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04/12/2023

Un omaggio e una promessa a Clotilde Pontecorvo

di Rosanna Angelelli

Clotilde Pontecorvo si è spenta lo scorso anno togliendo purtroppo al quadro italiano delle donne scienziate e docenti ancora viventi un esempio di grande vivacità intellettuale e umana. Fortunatamente di lei rimangono le preziose numerose scritture e l’attivismo dei suoi allievi, studiosi e docenti (soprattutto donne!), che continuano a trasmettere, arricchendole, le tematiche culturali delle sue ricerche psico socio pedagogiche sull’infanzia, intrise di principi educativi universali. Laureata in Medicina e quindi in Psicologia, con il suo fervore comunicativo e una travolgente affabilità ha condotto la sua lunghissima ricerca scientifica sull’apprendimento infantile non solo nelle università ma anche nelle e con le scuole, in una interazione molto interessante tra teorie scientifiche e didattiche sul campo.  L’analisi dell’infanzia è stata sempre condotta entro le cornici sociali ed esistenziali di soggetti specifici, i valori espressivi della narrazione infantile e le diverse modalità di scrittura sono stati tratti dall’osservazione di situazioni comunicative reali (per esempio nei gruppi aula e in famiglia), con un monitoraggio dei vari processi di apprendimento più plastico e aperto rispetto alle categorie di Piaget. E per riuscire ad agevolare in un giovanissimo lo sviluppo di proprie competenze cognitive e di una propria cultura entro un ambito di apprendimento sereno e cooperativo, Pontecorvo da sempre ha richiesto agli insegnanti, a partire dalla loro formazione primaria all’università, una solida e aggiornata preparazione di base psicopedagogica e pluridisciplinare e l’applicazione  dei modelli didattici acquisiti in tirocini disciplinari bene strutturati e continui. L’esigenza di costruire una solida formazione in uscita dall’università fu alla base della costituzione della SSIS [1], la  Scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario diffusa sul territorio nazionale alla fine degli anni Novanta, di cui Pontecorvo curò l’organizzazione nel Lazio come Presidente.

E ci sono da puntualizzare altre progettazioni “profetiche” di Pontecorvo, a partire dalla politica scolastica della fine degli anni Settanta che auspicò un progetto di curricolo primario la cui educazione di base iniziasse dalla scuola materna per proseguire organicamente nelle elementari (aspirazione oggi definita dal sistema integrato 0-6, delineato dalla L. 107/2015 e reso attuativo dal Dlgs n.12/ 2022) e dove i campi disciplinari avrebbero dovuto integrarsi in una trasversalità  collegiale, anch’essa anticipatrice di due eventi successivi rivelatisi fondamentali per la scuola dell’obbligo: il primo, la  L. 148/1990, che è stato l’intervento più radicalmente innovativo in termini di ordinamento del segmento  primario dell’obbligo, con il superamento del docente unico e l’elaborazione di moduli da parte di un team trivalente impegnato in attività didattiche condivise; il secondo, la trasformazione dei programmi in percorsi curricolari trasversali con traguardi di competenze culturali e di cittadinanza integrate dettagliata nelle Indicazioni Nazionali 2012.

Proprio per evidenziare l’originalità della studiosa e la lungimiranza del suo impegno nelle politiche educative, di recente è stato organizzato a Roma il convegno “Un’idea di educazione. Il contributo di Clotilde Pontecorvo per l’educazione del futuro”, animato da molti suoi allievi e collaboratori diventati a loro volta presenze istituzionali significative nell’ambito dell’educazione scolastica e della ricerca pedagogica e didattica universitaria, tra cui la coordinatrice del convegno Anna Maria Ajello, già Presidente di INVALSI. E vi hanno partecipato anche esperti della formazione come Arduino Salatin  e disciplinaristi nel settore scientifico e della cultura digitale come  Paolo Mazzoli, si sono sentite le testimonianze di numerosi insegnanti, anche impegnati nella politica attiva, sull’influsso che Pontecorvo ha esercitato sulla loro formazione, come per esempio, -intervenuto tramite un video- Marco Rossi Doria, maestro di strada e politico,  cofondatore della rete italiana di scuole della seconda occasione (progetto “Chance” ) e membro della network europea di lotta alle povertà, Valeria Lucatello, Lucia Marchetti di SISUS,  Franca Rossi. Tra le associazioni professionali erano presenti il CEMEA, lo MCE, il nostro CIDI [2], l’ADI e le animatrici delle scuole in Rete, che sono a tutt’oggi impegnate, come si legge nella locandina del convegno in “innovazioni educative e pratiche sociali in atto”.

Perché l’obbiettivo del convegno non è stato solo celebrativo, ma ha voluto, partendo dalle iniziative di politica educativa del passato di cui Pontecorvo è stata fondatrice e animatrice, confrontarle con il presente, per una loro ripresa attiva.

