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reportagecultura e ricerca didattica

02/09/2024

Progettare la continuità: l'esperienza di "RiminInRete"

di Lorella Camporesi

Il 6 giugno 2015, con il D.M. 435, il MIUR propone un bando per il finanziamento di progetti finalizzati all’implementazione dei Piani di Miglioramento. L’idea del bando è che ogni scuola possa usufruire di un finanziamento aggiuntivo, rispetto a quelli ordinari, per sviluppare azioni nell’ambito della prospettiva avviata con il D.P.R. 80/2013, il nuovo sistema di valutazione e autovalutazione delle istituzioni scolastiche.
Su questa opportunità che si presentava, le scuole della provincia di Rimini hanno deciso di mettersi intorno ad un tavolo per individuare le necessità reali sulle quali il finanziamento avrebbe potuto consentire di intervenire. 
Si crea in questo modo la Rete "RiminiInRete - diminuire la distanza, aumentare la continuità". 

La rete nasce da una riflessione sulla questione nodale dell’orientamento scolastico e si fonda su una semplice idea di base: a partire dalla constatazione che il passaggio da un grado scolastico all’altro è un momento critico per gli studenti (con buona pace dell’enfasi che viene messa da tempo sull’orientamento in uscita e in entrata) e che questa criticità è anche fortemente condizionata dai pregiudizi consolidati sul percorso scolastico, emergono alcune esigenze:

  • nessun istituto scolastico riesce ad essere veramente efficace nelle attività di orientamento, se opera da solo: è indispensabile un coordinamento efficace a livello territoriale;
  • i pregiudizi delle famiglie (e anche di una parte del mondo della scuola) possono essere scardinati facendo ricorso ai dati: la cultura del dato va valorizzata adeguatamente, anche in ottica orientativa.

Rispetto alla raccolta dati, i sistemi di valutazione esterna della scuola (Invalsi, OCSE, Eduscopio ecc.) partono dal presupposto che l’analisi dei dati, per essere oggettiva, debba essere estranea al sistema complesso che diventa oggetto di studio.
Tutti questi modelli di valutazione offrono effettivamente interessanti raccolte dati, da cui tuttavia non sempre si ricavano conclusioni utili alla pratica didattica e organizzativa delle scuole, anzi a volte la divulgazione mainstream rischia di trasformare queste informazioni in armi da brandire contro le scuole stesse (con tutto quel che ne consegue in termini di reazioni difensive delle istituzioni scolastiche e del personale, che si sente ingiustamente bistrattato).

La rete RIR, invece, ha sposato il principio su cui fonda le sue basi la ricerca- azione, che agisce dall’interno del sistema, nella consapevolezza di esserne parte attiva e fattore di modificazione nel momento stesso in cui mette in atto un processo di ricerca.
I dati raccolti riguardano le valutazioni quadrimestrali, che ciascuna scuola può facilmente scaricare in modalità massiva dal proprio registro elettronico e caricare sulla piattaforma digitale RIR, insieme ai dati sulle frequenze degli studenti: ciascuna scuola aderente alla rete incarica un referente di istituto, che può (con le debite precauzioni relative alla normativa privacy) consultare ed elaborare i dati di tutti gli studenti che hanno frequentato la propria scuola, realizzando in tal modo ricerche mirate sulle esigenze del singolo istituto scolastico e fornendo indicazioni oggettive per l’elaborazione dei documenti programmatici della scuola.
Il sistema si avvale di un gruppo di progetto, costituito da personale scolastico, che quindi ha consapevolezza del senso e del valore dei dati raccolti e può ragionevolmente immaginare modalità utili di standardizzazione, di elaborazione e di ricerca:

  • Lorella Camporesi (DS scuola- capofila, coordinamento, gestione amministrativa)
  • Filippo Albertini, docente (gestione piattaforma, formazione tecnica)
  • Alessandra Nanni, docente (formazione tecnica, elaborazione dati)
  • Arianna Morri, docente (elaborazioni statistiche, formazione)
  • Elisabetta Mazzoli, ATA (assistenza tecnica)
  • Emanuele Lucarini, ATA (assistenza tecnica)

Ulteriore caratteristica della Rete è l’apertura alle collaborazioni interistituzionali e territoriali: negli anni sono stati stilati protocolli di intesa con il Comune di Rimini, con l’Università di Bologna e ci si è avvalsi della collaborazione di docenti, ricercatori e studenti del Campus Unibo di Rimini, di Unibo Campus di Cesena, dell’Università Bocconi di Milano.

