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c'era per noioltre la lavagna

24/02/2023

Una presentazione di "Atlante delle riforme (im)possibili" di Giancarlo Cerini

di Antonella Bruzzo

L’incontro di presentazione di Atlante delle riforme (im)possibili di Giancarlo Cerini, organizzato dal Cidi Carnia e dal Cidi di Pordenone ad inizio febbraio con il contributo di Loretta Lega, Maurizio Muraglia e Cinzia Mion è stata un’occasione significativa di confronto, riflessione, studio e approfondimento su alcune delle   fondamentali questioni che attraversano il complesso sistema scolastico, partendo da questo testo così ricco e ben articolato. L’ampia partecipazione dice molto su quanto ci stia a cuore tenere Giancarlo in qualche modo con noi e continuare nell’impegno per una scuola di qualità per tutti e tutte e per ognuno, una scuola con al centro i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, una scuola che “deve tornare ad essere un posto intellettualmente stimolante e gradevole, dove si vive bene e le persone, grandi e piccole, si sentono in un posto sicuro dove possono crescere”.
Quando se ne va un “grande maestro” si ha una grande responsabilità nel raccoglierne l’eredità continuando il percorso, intraprendendo e sviluppando strade nella prospettiva tracciata da chi ha speso una vita per una scuola rispondente al dettato costituzionale. Giancarlo con il suo impegno competente, incessante ed appassionato è stato per tutti/e noi, per la scuola italiana un riferimento luminoso. Con il suo pensiero complesso, mai semplificatorio, ha sempre tenuta intrecciata la visione pedagogica della scuola all’impegno a tradurla nella realtà, a partire dai documenti di cui si è occupato, ai riferimenti normativi, alla quotidianità organizzativa e didattica dei contesti scolastici. Il suo contributo è stato prezioso nella stesura dei programmi dell’85, degli Orientamenti ’91 per la scuola dell’infanzia, delle Indicazioni per il curricolo nelle versioni del 2007 e del 2012, del documento del 2018: “Indicazioni e nuovi scenari” e nel coordinamento della commissione sul decreto 65 relativo all’istituzione del sistema integrato 0-6. Da quest’ ultimo impegno, intenso e faticoso mirato a garantire ai bambini ed alle bambine fin dalla nascita la possibilità di accedere ad un nido, ad un servizio educativo e ad una scuola dell’infanzia di qualità sono nate: “Le linee pedagogiche”. Le linee delineano una cornice pedagogica e culturale che sarebbe importante conoscessero non solo educatori ed insegnanti di scuola dell’infanzia; contiene, infatti, alcuni aspetti fondanti, alcuni generativi pedagogici importanti da modulare in base alle diverse fasce d’età, in quel viaggio attraverso i segmenti scolastici che ogni bambino/a dovrebbe poter iniziare a 0 anni e concludere alla fine della Scuola Secondaria di secondo grado.

Giancarlo aveva una grande cura delle parole e sapeva esprimere concetti complessi in modo chiaro e ben argomentato. A proposito di parole, basta pensare al titolo:   

-Atlante: rimanda all’idea di insieme di carte geografiche, di mappe, di riferimenti per orientare naviganti e viaggiatori, in questo caso per orientare la “navigazione” nel sistema scolastico e nella sua complessità.

-Riforme: è molto significativo quanto ne scrive al riguardo: "Che cos'è un processo di riforma? E’ una legge? E’ una azione amministrativa? E’ una cornice emozionale? Una riforma ha bisogno di condivisione... è una ballata popolare: si inizia con poco, con uno spunto, poi la narrazione si allarga e trova nuovi cantautori “, una riforma implica quindi la condivisione, l’accompagnamento, la sollecitazione di energie dal basso.

