In un’epoca in cui si discute sui confini che ci limitano, faticando a eludere il bisogno di marcare i territori, invece di considerare semplicemente il muoversi in uno spazio circoscritto dalle dimensioni del pianeta che ci ospita, i ragazzi si riappropriano di dimensioni locali e contemporaneamente comunicano con linguaggi universali.
La scuola è spesso stata radar per intercettare gli elementi di disconnessione e di variazione, gli elementi di rottura e di cambiamento delle diverse generazioni, cercando di non demonizzare ma osservando con attenzione e contestualizzando con approcci sociolinguistici e finalità inclusive. Per questo la scuola si deve offrire come luogo dove i ragazzi possano trovare una guida rispetto a tutto ciò che molti vedono come una pericolosa contaminazione della lingua , un’interferenza da eliminare.