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26/04/2016

Scuola Religioni Laicità. Problemi e possibili soluzioni.

di Grazie Dalla Valle

Si è svolto a Torino il 2 aprile al Circolo dei lettori il convegno internazionale su “L’insegnamento della materia Storia delle religioni e del libero pensiero nella scuola. Per una prospettiva scientifica, laica e aconfessionale in Italia alla luce delle esperienze in Europa.” Il convegno è stato organizzato dal centro “Piero Calamandrei” in collaborazione con Associazione XXXI ottobre, Università degli studi di Torino, Università Cà Foscari di Venezia, Consorzio IERS, Fondazione Benvenuti in Italia, UVA-Universolaltro.

I temi in discussione sono stati molti, si è andati dalla possibilità di uno studio scientifico delle religioni a scuola alla utilità del loro studio come antidoto ai fondamentalismi religiosi, passando attraverso il confronto con le esperienze europee, per arrivare alla presentazione del progetto IERS. Esso è stato finanziato dall’Unione europea e ha prodotto una serie di moduli pensati come strumenti didattici disponibili in sei lingue, tra cui l’italiano, per presentare le diverse tradizioni religiose che convivono in Europa attraverso un percorso storico e comparativo che non ne privilegi alcuna.
In particolare alle associazioni di insegnanti presenti (tra cui il Cidi Torino) è stato chiesto di esprimere un parere su una proposta di sostituzione dell’attuale insegnamento confessionale e facoltativo della religione cattolica nella scuola italiana con un percorso di storia delle religioni laico e aconfessionale per tutti, affidato a insegnanti con preparazione specifica.

Il convegno è stato interessante per diversi motivi.
Innanzi tutto nella presentazione del progetto IERS si sono chiarite le preoccupazioni che hanno mosso cinque centri di ricerca nelle università europee ad elaborare, come già detto, una serie di moduli disponibili sul sito del progetto in parecchie lingue, per l’insegnamento delle religioni da una pluralità di punti di vista, storico, sociologico, antropologico….
I moduli sono stati pensati soprattutto per scuole secondarie superiori, ma sono utilizzabili anche per l’aggiornamento degli insegnanti, che possono servirsene per programmare il loro lavoro in altri ordini di scuola.
La preoccupazione è fondamentalmente quella di non lasciare esclusivamente alle autorità delle diverse confessioni il compito dell’insegnamento religioso, ferma restando la loro piena libertà di farlo nelle loro sedi di studio e di culto, ma di fornire nella scuola pubblica e laica una serie di strumenti di conoscenza e comparazione dei fatti religiosi, senza privilegiarne alcuni.
In una società sempre più caratterizzata dalla coesistenza di più confessioni religiose e attraversata da conflitti che vengono presentati come scatenati da fondamentalismi religiosi, anche quando le cause sono molto più complesse, fornire a scuola strumenti critici e di confronto appare necessario.

Di fronte a questa esigenza la divisione tra chi vuole affrontare la materia storia delle religioni attraverso un corso specifico con un insegnante specifico, e chi vuole affrontarla nel corso del programma di storia appare meno importante: le soluzioni possono essere diverse e affidate alle singole scuole in base alle loro disponibilità ed esigenze, ma decisiva appare la preparazione degli insegnanti che in molti casi devono smontare pregiudizi e incomprensioni, per portare i propri allievi a un livello di conoscenza e comprensione più adeguato e più alto di quello che forniscono fonti giornalistiche e televisive.

In Italia riesce difficile affrontare questo problema perché da una parte un insegnamento religioso nella scuola esiste, ma è facoltativo, e soprattutto, grazie a un Concordato, confessionale, quindi risponde alla esigenza di una confessione religiosa e di una parte di studenti, anche se maggioritaria, e non certamente a una esigenza di conoscenza approfondita del pluralismo religioso attraverso l’acquisizione di strumenti critici e di comparazione. Di qui la constatazione di una generale ignoranza tra i giovani di questioni religiose.
Appare difficilmente praticabile la soluzione che qualcuno ha prospettato di convincere la Chiesa Cattolica a rinunciare a questo insegnamento a favore di un corso di storia delle religioni per tutti.

Nelle conclusioni del convegno i partecipanti si sono comunque espressi a favore di un superamento in Italia dell’attuale insegnamento concordatario della religione cattolica, sollecitando una riforma strutturale che tenga conto dei principi di eguaglianza, libertà religiosa e laicità, ma non essendo questa una prospettiva immediata, si propone di sfruttare le risorse e le potenzialità offerte dall’ora alternativa all’IRC per inserire la materia Storia delle religioni nella scuola, e di promuovere percorsi di formazione di docenti di materie affini come la storia, la filosofia, la letteratura, la storia dell’arte per inserire elementi di conoscenza e comparazione del pluralismo religioso.
Il problema rimane aperto: i moduli forniti dal progetto IERS e disponibili anche in italiano sul sito del progetto possono fornire qualche utile elemento di riflessione e di lavoro.

 

Parole chiave: "religione", laicità

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