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17/02/2015

Imparare... sott'acqua

di Giovanni Perricone

Forse non tutti sanno che il primo corso che seguono gli astronauti durante il loro addestramento è il corso subacqueo di primo livello. E non tutti sanno che i maggiori manager d’azienda seguono corsi sub avanzati, e fanno regolarmente immersioni.

Che relazione può esserci tra la subacquea e la formazione professionale di un dirigente d’azienda o di un’astronauta? E cosa ha da imparare un astronauta dalla subacquea ?

La risposta è semplice. La comunicazione con se stessi.
Per comunicare con l’esterno bisogna prima comunicare e capirsi con se stessi.
Una “autocomunicazione” è efficace soltanto quando il ritorno che abbiamo dal messaggio rivolto a noi stessi ci dà una risposta coerente con la richiesta, e non quando ci autosuggeriamo quello che vorremmo fosse la risposta.
L’attività subacquea riesce a dare consapevolezza al soggetto delle sue reazioni di fronte a situazioni vissute in un ambiente totalmente diverso qual è quello subacqueo.

Il soggetto "sub" impara a conoscere cosa sono realmente lo stress e l’ansia, ma soprattutto impara a riconoscerli, in se stesso e negli altri, ad affrontarli e, fine ultimo, a gestirli.
Una volta appreso come riconoscere e gestire questi stati, il sub potrà continuare a farlo in qualunque situazione, non necessariamente legata all’immersione.

L’accrescimento dell’autostima per essere riusciti a fare qualcosa di nuovo e che magari si riteneva al di sopra delle proprie capacità, l’allenamento alla pianificazione, all’autocontrollo, alla gestione dell’ansia e delle paure, il concetto del compagno e del gruppo, del lavoro di squadra, come l’acquisizione del concetto di rischio, rendono la subacquea uno strumento ideale per aiutare la mente a prendere coscienza dell’equilibrio e della comunicazione con il resto del proprio corpo, con se stessi e con gli altri. 

Tutto questo ha un valore formativo profondo se l’allievo non è un futuro astronauta, o un dirigente d’azienda, ma un ragazzino. Avvicinare in modo consapevole il bambino e l’adolescente al mare, superando i naturali timori, diventa importante nella maturazione del rapporto tra se stesso e l’ambiente circostante. È dimostrato che un’appropriata stimolazione  tattile e propriocettiva gli permette di conoscere le relazioni tra gli oggetti al di fuori del proprio corpo. L’attività motoria subacquea, correttamente coordinata e “a misura di bambino” diventa un fattore determinante, che concorre allo sviluppo della personalità sia a livello affettivo che intellettivo, maggiormente efficace se svolta in un ambiente naturale, ricco di piacevoli stimoli.

Se si guarda dentro le competenze europee del 2006, la “competenza subacquea” emerge, snocciolata nei suoi diversi aspetti, come sopra sono stati indicati: dalla capacità di risolvere problemi al rapporto con gli altri e con se stessi.
Dal mondo sommerso, un percorso di crescita consapevole. 

 

Credits


Immagine a lato: Immersione, fotogc©insegnare

Scrive...

Giovanni Perricone Medico, ufficiale delle forze di pace NATO, Instructor Trainer di immersione subacquea.

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