percorso educativo: è lui a definire gli obiettivi, a guidare gli studenti nell’uso consapevole degli strumenti e a garantire che la tecnologia diventi alleata del pensiero, non scorciatoia per evitarlo. 

Un esempio concreto di questo approccio è stato sperimentato nella classe IE della scuola secondaria di primo grado "Tinozzi" dell’Istituto Comprensivo Pescara 8. Con gli alunni, lavorando a coppie e in piccoli gruppi, è stato avviato un progetto di lettura guidata del libro "Il viaggio di Ulisse" di Tommaso Monicelli (2005). La classe, composta da 19 studenti, è stata suddivisa in coppie e terne: ciascun gruppo ha letto un capitolo del testo e, con l’ausilio di ChatGPT, ha elaborato una sintesi puntuale rispondendo a domande guida predisposte dal docente. Lo strumento è stato usato per affinare la comprensione, ampliare il lessico e confrontare stili di scrittura. L'attività ha favorito il lavoro cooperativo, l'autonomia e la capacità di valutare criticamente le risposte offerte dall'IA, seguendo linee guida definite: chiarezza, coerenza, aderenza al contenuto, uso consapevole delle fonti. 

Questa esperienza evidenzia l'importanza di sviluppare negli studenti una cultura dell'IA, che comprenda la diffusione del lessico specifico, la comprensione delle logiche sottese e la capacità di superare le semplificazioni spesso fuorvianti dei media[2]. Promuovere tale cultura significa fornire agli studenti gli strumenti per comprendere e interagire criticamente con le tecnologie emergenti, preparando cittadini consapevoli e responsabili nell'era digitale. 

L’intelligenza artificiale, tuttavia, non si limita al supporto testuale. Oggi esistono numerose applicazioni che permettono la creazione rapida e guidata di contenuti multimediali, facilitando l’organizzazione e l’esposizione dei materiali. Tra queste si segnalano: 
 

  • Tome e Gamma.app, che generano presentazioni partendo da semplici input testuali, offrendo un layout coerente e visivamente efficace;
  • Beautiful.ai, utile per realizzare slide dal design professionale, ottimizzate per la chiarezza e l'impatto comunicativo; 
  • MindMeister e Miro, ideali per creare mappe concettuali e schemi collaborativi, perfetti per il lavoro di gruppo e per visualizzare connessioni logiche tra concetti; 
  • Canva AI e InVideo AI, strumenti per realizzare video didattici, storytelling visivi o contenuti interattivi a partire da testi o tracce narrative; 
  • Gemini, l'assistente AI di Google, che offre funzionalità avanzate per la generazione di contenuti, la ricerca e l'organizzazione delle informazioni; 
  • e infine ChatGPT, Bing Copilot, Claude.ai e Perplexity, assistenti testuali avanzati in grado di generare, riformulare e sintetizzare contenuti, rispondere a domande complesse o fornire spunti per attività interdisciplinari. 

Questi strumenti non sostituiscono il pensiero critico né la progettazione didattica, ma, se inseriti in un percorso intenzionale e supervisionato, offrono nuove opportunità di apprendimento attivo e creativo, stimolando la partecipazione e la riflessione anche in attività complesse. 

In conclusione, l'uso consapevole dell'IA in classe non è solo una questione tecnologica, ma un atto pedagogico. Richiede visione, progettazione e accompagnamento. Come affermava Maria Montessori, «Aiutami a fare da solo»[3], sottolineando l'importanza del ruolo dell'insegnante nell'accompagnare lo studente all'autonomia. 

 

Note

[1] Bolter, D.J., "Plenitudine digitale. Il declino delle culture di élite e l’ascesa dei media digitali"; tr. it. Minimum Fax, Roma 2020.
[2]Panciroli, C.,  Rivoltella, P.C.. "Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale"; Scholé, 2023.
[3]Montessori, M. "Il metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile nelle case dei bambini"; Città di Castello, 1909.

 

 

Parole chiave: tecnologie

Scrive...

Lucia Iannucci Insegnante di lettere nella scuola secondaria di primo grado, membro del direttivo del CIDI di Pescara.

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