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28/01/2024

Se un liceo nasce a "Vinitaly"

di Grazia Maria Pistorino

Il 3 aprile 2023, meno di un anno fa a Vinitaly, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato la necessità di «un liceo del Made in Italy per valorizzare le nostre eccellenze». Detto, fatto! In pochi giorni, già il 19 maggio quell’idea si concretizzava in una bozza di Disegno di legge, poi trasformata nella Legge 206 del 27/12/2023 recante “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”, entrata in vigore l’11/1/2024 e che agli artt. 18 e 19 contiene la parte inerente all’istituzione del Liceo del made in Italy. Questa la tempistica e la genesi, vediamo di che si tratta.

L’istituzione del percorso liceale Made in Italy nell’ambito dell’articolazione del sistema dei licei rappresenta un provvedimento di bandiera che si fonda esclusivamente sul bisogno di sviluppare nelle alunne e negli alunni competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione di specifici settori produttivi del Made in Italy. Si prevedono conoscenze, abilità e competenze approfondite nelle scienze economiche e giuridiche con intersezioni con le scienze matematiche, fisiche e naturali, al fine di sviluppare competenze che sul piano storico, geografico e artistico valorizzino origine e sviluppo dei settori produttivi tipici del made in Italy nel contesto internazionale. Si intende potenziare l’apprendimento integrato dei contenuti delle attività formative programmate in lingua straniera veicolare (CLIL), ma “senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica e ferma restando la possibilità di ricevere finanziamenti da soggetti pubblici e privati”. Si propone il solito rafforzamento dei percorsi PCTO, attraverso la connessione con il tessuto socioeconomico-produttivo del contesto imprenditoriale di riferimento, e il potenziamento dei percorsi di apprendistato. Completano il quadro formativo principi e strumenti per la gestione d’impresa, tecniche e strategie di mercato per le imprese del Made in Italy, strumenti per il supporto e lo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del Made in Italy, strumenti di sostegno all’internalizzazione delle imprese dei settori del Made in Italy e delle relative filiere.

Nella descrizione del nuovo indirizzo leggiamo solo l’ambizione (vuota) di istituire percorsi con discipline tecniche specifiche, ma senza prevedere un incremento dei laboratori, quindi di insegnanti tecnico pratici e assistenti tecnici. Perdipiù, i licei hanno un orario settimanale di 27 ore nel biennio e 30 nel triennio e non sono ordinamenti di tecnici o professionali, quindi l’intera operazione rischia di essere solo un cambio di denominazione perché gli spazi di flessibilità nel piano orario non consentono un incremento di materie ad invarianza di spesa.
A tutt’oggi, infatti, con la fase delle iscrizioni in pieno svolgimento, non si conosce per intero l’offerta formativa del nuovo liceo giacchè sono noti i piani orario del biennio e non quelli del triennio: un vero e proprio salto nel buio per studenti e famiglie che non sanno a quale percorso stanno affidando il proprio futuro e per i docenti che non sanno esattamente chi di loro perderà più ore; al momento la sola certezza riguarda l’eliminazione di Scienze umane e la diminuzione di un’ora di seconda lingua straniera, dando così una palese dimostrazione di incoerenza rispetto all’obiettivo predicato di una internazionalizzazione dei percorsi.

Completa il quadro drammatico l’istituzione della Fondazione denominata “Imprese e competenze", costituita dai ministeri delle Imprese e del made in Italy e dell’Istruzione e merito. La Fondazione, di cui possono far parte anche soggetti privati, ha il compito di promuovere il raccordo tra le imprese e i licei, diffondere la cultura d’impresa tra gli studenti, favorire iniziative mirate ad un rapido inserimento degli stessi nel mondo del lavoro e favorire la progettazione di attività didattiche e professionali dedicate al Made in Italy. Si tratta, in sintesi, di determinare gli obiettivi strategici del nuovo indirizzo, fornendo in pratica gli orientamenti culturali degli ordinamenti di un indirizzo scolastico È la rappresentazione plastica di quanto l’obiettivo del governo sia quello di subordinare la formazione culturale del futuro cittadino alle esigenze delle imprese e del mercato del lavoro per formare lavoratori legati a circoscritte professionalità prodotte dal contesto delle aziende italiane del momento.

