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22/10/2022

Superato dagli eventi

di Mario Ambel

Mentre si aspettavano gli esiti delle consultazioni del Capo dello Stato, ieri mattina ho ascoltato questa intervista di colui che tutti indicavano come probabile Ministro dell'Istruzione (MI).

 
L'ascolto di questo video mi aveva suggerito queste riflessioni, tra l'ironico e il preoccupato, ma non prive di un invito verso istanze democratiche di alto profilo.
 

Pare che il prof. Valditara sarà il nuovo ministro dell'Istruzione, che da un po' di tempo ha perso la P di Pubblica.
La nuova maggioranza, il cui programna di governo potremmo definire Forza Fratelli d'Italia Frantumata, riesce dunque a coniugare due principi apparentemente antitetici: la forte vocazione patriottica e nazionalista con le intenzioni autonomiste e indipendentiste di ciascuna Regione. Il tutto alimentato da una forte fiducia nell'innovazione a trazione lombarda.
Un netto ritorno all'Italia dei Comuni, riciclata in Regioni, già a suo tempo consacrata dai fedeli del Carroccio ora saliti sul torpedone Roma-Budapest-Varsavia, con pellegrinaggi purificatori lungo la strada . Questione di identità differenti: conciliabili?
In attesa di avere ulteriori lumi su come questo affascinante programma degli arditi del popolo padano si riverbererà sulle sorti della istruzione, vogliamo solo porre al quasi neo ministro un problema molto serio.

Abbiamo più volte ribadito la nostra contrarietà a ogni proposito di autonomia differenziata per la scuola, anche quando affascinava autorevoli esponenti e propositi dell'ultimo ex ministro e dell'attuale maggiore partito di minoranza. Questo per rassicurare il Ministro che non c'è nulla di personale o di parte nella nostra opposizione: proprio non ci piace l'idea.
Ma c'è di più. A proposito del rapporto ossimorico (o antitetico, se si preferisce) dell'unitarietà differenziata, la scuola vive un problema molto delicato.
Lo possiamo riassumere con un proposito di alto valore programmatico, che sta nelle Indicazioni nazionali e che il ministro dovrà assumere come compito istituzionale, a meno che lo voglia cambiare.
Dice:"Adottare comportamenti differenziati nei confronti delle diversità affinché non diventino disuguaglianze". Ebbene, le disuguaglianze ci sono già e gravi. Ecco, se, nel sistema scolastico italiano, il ministro Valditara riuscirà a fare scelte differenziate che riducano quelle disuguaglianze e non ne creino altre, avrà tutta la nostra riconoscenza.
Come? Ci sono ritardi strutturali da colmare (0-6 e tempo pieno al sud come ci sono già in lombardia e in emilia romagma e altri che non stiamo a elencare: sono noti).
Ma c'è di più. Quella frase, nelle Indicazioni, non riguarda questioni strutturali, ma sociali, culturali, cognitive e non. Terreno assai più impervio, sul quale è assai più difficile conciliare unitarietà/omogeneità di intenti e di fini e flessibilità/eterogeneità di provvedimenti e comportamenti.
Modalità cui raramente o quasi mai si riesce a dar corso. Ma non è detto sia impossibile per chi riesce  a conciliare Mazzini, Gentile e Marconi. Per citare solo i migliori. 

La realtà purtroppo supera talvolta la fantasia e gli incubi peggiori e nel pomeriggio abbiamo appreso che sì, l'on. Valditara è diventato Ministro, ma non dell'Istruzione, bensì del Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM).
E allora, è passata a noi tutti la voglia di scherzare e di illuderci che il nuovo Ministro intenda contrastare le disuguaglianze. Tutt'altro: sarà a capo di un Ministero che subordina o finalizza l'istruzione alla meritocrazia, ideologia che si alimenta proprio delle disuguaglianze, senza le quali non avrebbe senso: sono le acque limacciose dove prospera, spacciandole per limpide.

 

 

Parole chiave: merito

Scrive...

Mario Ambel Per anni docente di italiano nella "scuola media"; esperto di educazione linguistica e progettazione curricolare, già direttore di "insegnare".

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