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16/11/2023

Diventare lettori e lettrici

di Angela Maria Petrone

«Un romanzo non è un’allegoria» dissi verso la fine della lezione. «È l’esperienza sensoriale di un altro mondo. Se non entrate in quel mondo, se non trattenete il respiro insieme ai personaggi, se non vi lasciate coinvolgere nel loro destino, non arriverete mai a identificarvi con loro, non arriverete mai al cuore del libro. È così che si legge un romanzo come se fosse qualcosa da inalare, da tenere nei polmoni. Dunque, cominciate a respirare. Ricordate solo questo.
È tutto;potete andare».

A. Nafisi, Leggere Lolita a Teheran, 1° ed. italiana 2004

 

Molto tempo fa ho scritto un articolo per questa rivista, che era ancora in edizione cartacea. Lì riportavo un’esperienza fatta nelle mie classi sulla lettura. A margine di quell’articolo, in epigrafe, citavo una frase di Erri De Luca, che avevo ascoltato a Roma, alla Biblioteca Corviale nel 2009 e che mi ero segnata: «Leggere significa diventare proprietario della propria lingua». Quella frase mi ha colpito molto, giacchè mi ha illuminato su quanto potesse essere importante per me, insegnante di scuola primaria, riuscire a far appassionare i miei alunni e le mie alunne alla lettura, in quanto è proprio nei primi anni di scuola che si costruiscono le basi per l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze di lettura.

In quelle sette parole ho visto e sentito molto più di una frase a effetto su una platea di qualche decina di persone, in una periferia scomoda della capitale perché, come recitano le Indicazioni nazionali, sempre di grandissima attualità, «Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’ac­cesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio»[1]. 
E se leggi hai uno strumento in più per imparare ad esprimerti; se ti sai esprimere tutto diventa più facile: è come se avessi una casa dentro la quale ti sai muovere con disinvoltura.
Ma la lettura è sforzo. Avere una proprietà, possedere la propria lingua significa proteggerla, coltivarla, difenderla, ampliarla. E questo si fa anche per la lettura. Se ti fermi per un periodo, se non leggi più, sarà più difficile concentrarti, sarà più difficile tenere il filo in un romanzo, sarà più difficile entrare in empatia con i personaggi delle storie.

Come mantenere in continuità il gusto per la lettura? Ancora una volta ci vengono in aiuto le Indicazioni nazionali per le quali la lettura e la sua pratica sono centrali nel primo ciclo di istruzione ai fini dello sviluppo anche della «capacità di concentrazione e di riflessione critica, quindi come attività particolarmente utile per favorire il processo di maturazione dell’allievo»[2], e ci suggeriscono anche strategie e tecniche «compresa la lettura a voce alta, la cura dell’espressione e la costante messa in atto di operazioni cognitive per la comprensione del testo […]. La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé. Tutte queste esperienze sono componenti imprescindibili per il raggiungimento di una solida competenza nella lettura e per lo sviluppo di ogni futura conoscenza. […] mai tralasciare la pratica della lettura personale e dell’ascolto di testi letti dall’insegnante realizzata abitualmente senza alcuna finalizzazione, al solo scopo di alimentare il piacere di leggere. […] La consuetudine con i libri pone le basi per una pratica di lettura come attività autonoma e personale che duri per tutta la vita»[3].

Quale allora il ruolo dell’insegnante per fare tutto ciò? Mantenere sempre alto il piacere della lettura, costruendo, insieme ai giovani studenti una predisposizione a diventare lettori forti che si sembra una necessità ancor più importante nel momento storico che viviamo, tempo in cui assistiamo al diffondersi rapido e purtroppo incontrollato delle tecnologie informatiche e dei dispositivi digitali, in uso già dalla prima infanzia, che causano una pericolosa passività, anzichè stimolare l'attività cognitiva ed emotiva. 

