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27/02/2014

Didattica inclusiva vs Didattica speciale

di Angela Caruso

Da una didattica per pochi a una didattica per tutti

Nella scuola italiana si è aperto un lungo dibattito in merito all’inclusività, citata nelle ultime direttive e note ministeriali relative ai BES, nelle recenti Indicazioni nazionali e nelle relative note di accompagnamento che la menzionano tra le tematiche trasversali.
La ricca documentazione ministeriale si intreccia con gli aspetti concettuali e pone una nuova e interessante ricerca su come raggiungere una didattica inclusiva, che riconosca e valorizzi le differenze di tutti in modo efficace ed efficiente.
Molte volte si cade nel tremendo errore di confondere i mezzi con i fini, ovvero di tradurre il bisogno speciale in procedure burocratiche che segnalano solo sulla carta “obbiettivi ideali”, senza una procedura didattica realmente applicabile.

Ma che cos’è una didattica inclusiva?

Una didattica inclusiva è  equa e responsabile,  fa capo a tutti i docenti e non soltanto agli insegnanti di sostegno, ed è rivolta a tutti gli alunni non soltanto agli allievi diversamente abili.
Tutta l’équipe insegnante deve essere in grado di programmare e declinare la propria disciplina in modo inclusivo, adottando una didattica creativa, adattiva, flessibile e il più possibile vicina alla realtà. Questo comporta il superamento di ogni rigidità metodologica e l’apertura a una relazione dialogica/affettiva, che garantisca la comprensione del bisogno e l’attuazione di risposte funzionali.

Da un documento elaborato dalla European Agency for Development in Special Needs Education “Profilo dei docenti inclusivi”, 2012, vengono delineati quattro valori di riferimento che delineano il profilo del docente inclusivo:

  • valutare la diversità degli alunni: la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza;

  • sostenere gli alunni: i docenti devono coltivare aspettative alte sul successo scolastico degli studenti;

  • lavorare con gli altri: la collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti;

  • garantire l'aggiornamento professionale continuo: l’insegnamento è una attività di apprendimento e i docenti hanno la responsabilità del proprio apprendimento permanente per tutto l’arco della vita.

Nel passato il bisogno educativo è stato troppo spesso medicalizzato e relegato esclusivamente alle figure specializzate, così anche la didattica, resa speciale, diveniva un assemblaggio di strategie educative indirizzate al caso specifico.

La didattica inclusiva è la didattica di tutti, che si declina alla personalizzazione e all’individualizzazione attraverso metodologie attive, partecipative, costruttive e affettive.

La qualità della didattica inclusiva è determinata dalla riflessività e dall’intenzionalità educativa, dalla ricerca delle motivazioni e delle ipotesi alternative, dalla capacità di cambiare le prospettive di significato e di produrre apprendimento trasformativo.

Per saperne di più

Profilo dei docenti inclusivi, 2012 dell' Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli Alunni Disabili.

Il video è tratto dal blog Unite for Quality Education

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Scrive...

Angela Caruso Docente nella scuola secondaria di primo grado e dottore di ricerca in "Studi Umanistici" presso l'Università degli Studi "G. d'Annunzio". Membro direttivo del CIDI di Pescara

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