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cultura e ricerca didattica

06/11/2023

Fare rete per Educare alle Differenze

di Caterina Rapini

La solitudine degli insegnanti quando si parla di educazione di genere a scuola è paragonabile a quella dei numeri primi. Ci si sente spesso inadeguatз, poco competenti, isolatз, spaventatз nell’uscire dai binari del fantomatico (e superato) programma o del libro di testo, carichз di troppe cose per pensare anche all’ennesimo fardello.

È per questo che la rete Educare alle Differenze da più di dieci anni organizza un meeting nazionale, un incontro lungo due giorni, per mettere al centro il dialogo tra insegnanti e persone che lavorano nel mondo dell’educazione, per rendere possibile la condivisione e lo scambio di buone pratiche. 
Educare alle Differenze è una rete di associazioni presenti nella Penisola che lavora per educare al rispetto e alla libertà, per valorizzare le differenze e per contrastare ogni forma di discriminazione. La rete realizza progetti educativi, culturali e sociali che coinvolgono bambinз, studenti, famiglie, insegnanti della scuola pubblica; le associazioni che ne fanno parte lavorano con linguaggi e competenze diversi, ma sempre con lo stesso obiettivo: promuovere una reale educazione alle differenze. 
L’educazione alle differenze non è l’ennesima materia a cui dedicare qualche ora l’anno, o un tema da infilare in un progetto interdisciplinare: l’educazione alle differenze è pratica quotidiana, è cambiamento di sguardo, è consapevolezza dei messaggi che si scambiano i nostri corpi quando entrano in un’aula scolastica. Per farlo c’è bisogno di interrogarsi quotidianamente, di mettersi in gioco, e in questo avere una rete di supporto può rivelarsi fondamentale. 
 

L’ultimo meeting di Educare alle Differenze si è tenuto circa un mese fa a Bari, in una scuola pubblica del quartiere Murat, tra la stazione e il mare. Per due giorni oltre cinquecento persone venute da tutta Italia si sono ritrovate nelle aule della scuola per prendere parte ai laboratori proposti, alle tavole rotonde, alle presentazioni di libri, agli spettacoli.
La rete di Educare tiene insieme i fili di un evento che nasce dal basso: ogni anno le attività vengono selezionate attraverso una call aperta, che chiede a chi vuole di costruire insieme l’edizione, proponendo un laboratorio, un poster, una mostra. L’approccio vuole essere il più informale e laboratoriale possibile, lontano da ogni modalità nozionistica e trasmissiva, come ci insegna tutta la ricerca pedagogica sulla didattica attiva: se non siamo noi in primis a formarci e auto formarci attraverso pratiche orizzontali e cooperative, come possiamo metterle in pratica nelle nostre aule? 

L’evento si è aperto e si è chiuso con un’assemblea plenaria nella palestra della scuola, con il pavimento di gomma verde e i materassini a fare da seduta. Sono intervenutз insegnanti, dirigenti, realtà associative, persone che lavorano nel campo dell’educazione. Si è tracciato un quadro delle questioni di genere nella scuola contemporanea, ci si è scambiati strumenti normativi, ci si è interrogati su quanta strada ancora c’è da fare per condividere linguaggi, posture, prospettive.
L’emozione di ritrovarsi è stata tanta, perché negli ultimi mesi la solitudine e la frustrazione di chi lavora ogni giorno nella scuola per promuovere l’educazione al rispetto è diventata sempre più grande. 
Tra i tanti aspetti affrontati, è rimasto centrale un tema che sta particolarmente a cuore alla rete di Educare alle differenze: quello del contrasto alla violenza di genere e del genere (intesa come la violenza che colpisce tutte le persone che non rispettano le aspettative "sociali" di genere). Dopo gli episodi di violenza e i femminicidi che hanno segnato quest’estate il dibattito sull’educazione, sulle periferie, sulla violenza tra minori ha toccato dei picchi agghiaccianti. 

È fondamentale porre una premessa irrinunciabile: la prevenzione della violenza comincia anche in classe, promuovendo un’educazione che decostruisca gli stereotipi, che attivi l’empatia, che interroghi la complessità del mondo mettendo in discussione i sistemi di oppressione, le discriminazioni, le possibili dinamiche violente cristallizzate nelle relazioni. A volte, però, tutto questo non basta e il tema della violenza di genere entra, senza bussare, nelle aule: bullismo omofobico, violenza verso lз studenti trans, molestie e abusi subiti dalle studentesse, violenza assistita a casa. 
Sono queste le situazioni in cui alla scuola (e soprattutto allз insegnanti) vengono chieste le risposte più urgenti, e sono queste le situazioni davanti alle quali ci si trova più impreparatз.
Dunque che fare? La domanda, di siloniana memoria, se l’è posta anche un gruppo interno alla Rete Educare alle Differenze che per due anni ha lavorato sulla stesura di linee guida dal titolo: Che fare? Tutto quello che avreste voluto sapere per contrastare le domande di/del genere a scuola. Le linee guida affrontano le possibili situazioni di violenza che si possono incontrare a scuola ponendosi domande semplici: come te ne accorgi? Cosa puoi fare? Che parole usare?
E anche: cos’è meglio non fare? 

Il resoconto del lavoro svolto nel meeting di trova in un documento, presentato a Bari, in cui si espongono le linee guida per gestire in classe il tema e le stesse situazioni critiche. Spunti operativi, indicazioni normative, e punti di vista importanti per costruire ambienti di educazione, attraverso il sapere a scuola. 

Nel turbinio vorticante della scuola di oggi, e con il fortissimo rischio di scivolare nell'appiattimento banalizzante di questioni fondative della consapevolezza per la cittadinanza, questo strumento siffatto può sembrare un piccolo appiglio. Noi insegnanti abbiamo bisogno di tante occasioni come queste per un confronto frequente che ci faccia sentire sorretti da una rete di persone, di sostegni normativi, di strumenti pratici: più comunità, e meno numeri primi. 
 

Parole chiave: questioni di genere

Scrive...

Caterina Rapini Docente di italiano e latino nella scuola secondaria di secondo grado, fa parte dell'associazione SCOSSE e della rete "Educare alle Differenze"

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