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06/11/2019

"Voti a perdere" - La campagna MCE

a cura di Mario Ambel

 MCE ha lanciato la Campagna per l’abrogazione del voto decimale dal titolo "Voti a perdere", raccolta da molte associazioni professionali – tra cui anche il Cidi e  “insegnare” (vedi la dichiarazione di adesione  della redazione di "insegnare").

Si può aderire firmando qui e invitiamo calorosamente i nostri lettori a farlo.

Nel materiale di presentazione della campagna, l’MCE argomenta con ampiezza a favore di una valutazione, ma ancor più di una scuola, che non si limiti a perpetuare e registrare le disuguaglianze sociali, ma si adoperi per superarle, nella consapevolezza che

operare per la rimozione degli ostacoli richiede una prassi della valutazione, pensata non come momento esclusivamente finale del processo di insegnamento-apprendimento, ma come una pratica di controllo, riflessione, ridefinizione costante dei processi, individuali e di gruppo, per poterne orientare lo sviluppo successivo in modo consapevole sia per l’insegnante che per l’alunna/alunno. Invece troppo spesso la valutazione si limita a registrare le differenze iniziali tra alunni, a confermarle in itinere e a usarle per orientare in uscita.

Il documento fa anche ricorso a citazioni d’autore per dimostrare quanto il voto sia iniquo e deleterio; ne riportiamo una sola dal documento: il voto

“...non è solo un’assurdità docimologica ...è anche una rinuncia all’educazione, una testimonianza negativa dell’adulto, il segno dell’abbandono del principale imperativo dell’educazione: l’esigenza di un lavoro riflessivo che duri nel tempo, l’esigenza di un’attesa che permetta al soggetto di esaminare ciò che ha fatto migliorandolo, progredendo e superandosi”  (Philippe Meirieu) .

E una dalla pagina fb di Enrica Ena:

La scuola e l’azione pedagogica devono rappresentare lo spazio del possibile, anzi lo spazio del rendere possibile quello che sembra impossibile, il luogo dell’utopia concreta […] Fare della scuola il luogo dell’utopia pedagogica dove è possibile vivere e sperimentare quello che la società sembra non offrire e non permettere. (Alain Goussot)

Altre citazioni interessanti saranno raccolte nella silloge "Voti a schiovere".

La posizione di “insegnare”

Da anni sosteniamo  la necessità di contestare l’uso della valutazione decimale e di chiederne l’abrogazione, anche come condizione per rinforzare e legittimare pratiche didattiche alternative e coerenti. Appare ormai persino umiliante dover continuare a ricordarne le ragioni, citare i maestri della pedagogia e della docimologia, verificare quotidianamente i guasti del “voto”. Purtroppo la maggior parte della scuola, sorretta da un’opinione pubblica (non a caso ampiamente rappresentata da molti genitori) che si fonda su una sorta di pedagogia semplicistica e regressiva, preferisce continuare a trincerarsi dietro una pratica priva di senso e di giustificazione scientifica, in nome di una legittimazione normativa, anzi di un obbligo normativo, cui alcuni sono ben felici di ubbidire, estendendone persino l’applicazione, altri non hanno il coraggio o le condizioni di opporsi.

Noi continueremo a sostenere questa battaglia, come facemmo all’indomani della legge Berlusconi-Tremonti-Gelmini che reintrodusse i voti, proponendo ai docenti, che non ne condividevano i presupposti politici e le implicazioni pedagogiche, di fare una dichiarazione di “obbedienza coatta” e di pretendere l’ordine di servizio per compiere un atto contrario alla propria etica professionale.

Non è una battaglia facile, ma dopo anni di buio, ci sono nelle scuole segni di risveglio che vanno incoraggiati e salvaguardati. Il convegno milanese "Non sono un voto" ne è stata la conferma. I guasti prodotti dal ritorno dei voti decimali nella scuola di base stanno ormai risvegliando molte attenzioni e coscienze ed è quindi necessario e giusto riproporre la questione.  Vero, come afferma il documento MCE: dobbiamo liberare la scuola dalla "epidemia misurativa" e dalle patologie valutative, ridare centralità e coerenza al rapporto fra insegnamento e apprendimento.

Credo come molti, che non sia più sufficiente, anzi assai pericoloso, affiancare la valutazione formativa a quella diseducativa dei voti, le certificazioni descrittive delle competenze ai voti sommativi delle discipline, l'accostamento iniquo e inopportuno fra profluvio di descrittori sempre più vaniloquenti e apparente icasticità dei numeri...

Se non chiediamo e otteniamo l'abolizione della legge del ripristino dei voti nella scuola di base, continuando nel frattempo a esemplificare e diffondere forme alternative e costruttive di osservazione valutativa, e non apriamo una riflessione seria sulla loro nocività anche nella scuola secondaria di II grado, rischiamo solo di accrescere il grado di confusione e inconcludenza che sta opprimendo e affaticando la scuola.