A “insegnare”, come rivista che continua a esprimere l’impegno culturale e politico cinquantennale del Cidi nella scuola pubblica democratica, ha fatto molto piacere la disponibilità dei convegnisti a mantenere, tutelare e realizzare principi e obbiettivi succo di politiche democratiche ormai fondamentali. Ne elenchiamo i principali: inclusività sociale, rispetto del diritto allo studio, didattica attiva e buone pratiche, trasversalità disciplinare, collegialità, rispetto del curricolo, sinergie formative con l’università. È nostra convinzione che ri-alimentandoli con fermezza, si potrebbe riorientare una realtà scolastica  confusa e frammentata quando non afasica sui problemi irrisolti del suo ruolo istituzionale e sulla consistenza  professionale degli insegnanti, indeboliti dal martellante e divisivo prosieguo di un pasticciato riformismo  neoliberista che dura ormai da vent’anni. E ci è apparso un segnale positivo della possibile ripresa di un dialogo costruttivo tra università, scuola ed Enti locali, la presenza, ad apertura del convegno, di Carla Fermariello, Presidente della Commissione scuola del Comune di Roma. Nota per il suo impegno nelle questioni della disabilità e della discriminazione, non ha partecipato solo per ricordare l’interazione del Comune con le scuole che ebbe in primo piano la compianta Maria Coscia, ma per segnalare gli attuali temi del Comune sulla scuola, tra cui l ’ingresso di terapisti in connessione con l’Istituto superiore di Sanità, per contribuire a intercettare e sciogliere il diffuso  disagio giovanile aiutando i soggetti svantaggiati a ri-trovare se stessi. Propositi questi ripresi anche da Patrizia Sellieri (Università di Bologna [3], che ha auspicato nelle scuole misure di prevenzione e non tanto o soltanto di emergenza. Come si è ribadito da Felice Carugati (università di Bologna) il prosieguo di ciò che era emerso, in un convegno a cura di Pontecorvo nel lontano 1978 [4],  di un rapporto continuo tra scuola e università, tra formazione disciplinare e didattica, con la risoluzione, indispensabile nell’oggi, di una questione aperta sui titoli di accesso alle classi di Concorso per risolvere il legame complicato tra formazione primaria e occupabilità.

Insomma, il convegno ha sostenuto una linea argomentativa non tanto celebrativa quanto riflessiva su ciò che, partendo dal passato, vale ancora la pena politica di essere mantenuto, approfondito e per certe questioni fondamentali addirittura realizzato, come ha puntualizzato Cristina Zucchermaglio nelle sue “non” conclusioni. Se la ricerca e la didattica sono guidate dal dubbio cognitivo e l’educazione alla vita è un’acquisizione impermanente e continua, chiara e sostenuta deve essere la difesa dei valori democratici e inclusivi di una scuola che l’attuale quadro politico istituzionale non riesce a tutelare bene, addirittura a partire dal debole riconoscimento del valore educativo della scuola dell’infanzia.  Ciascun cittadino, invece, “è chiamato a sviluppare e a mantenere reti di collegamento su intenti e valori comuni e a potenziare le capacità di collaborazione”.


Per approfondire

Centro Studi Clotilde Pontecorvo (a cura di), Pensare e ricordare insieme Clotilde Pontecorvo, Valore italiano editore, 2023.

C. PontecorvoA. M. AjelloC. Zucchermaglio, Discutendo si impara, Carocci (1999) 2007.

C. Pontecorvo, R. Morani, F. Rossi, Altro che storie! Pratiche di lettura a scuola, Infantiae org., 2009.

C. Pontecorvo, La scuola come contesto. Prospettive psicologico-culturali, Carocci, 2010.  

 

Note


 [1]L'istituzione delle SSIS fu stabilita con la L 341/1990. Il decreto del MIUR del 26 maggio 1998 ne formulò i criteri generali. Era organizzata in modalità di interateneo a livello regionale, con accesso a numero chiuso (stabilito ogni anno dal Ministero dell'Università e della Ricerca). Con tale criterio si intendeva collegare la formazione professionale con il concreto quadro occupazionale entro un complessivo disegno organico di sistema. La SSIS fu duramente osteggiata per i costi che richiedeva, per il numero chiuso e la frammentarietà territoriale. Oggi se ne rimpiangono i principi fondativi, sostituiti da un’offerta formativa a pagamento organizzati da vari enti, associazioni e fondazioni privati oltreché dall’università, mediante master di vario contenuto e con punteggio difforme, a scelta volontaria dei futuri insegnanti, sulla base di un fragile disegno formativo spesso poco coerente con le competenze richieste dai programmi dei concorsi e, peggio ancora, dalle concrete pratiche professionali.

[2] Luciana Zou ha illustrato i contatti di ricerca azione e di politica scolastica tra il Cidi e Pontecorvo anche attraverso  le testimonianze di Caterina Gammaldi, che è stata sua allieva all’università di Salerno, e  di Gianna di Caro, che riconobbe il suo debito scientifico alla comprensione della storia dei bambini al team di ricerca di Clotilde Pontecorvo, di cui facevano parte Cristina Zucchermaglio  e Giorgio Girardet.

[3] Felice Carugati e Patrizia Sellieri sono coautori del testo Psicologia sociale dell'educazione, Il Mulino, 1996.

[4] Cfr. A. V., Università e Formazione Continua Degli Insegnanti, Atti del Convegno Salerno 29-31 maggio 1978, La Nuova Italia, 1978.

Scrive...

Rosanna Angelelli Di formazione classica, già insegnante di materie letterarie nei licei, è stata per anni redattrice di "insegnare".

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