C’è in questo un‘idea che fa da sfondo al pensiero ed all’agire di Giancarlo, un’idea preziosa, soprattutto nel momento attuale: è l’idea del costruire insieme, l’idea  della conoscenza come costruzione collettiva, come ristrutturazione di schemi individuali e negoziazione di significati, l’idea di scuola come bene comunitario,  che contribuisce alla qualità del vivere sociale. E’ un’idea fondamentale da tener ben presente, da recuperare e rilanciare soprattutto nel momento politico e culturale che stiamo attraversando; abbiamo un ministero nella cui denominazione è entrata la parola merito, decisamente dissonante rispetto ad “una scuola di tutti non uno di meno”, abbiamo un ministro che ha parlato di umiliazione come strategia didattica efficace trascurando le ripercussioni negative che può avere sullo sviluppo e la costruzione delle diverse identità, sulla motivazione al conoscere ed apprendere di bambini/e, ragazzi/e. Ripartire dalla condivisione, dall’idea di scuola come bene collettivo è’ una prospettiva importante in un tempo in cui, sulla fatica del confrontare i diversi punti di vista, del collaborare e cooperare, prevalgono in molti ambiti del vivere sociale, la semplificazione e la delega ad un leader. Questa deriva riguarda anche la scuola; come ben sottolinea nel testo a proposito di autonomia scolastica, è evidente come in questi vent’anni se ne sia stravolto il senso ed invece di costituire la spinta per promuovere processi di costruzione di comunità educanti ed il fare rete, abbiano spesso prevalso gli aspetti burocratici ed amministrativi,  autarchici e competitivi tra scuole con dirigenti dotati di poteri che spesso li hanno portati “quasi ad assumere su di sé l’intera rappresentanza e decisionalità di una istituzione comunitaria”.
La cura della condivisione, della coralità, del mettere insieme una pluralità di voci emerge da molti dei testi che ha elaborato e che riportano i contributi di diversi autori, testi collettivi ricchi di una pluralità di punti di vista ed approfondimenti significativi. In questa cornice si colloca la sua grande capacità di ascolto, il suo attraversare la penisola in lungo e in largo portando le sue idee, il suo contributo alto che sollecitava impegno, ricerca, studio, sempre sapendo ascoltare, raccogliere idee per, poi, rilanciarle.
E poi ( im) possibili con quel im che rimanda ai vincoli, alle condizioni spesso difficili  di cui è necessario tener conto, e quel possibili che apre invece prospettive, cercando e trovando soluzioni per renderle concrete come sempre si è impegnato a fare. Anche nei periodi più bui e difficili per la scuola sapeva intravedere o aiutare ad intravedere possibilità, aprire orizzonti pur tenendo conto delle condizioni di realtà.
Atlante con le sue 20 schede è un testo molto importante non solo per chi opera nella scuola, ma, come ha sottolineato Loretta, per chiunque si occupi di educazione, come genitore, come cittadino, come amministratore e politico. Offre molteplici ed importanti spunti su questioni fondanti, tutti temi su cui. come Loretta ha ricordato, si è cimentato durante la sua vita professionale: dal patrimonio scolastico, all’autonomia, ai patti di comunità, ai curricoli ed i saperi, all’educazione civica trasversale, al digitale, ad ogni segmento del viaggio che un bambino fa dal nido fino alla secondaria di 2 grado, all’inclusione, alla valutazione, al profilo professionale, alla formazione, al DS., alla pandemia (prima, durante e dopo), al “cosa mettere nello zainetto dello studente”. Il materiale lasciato da Giancarlo, rispetto ad ognuna di queste questioni, è organizzato in: schede che, analizzano lo stato dell’arte, i possibili obiettivi e le risorse necessarie (base operativa per le successive azioni), commenti ben documentati ed argomentati, e “database” con dati, grafici, ecc. Il testo, sottolinea Loretta, “propone una strategia sulla scuola che consiste nel mettere mano "con cautela" ai problemi strutturali e di ordinamento, alla qualità della didattica, alla professionalità del personale.” Inoltre: “Occorre ritrovare la credibilità e il prestigio che spettano alla scuola presso l’opinione pubblica. Occorre ricostruire un vissuto positivo attorno alla scuola.”

Le questioni trattate in Atlante, come ha sottolineato Maurizio, meritano momenti dedicati di studio ed approfondimenti; in quest’occasione ha affrontato alcuni tra gli aspetti trattati nel libro riguardanti la didattica, gli ambienti di apprendimento, il curricolo, il fare scuola quotidiano sottolineando la concretezza pedagogica di Giancarlo. Si è soffermato su alcune idee particolarmente importanti e da tenere vive: l’importanza di un rapporto dialettico e culturale con la normativa, la dimensione aperta rispetto alla didattica, contraria ad ogni chiusura concettuale e ad ogni tecnocrazia (idea tanto più importante oggi), la dimensione cognitiva sottesa ad ogni aspetto educativo trattato nelle scuole, la valutazione “mite” che tiene insieme le 2 dimensioni del valutare, sommativa e formativa, , gli esiti e i processi d’apprendimento , evidenziando come “valutare non è mai la priorità di una  scuola”.  Cinzia ha approfondito un altro tema molto importante, quello dell’educazione civica trasversale, partendo dalle parole di Giancarlo all’inizio della   relativa scheda di Atlante: “Il ruolo essenziale della scuola per affrontare le sfide della contemporaneità parte dal nodo educativo della cittadinanza, dal rapporto inscindibile tra saperi e democrazia. Quali risposte elaborare di fronte alla carenza di un’etica pubblica, al deterioramento dei rapporti civici, all’incuria verso i beni comuni? “ Ha analizzato, in modo approfondito, lo scenario in cui siamo immersi connotato da un deficit di etica pubblica, da familismo amorale. Ha analizzato la differenza tra: la morale che si riferisce alla legge genitoriale interiorizzata, deriva dalle norme assunte dal gruppo di appartenenza e si regge sul senso di colpa e l’etica che riguarda il modo di comportarsi nella dimensione pubblica nel rapporto con gli altri, “poggia sul senso di responsabilità, quindi presuppone una scelta consapevole.” Ha sottolineato l’importanza di una pedagogia della Costituzione, di un curricolo che favorisca lo sviluppo dell’etica pubblica fondata sulla cura di sé, dell’altro e di quello che si ha intorno, sul rispetto delle diversità, sulla solidarietà e la collaborazione, sulla costruzione del senso della legalità e della categoria mentale ed etica del “bene comune”, sullo sviluppo di un’etica della responsabilità e sulla promozione dell’impegno a migliorare il proprio contesto di vita.

Occasioni di confronto e riflessione, come questa dedicata ad Atlante, sono fondamentali per continuare nell’impegno per una scuola di qualità per tutti e tutte, avendo presenti le parole di Sergio Neri ricordate da Loretta: “Andiamo avanti noi che ci crediamo”.                                                  

Scrive...

Antonella Bruzzo Docente di scuola dell'infanzia, Presidente del Cidi della Carnia.