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editoriali

07/11/2019

Per l'abolizione del voto decimale

a cura di insegnare

"insegnare" aderisce alla Campagna "Voti a rendere" promossa da MCE e accolta da numerose associazioni professionali.

La valutazione numerica sgretola ogni sforzo progettuale e didattico, soprattutto nelle scuole del primo ciclo, poiché ogni processo direttamente derivante dai bisogni degli studenti si svuota se viene ancorato a una scala di misure piuttosto che a ciò che veramente conta: l'attivazione di intelligenza, emotività, fatica all'interno di azioni didattiche scelte dentro i curricoli delle scuole.

I valori numerici sono entità estranee al processo di insegnamento-apprendimento, giacché il processo stesso non è fatto di unità discrete, ma di un percorso articolato e complesso, che acquista significato concreto solo se viene descritto. 

La valenza formativa della valutazione, evocata dallo stesso decreto 62/2017, si rinviene solo dentro il discorso didattico e pedagogico e ad esso è organica, e si attua attraverso un approccio descrittivo e proattivo; senza questo, qualsiasi strumento misurativo, per quanto flessibile e raffinato, non serve.

Il provvedimento normativo sopra citato ha portato, inoltre, le scuole ad una schizofrenia procedurale, cioè la definizione dei livelli di apprendimento, espressi in formule descrittive delle competenze acquisite, che dovrebbero assicurare una parvenza di legittimità e uniformità, ma di fatto si sommano in modo spesso non comprensibile alla valutazione numerica.

Pertanto, è per noi pienamente condivisibile la posizione secondo la quale la scuola della Costituzione non garantisce il "superamento degli ostacoli" e il senso stesso dalla sua funzione pubblica aumentando un presunto tasso di oggettività nella valutazione, ma assolve alla sua finalità solo se realizza le condizioni per attuare, gradualmente e con continuità, una dinamica insegnamento-apprendimento per il raggiungimento di obiettivi culturali dentro una comunità civile. 

L'abolizione del voto numerico e l'avvio di una prassi di valutazione dentro processi didattici significativi consentirebbe agli insegnanti e alle scuole stesse di recuperare e consolidare un ruolo affidabile all'interno della società civile, in un dialogo franco con le famiglie.

Maria Gloria Calì


Vedi anche:

L'apertura dello speciale "Voti a rendere"
    La Campagna "Voti a perdere" dell'MCE
Le ragioni dell'adesione di "insegnare" a cura di Maria Gloria Calì

Il resoconto del convegno di Milano "Non sono un voto" del 28.10.2019 a cura di Mario Ambel