E sia chiaro: non basta abolire il voto solo nella scuola di base. È l’intero rapporto fra valutazione sommativa decimale e scuola trasmissiva e selettiva, ancor più dominante nella secondaria di II grado, dove sono più alti i tassi di dispersione e selezione, che va messo in crisi e superato.

 

versione audio

 

Qualcuno  mette i voti...

Qualcuno mette i voti...
perché così almeno si capisce com’è andata.
Qualcuno mette i voti...
anche se così non si capisce com’è andata.

Qualcuno mette i voti...
perché sta seduto nelle ultime file del collegio docenti
e di qui non si sente che cosa dicono là davanti.
Qualcuno mette i voti...
perché sta seduto nelle prime file del collegio docenti
e tanto dietro non ascoltano che cosa si dice qua davanti.

Qualcuno mette i voti...
perché dopo dieci anni di precariato ha perso la speranza
Qualcuno mette i voti...
perché ha perso la speranza dopo trent’anni di ruolo.

Qualcuno mette i voti...
perché intanto è tutto inutile.
Qualcuno mette i voti...
perché è finalmente una cosa utile.

Qualcuno mette i voti...
perché la scuola è una cosa seria
ed è importante valutare con chiarezza.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola non è più una cosa seria
e tanto non gli importa quello che gli scrivi.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola non è mai stata una cosa seria
e bisogna smettere di perderci troppo tempo.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola deve tornare a essere una cosa seria.

Qualcuno mette i voti...
perché così imparano a non studiare.
Qualcuno mette i voti...
perché tanto non studiano lo stesso.

Qualcuno mette i voti...
perché ha fatto il sessantotto e non gli hanno mai dato retta.
Qualcuno mette i voti...
perché è ora di finirla con quelli che hanno fatto il sessantotto.
Qualcuno mette i voti...
perché lo fanno anche tutti quelli nati nel sessantotto.

Qualcuno mette i voti...
perché non ha mai fatto una sola ora di aggiornamento
tanto non ne valeva la pena.
Qualcuno mette i voti...
perché ha fatto troppe ore di aggiornamento
e non sa se ne è valsa la pena.

Qualcuno mette i voti...
perché è di destra e finalmente è arrivato
qualcuno a mettere un po’ di ordine e di disciplina.
Qualcuno mette i voti...
perché è molto di sinistra ed è ora di finirla
con il didattichese e il pedagogismo riformisti.
Qualcuno mette i voti...
perché è un vero democratico e ogni tanto
bisogna pur dar ragione alla destra.
Qualcuno mette i voti...
perché è di centro e tutte quelle
continue innovazioni hanno fatto male alla scuola.

Qualcuno mette i voti...
perché si fa più in fretta e con i figli, la casa,
la madre ammalata non si può mica star lì a scrivere
cose che non importano a nessuno.
Qualcuno mette i voti...
perché ha un doppio lavoro e bisogna pur mangiare.
Qualcuno mette i voti...
perché quello che conta sono i contenuti
e tutto il resto è solo burocrazia inutile.
Qualcuno mette i voti...
perché la didattica sono tutte balle e finalmente
la smetteranno di rompergli i coglioni.

Qualcuno mette i voti...
perché legge Pirani su Repubblica
Galli della Loggia sul Corriere
Ricolfi sulla Stampa
e trova che sia sempre lo stesso articolo
e che l’autore ha proprio ragione.

Qualcuno mette i voti...
perché ha letto tutti i libri della Mastrocola
e ne ha parlato anche col suo cane.
Qualcuno mette i voti...
perché ha letto tutti i libri di Starnone
e continua a parlarne con se stesso.

Qualcuno mette i voti...
perché è da tanti anni che non legge un libro.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha letto troppi libri.
Qualcuno mette i voti...
perché deve finire l’ultimo libro che sta leggendo.

Qualcuno mette i voti...
perché non ha capito che questa svolta
distruggerà definitivamente la scuola progressista.
Qualcuno mette i voti...
perché ha capito che questa svolta
distruggerà finalmente la scuola progressista.

Qualcuno mette i voti...
perché sta alle superiori e l’ha sempre fatto.
Qualcuno mette i voti...
perché sta alle medie e finalmente può farlo di nuovo.
Qualcuno mette i voti...
perché sta alle elementari e non è mica diverso dagli altri.

Qualcuno mette i voti...
perché lo dice la legge.
Qualcuno mette i voti...
perché anche se la legge non lo dice
si sa che è quello che intendeva il ministro.
Qualcuno mette i voti...
perché anche se la legge non lo dice
lo fa capire il regolamento del ministero.

Qualcuno mette i voti...
perché si è sempre fatto così.
Qualcuno mette i voti...
perché era ora di far di nuovo così.


Ma altri, non importa se pochi o tanti,
continueranno a non mettere i voti
perché nel loro cuore e nella loro mente
sanno che è meglio non farlo. Molto meglio.

Melbam, il 2 gennaio 2009
(pensando a Eluard, Gaber e Jannacci, si parva licet...)