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25/07/2023

Gianni Rodari, un maestro per una scuola “Fantastica”

di Gianluca Salamone

I colori dei mestieri

Io so i colori dei mestieri
sono bianchi i panettieri
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori sono gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina
hanno le mani sporche di grasso;
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.

Gianni Rodari in Filastrocche in cielo e in terra

Era il 23 ottobre 1920 quando ad Omegna, sul lago d’Orta, in provincia di Novara nasceva lo straordinario Gianni Rodari. Figlio di Maddalena Aricocchi e di Giuseppe Rodari, di professione fornaio, figura che compare per prima nella poesia I colori dei mestieri, probabilmente con un rimando proprio al mestiere del padre, è il secondo di tre fratelli. Mario, il più grande, nasce dalle prime nozze del padre, mentre Cesare, poco più piccolo di lui, è anche egli figlio della Aricocchi. Marcello Argilli, nella biografia dedicata a Rodari, parla di un autore che ha scritto poco su di sé, che ha lasciato pochi riferimenti autobiografici nelle sue opere, e ricorda inoltre che chi ha conosciuto personalmente Rodari sapeva che non amava parlare di sé. Argilli per la stesura della biografia si è servito di alcuni accenni presenti in articoli e in libri, ma principalmente delle testimonianze del fratello Cesare e della moglie dell’autore Maria Teresa Rodari. “Timido, non competitivo, Gianni trascorre molto tempo da solo, rifugiandosi soprattutto nella lettura.[1]” Questa è un’immagine del Rodari bambino che Marcello Argilli riporta da una testimonianza di Cesare Rodari, fratello minore di Gianni. L’autore di Omegna fin da bambino ama leggere indisturbato, si rifugia alla sera alla luce di un lampione nel silenzio del cortile a prendersi cura di questa sua passione e forse “è proprio questa condizione di solitudine a stimolare in lui la contemplazione e le fantasticherie, e a renderlo precocemente pensoso.[2]” 

Il poliedrico Rodari autore, giornalista, pedagogo, scrittore e poeta per bambini, ma anche poeta per adulti, ha saputo donare alla letteratura per l’infanzia una propria fisionomia e personalità, elevandola dal limbo di produzione minore, dandole e conferendole parità valoriale rispetto alla storia della letteratura per adulti. Alberto Asor Rosa nel saggio Gianni Rodari e le provocazioni della fantasia individua nella produzione del nostro autore tre macro filoni: il primo con riferimenti al neorealismo degli anni Cinquanta e che si potrebbe definire pedagogico-realistico e a cui l’autore dà una forte impronta educativa; gli altri due sono più ispirati al surrealismo.
Il secondo filone, quello delle filastrocche, rappresenta in modo più pregnante la fantastica rodariana, nella quale Asor Rosa riconosce “l’originalità di Rodari e il suo specifico contributo all’elaborazione formale del Novecento italiano.[3]

Il terzo filone invece è quello della fiaba, per la quale Asor Rosa non vede da parte di Rodari una valenza pedagogica legata ad elementi antropologici e folkloristici, ma piuttosto “quel tipo di affabulazione umana, che non è costretto a tener conto necessariamente di rapporti interni di tipo logico o di riferimenti realistici. Rodari affronta e tratta la fiaba come il mondo degli infiniti possibili[4]". Il percorso dello scrittore di Omegna non si configura però come “accomodante itinerario nei luoghi letterari” come ci ricorda Pino Boero nel suo libro Una storia, tante storie, edito Einaudi Ragazzi. Ancora in Boero possiamo leggere: “Le sue favole , le novelle, le storie non accettano il confine delle classificazioni e sembrano sempre in procinto di straripare, di invadere altri territori magari lontani dalla tradizione letteraria: le sue favole più che a intenzioni didascaliche, rinviano fin dal titolo alla moderna forma orale della comunicazione telefonica, le sue novelle sono fatte a macchina, le sue storie sono costruite per giocare.[5]” Il fantastico Rodari smantella quindi i luoghi comuni della letteratura per l’infanzia e rovescia la saggezza dei proverbi. In Grammatica della fantasia, parlando della straordinaria opportunità che rappresentano gli errori, scrive: “In ogni errore giace la possibilità di una storia.[6]” concludendo poco dopo “Sbagliando s’impara, è vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe dire che sbagliando s’inventa.[7]