Naturalmente, lungi dal pensare che le valutazioni numeriche così raccolte abbiano un valore oggettivo, riteniamo che possano dare invece conto della soggettività della scuola (soggettività da tenere ben distinta dall’idea di parzialità o aleatorietà con cui banalmente viene a volte confusa): in sostanza, se uno studente esce da una scuola del primo ciclo con un 9 in matematica e, nell’ingresso al secondo ciclo, questo 9 si trasforma in un 7 o in un 6, questo dato fornisce preziose informazioni alla scuola di provenienza e a quella di arrivo sulla concezione e sull’impostazione dell’insegnamento della matematica nei due ordini di scuola, senza dimenticare che il dato, pur non essendo come si è detto oggettivo in senso assoluto, ha comunque un effetto reale (nel senso della psicanalisi lacaniana) nella vita dello studente stesso, poiché produce conseguenze nel suo percorso scolastico e umano.

Naturalmente il confronto tra due soli dati sarebbe poco utile, poiché potrebbe essere del tutto casuale, ma uno studio statistico di tutte le valutazioni delle discipline in senso longitudinale può offrire evidenze di specifici trend, e di conseguenza fornire piste di lavoro, oltre a consentire la possibilità di un confronto con i risultati invalsi, per una riflessione sul rapporto tra le due rilevazioni.

L’altra idea fondamentale del progetto è che questa riflessione possa e debba essere fatta da persone di scuola all’interno dei singoli istituti e dal gruppo di progetto per verificare il trend territoriale: nessun intento classificatorio, quindi (la regola aurea della rete RIR è “non vengono mai diffusi risultati comparativi tra le scuole”), ma una forma di ricerca- azione, appunto, contestualizzata e finalizzata ad una costante riprogrammazione delle attività didattiche per gli studenti, delle proposte formative per i docenti, degli aspetti organizzativi per i dirigenti e per l’Ufficio scolastico territoriale e gli enti locali di riferimento.
In sostanza, un’autovalutazione formativa e non una valutazione sommativa (e quindi inevitabilmente classificatoria e sotterraneamente accusatoria) come quelle che a volte vediamo pubblicate sui quotidiani.
Anche se dopo il finanziamento iniziale il progetto ha dovuto cominciare ad autosostenersi con il contributo delle scuole aderenti e quindi con una ridotta disponibilità economica, i dati raccolti dalle scuole sulla piattaforma sono attualmente in numero molto consistente e hanno prodotto una numerosa serie di differenti analisi, non soltanto sul tema cardine dell’orientamento, che tuttavia costituisce il core dell’attività di ricerca svolta in questi anni, che ha messo in luce una serie di aspetti significativi, tanto che nel 2023 una ricerca di RIR, curata dalla dott.ssa Beatrice Franzolini che collabora con la Rete, è stata presentata al VII Seminario Invalsi. Alcuni spunti che ne sono emersi possono essere sintetizzati come segue:  

  • La ricerca conferma solo parzialmente le idee comunemente diffuse relativamente alle tendenze nelle iscrizioni alle secondarie di secondo grado, in base alle quali la scelta sarebbe legata specificamente alla valutazione più o meno elevata in uscita dal primo ciclo.
  • Più della metà degli studenti della provincia di Rimini vengono indirizzati dai consigli orientativi delle scuole secondarie di primo grado ad un liceo, ma tale suggerimento viene rivolto molto più frequentemente alle ragazze che non ai ragazzi, aprendo quindi una questione di genere.
  • Il Consiglio orientativo è significativamente correlato con le valutazioni nel caso delle eccellenze, mentre nella fascia bassa delle valutazioni in uscita non si riscontra un’analoga correlazione e appare significativamente influente, in questa fascia di valutazione, l’aspetto comportamentale, in base al quale anche alunni con valutazioni basse in uscita possono essere indirizzati al liceo, se presentano una valutazione alta di comportamento. 
  • Il numero degli studenti che non segue il Consiglio orientativo è tuttavia significativamente alto. Questo conferma le risultanze di una precedente ricerca RIR, svolta attraverso questionari agli studenti, che metteva in luce come la scelta della scuola superiore fosse influenzata dai consigli degli amici e della famiglia, nonché dal giudizio formulato dagli studenti di terza media durante le visite alle scuole superiori.

Come ogni ricerca, anche questa presenta risultati che, se offrono già spunti di riflessione per azioni di miglioramento, contemporaneamente aprono nuovi interrogativi e piste di indagine, quali ad esempio:

  • Quanto pesa l’educazione di genere, famigliare ma anche scolastica, sul percorso e sulle scelte degli studenti riminesi?
  • Perché una percentuale significativa di famiglie decide di non seguire il Consiglio Orientativo della scuola?
  • Fino a che punto l’indicazione del Consiglio Orientativo e la scelta dell’indirizzo della scuola secondaria di secondo grado tengono conto delle condizioni attuali del mondo del lavoro e quanto sono invece condizionate da pregiudizi sui percorsi proposti dalle scuole superiori?
  • Esiste una differenza statisticamente significativa nel successo scolastico degli alunni che lo seguono, rispetto a quelli che non lo seguono?

E quindi, il lavoro di RIR continua…

Scrive...

Lorella Camporesi Dirigente scolastica dell'I.I.S.S. "A. Bertola" di Rimini, coordinatrice del gruppo di lavoro per "RiminiInRete". .

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