È proprio per favorire il raggiungimento di questi obiettivi che il Cidi di Roma ha elaborato un progetto di formazione denominato Insegnalibro finanziato dal Cepell (Centro per il libro e la lettura) del Ministero della Cultura, con il bando "Educare alla lettura" 2022. Per far questo si è costituita una rete fra istituzioni scolastiche dislocate in vari territori italiani: a Torino, l’Istituto Comprensivo "Settimo I" di Settimo Torinese, a Roma l’Istituto Comprensivo "Tiburtina Antica" e l’Istituto Comprensivo "Piero Terracina" e a Cosenza l’Istituto Comprensivo "Gullo" e l’Istituto Comprensivo Statale di Mendicino. Alle scuole si affincano varie associazioni, anche queste suddivise nei diversi territori: a Cosenza, il Cidi, l’associazione Culturale e Teatrale "Maschera e Volto" e l’associazione Culturale "Porta Cenere"; a Roma, il Cidi, capofila del progetto, il "CGD" (Centro Genitori Democratici) e l’associazione "Blugiallo"; a Torino, "Babelica" che ha costruito il sito e si occupa della comunicazione.

Numerosi gli interventi di esperti ed esperte a livello nazionale, ne cito qui solo alcuni: Daniela Braidotti, Mirella Pezzin, Assunta Amendola, Michela Cesaretti Salvi, Margherita D’Onofrio, Assunta Morrone, Gino Roncaglia, Marcella Terrusi, Umberto Mosca, Chiara Ingrao.
Il progetto è stato presentato martedì 26 settembre 2023 a Roma, presso la sala Lonzi della Casa Internazionale delle Donne. A questo primo evento erano presenti, tra gli altri, le scrittrici Dacia Maraini e Chiara Ingrao, che sostengono, in vari modi, il lavoro del Cidi di Roma da diversi anni.

Il progetto Insegnalibro è costituito da percorsi di formazione in presenza e a distanza, articolati in seminari e attività laboratoriali che coinvolgono docenti, in particolare della scuola primaria, dei cinque istituti comprensivi su menzionati, ma anche genitori, bibliotecari, scrittori, atelieristi, editori chiamati a scambiarsi buone pratiche nate intorno ai libri e alla lettura: da quella ad alta voce alle storie di narrativa per sviluppare l’uso della lingua e le abilità di lettura, dagli incontri con gli autori e le autrici fino all’utilizzo consapevole e razionale delle tecnologie digitali e dei dispositivi mobili, per creare contenuti per le biblioteche scolastiche e per i social. Non mancano eventi quali presentazioni di libri, reading di poesia che si svolgono nelle scuole, in biblioteca/bibliopoint, nelle librerie, nelle fiere del libro e festival di letteratura per ragazzi e ragazze.
Gli obiettivi del progetto si possono riassumere in: migliorare le competenze degli/delle insegnanti nel sostenere il processo di acquisizione delle abilità della lettura; saper analizzare e scegliere un libro; conoscere bibliografie su tematiche specifiche; saper conoscere e utilizzare le piattaforme social per diffondere la lettura e presentare libri; coltivare la lettura ad alta voce nei/nelle docenti e nei genitori; saper dialogare con la filiera del libro dall’autore/illustratore al libraio, al bibliotecario; saper organizzare eventi sul libro e sulla lettura.

Per quanto riguarda in particolare la formazione dei docenti, questa si articola in cinque distinti percorsi,

  1. l'insegnante mediatore tra l’apprendente-lettore, il libro e la lettura
  2.  l'insegnante mediatore tra genitori e libro
  3. l'insegnante mediatore tra le tecnologie e la lettura
  4. l'insegnante mediatore tra i lettori e la filiera del libro
  5. l'insegnante mediatore tra i lettori e il territorio

Questi percorsi sono articolati sul ruolo dell'insegnante come mediatore; chi insegna, infatti, mette le proprie competenze a disposizione della classe e non solo, progettando le iniziative didattiche, scegliendo e proponendo attività significative per costruire un processo continuo di frequentazione con i libri e la lettura che chiami in causa tutti gli attori del processo educativo. Il ruolo di mediatore è tanto più importante quanto più i contesti di appartenenza degli alunni sono lontani dalla cura della competenza di lettura, lasciando così alla scuola l'intera responsabilità in questo ambito.

Diventa quindi tanto più importante attrezzarsi per attivare le strategie più consone perché tutti, proprio tutti, possano diventare lettori.

 

Immagine a fianco: "il bibliotecario" di G. Arcimboldo, 1562

 

Scrive...

Angela Maria Petrone Insegnante nella scuola primaria

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