In un periodo storico in cui il conformismo e il merito sembrano essere diventati i nuovi falsi-valori credo che la lettura e la riscoperta di Rodari siano, più che importanti, essenziali. Rodari, intellettuale capace di leggere e interpretare in profondità la realtà del suo tempo, giocando con le parole, parlando per metafore, invita il lettore a uscire dagli schemi, alla presa di coscienza, a non accettare il conformismo e a guardare più lontano, a effettuare una sorta di atto di ribellione. A oltre quarant’anni dalla sua scomparsa, l’umorismo dell’assurdo, lo stravolgimento del linguaggio, e i temi da lui trattati ne fanno un autore dal sapore contemporaneo. Nei libri di Rodari e nella sua produzione poetica troviamo temi importanti e attualissimi come l’ambiente, di cui parla Stefano Panzarasa nel volume da lui curato L’orecchio verde di Gianni Rodari, il ruolo innovativo della figura femminile nel volume di Marzia Camarda Una <<savia bambina>>. Gianni Rodari e i modelli femminili, per non parlare dei temi della pace, della tolleranza e dell’amicizia presenti in più occasioni, “nel Manuale del Pioniere lo scrittore non manca di sottolineare che l’educazione alla fratellanza e al rispetto della patria non può andare disgiunta da un’educazione alla stima e all’amicizia per tutti i popoli della terra, nessuno escluso.[8]” Tutti questi temi devono essere tenuti presenti in una  progettualità volta al futuro che ponga le nuove generazioni al centro e come protagoniste privilegiate. Rodari inoltre è l’autore che presta attenzione alla necessità di comprendere il linguaggio dell’infanzia, “ricorrendo proprio alla trasformazione del tema fiabesco dell’uomo che capisce il linguaggio degli animali[9]” per ridurre la distanza e smantellare il conflitto di linguaggi esistente tra la cultura degli adulti e la cultura infantile.

Per noi che siamo insegnanti democratici, che crediamo nella scuola democratica della Costituzione, in chiusura di questo brevissimo omaggio a un grande Maestro della letteratura italiana, voglio dedicare le sue parole presenti nell’Antefatto della Grammatica della fantasia:
Io spero che il libretto possa essere ugualmente utile a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha la fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola. <<Tutti gli usi della parola a tutti>> mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo[10]".

 

BIBLIOGRAFIA
Argilli Marcello, Gianni Rodari. Una biografia, Einaudi, Torino, 1990
Asor Rosa Alberto, Gianni Rodari e le provocazioni della fantasia, in Le provocazioni della fantasia. Gianni Rodari scrittore e educatore, a cura di M. Argilli, L. Del Cornò, C. De Luca, Editori Riuniti, Roma, 1993
Boero Pino, Una storia, tante storie. Guida all’opera di Gianni Rodari, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2020
Rodari Gianni, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Einaudi Ragazzi, Trieste 1997
SITOGRAFIA

LA BIBLIOTECA DI GIANNI RODARI

Le avventure di Cipollino
Le avventure di Tonino l’invisibile
Fiabe lunghe un sorriso
Gelsomino nel paese dei bugiardi
Piccoli vagabondi
Filastrocche lunghe e corte
Atalanta
Filastrocche per tutto l’anno
Favole al telefono
Venti storie più una
La Freccia Azzurra
Le Storie della Fantasia
Il libro degli errori
Tante storie per giocare
Il libro dei perché
Prime fiabe e filastrocche
Filastrocche in cielo e in terra
C’era due volte il barone Lamberto
Novelle fatte a macchina
Il Pianeta degli alberi di Natale
Le favolette di Alice
Il gioco dei quattro cantoni
Fiabe e Fantafiabe
Gli affari del signor Gatto
I viaggi di Giovannino Perdigiorno
Storie di Marco e Mirko
La gondola fantasma
Il secondo libro delle filastrocche
Grammatica della fantasia (40 anni)
Gip nel televisore e altre storie in orbita
La Voce della Fantasia
La torta in cielo
Una storia, tante storie

Note

[1] Argilli Marcello, "Gianni Rodari. Una biografia", Einaudi., pag. 4

[2] Ibid.,pag. 5.

[3] Boero Pino, Una storia, tante storie. Guida all’opera di Gianni Rodari. Einaudi Ragazzi, pag, 208.

[4] Ibidem.

[5] Ibid., pag. 93.

[6]  Rodari Gianni, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie. Einaudi Ragazzi, pag. 43.

[7] Ibid., pag. 44.

[8] Boero Pino, Una storia, tante storie…cit., pag, 74.

[9] Ibid., pag. 67.

[10] Rodari Gianni, Grammatica della fantasia…cit., pag. 14.

 

Scrive...

Gianluca Salamone insegnante di scuola primaria; vicepresidente del Cidi Modena e componente della redazione di "insegnare".

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