Purtroppo, l’ebrezza prodotta da Vinitaly non finisce qui: il nuovo liceo, per poter sorgere, dovrà cannibalizzare un altro liceo: l’opzione "economico-sociale" del liceo delle scienze umane. Dalle primissime bozze che prevedevano l’automatica soppressione di questa interessante esperienza didattica (i numeri ci parlano di una crescita di iscrizioni di oltre il 30% in cinque anni), si è passati al testo definitivo contenuto nella L. 206/2023 che contiene l’indicazione precisa rispetto al fatto che dall’attivazione del nuovo percorso consegue la soppressione di un corso di LES, mentre possono proseguire i corsi già attivati che non intendono modificare la propria struttura.

L’intera fase è stata naturalmente accompagnata da proteste e contestazioni e i risultati delle iscrizioni danno ragione a chi ha voluto resistere, negando il consenso a questo cambiamento così mal concepito e con delle finalità così pericolose. Un autentico flop!
Ecco i dati inseriti sulla piattaforma per le iscrizioni al 23 gennaio 2924: sono presenti 92 corsi di Liceo del Made in Italy: 17 in Sicilia; 12 in Lombardia; 12 nel Lazio; 9 in Puglia; 8 nelle Marche; 8 in Calabria; 6 in Abruzzo; 5 in Toscana; 3 in Liguria; 3 in Piemonte; 3 in Veneto; 2 in Molise; 1 in Basilicata; 1 in Emilia-Romagna; 1 in Sardegna; 1 in Umbria. Nessuna adesione in Trentino, Valle d’Aosta e Friuli, mentre l’Assessora regionale all’Istruzione della Campania ha posto rilievi rispetto alla mancanza di prospettive, negando l’autorizzazione alle scuole richiedenti.

Oltre a quanto abbiamo detto finora, esiste un ulteriore rischio: tutto il progetto, così come già per la sperimentazione quadriennale della filiera tecnologico-professionale, punta a valorizzare i settori specifici del made in Italy aderendo alla vocazione produttiva del territori e realizzando, di fatto, anche riguardo allo sviluppo economico del Paese, una visione miope rispetto agli eventi ipercomplessi, globalizzati e in continua mutazione dei fenomeni e meccanismi economici in corso, a partire dalla transizione ecologica e digitale.
Agganciare le competenze a specificità territoriali a discapito dell’approccio critico (come con la soppressione delle scienze umane) significa tarpare le ali proprio a quella che, paradossalmente, è una delle caratteristiche vincenti del made in Italy: cioè, la creatività.

Il provvedimento istituisce, quindi, un liceo con una finalità poco comprensibile: il made in Italy, che, nelle intenzioni del compilatore della norma, appare un concetto indistinto, implicito, dovrebbe essere la capacità della manifattura/cultura italiana di essere riconoscibile e attrattiva rispetto ai mercati internazionali. Probabilmente si immagina che un solo liceo possa formare i futuri “Valentino”, “Ferrari”, etc., ignorando che la creatività e la maestria sono attitudini complesse, frutto per lo più di una formazione ampia, generale, oltre che tecnica, in cui l’estro e la competenza possono essere sviluppate coltivando spesso ciò che è inessenziale, poco funzionale, magari inutile, ma che è trova la sua motivazione nella curiosità, dalla sensibilità e dalla voglia di apprendere. Tutto ciò sarebbe oggi ampiamente consentito dagli ordinamenti già esistenti, a condizione che le nostre scuole siano sufficientemente sostenute da dotazioni organiche, tempo scuola, laboratori, compresenze e che non siano al contrario penalizzate da tagli di personale e da riduzioni nei quadri orario delle discipline (come avvenuto per le lingue straniere).

Ancora una volta, in coerenza con l’impalcatura ideologica dominante, si tenta di declinare metodologie e contenuti didattici in funzione subordinata nei confronti del mercato del lavoro e dei bisogni del sistema delle imprese: un liceo nato a Vinitaly.
All'inserimento forzoso di questo progetto la scuola ha resistito, dando così prova di consapevolezza professionale e di reale attenzione ai bisogni culturali di ragazze e ragazzi. 

 

foto a fianco di @M.GloriaCalì

Scrive...

Graziamaria Pistorino Graziamaria Pistorino, Docente di Storia e Filosofia, Presidente della Commissione Politiche del Personale del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), Segretaria nazionale della FLC CGIL

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