Nata e cresciuta a Omegna, come il suo illustre concittadino Gianni Rodari, Ersilia Zamponi, dopo una vita dedicata all’insegnamento nelle scuole elementari e medie e alla scrittura, ci ha lasciati il 3 agosto 2025, all’età di 84 anni. Saggista, insegnante ed educatrice è conosciuta soprattutto per il suo approccio ludico e creativo all'insegnamento della lingua italiana. Ha portando avanti un percorso che ha valorizzato la creatività come strumento dell’apprendimento linguistico e testimonianza ne ritroviamo nelle sue pubblicazioni e nei materiali didattici da lei realizzati. Con la sua recente scomparsa, la comunità educativa italiana perde una figura di grande rilievo, capace di intrecciare il proprio lavoro con il lascito culturale del suo già citato concittadino Gianni Rodari, proseguendone e arricchendone l’eredità nella didattica della lingua e dei giochi con le parole. L’insegnante piemontese, ispirandosi all’approccio rivoluzionario all’insegnamento della lingua italiana rintracciabile nella Grammatica della fantasia, ha sviluppato e affinato l’uso del gioco linguistico nella didattica, focalizzandosi su attività che valorizzano tanto il divertimento quanto l’apprendimento significativo, in cui il gioco e la fantasia si presentano come strumenti fondamentali per stimolare la creatività e il pensiero critico nei bambini. Attraverso laboratori linguistici, giochi di parole e iniziative editoriali scolastiche, Zamponi ha tradotto le idee rodariane in pratiche concrete, promuovendo un’educazione partecipativa indispensabile alla formazione della personalità e del pensiero divergente. Le sue esperienze scolastiche dimostrano come il gioco e la poesia non siano solo strumenti di svago, ma chiavi fondamentali per una relazione viva con la lingua e per lo sviluppo di competenze critiche nei giovani studenti. Oltre a Rodari, Giampaolo Dossena rappresenta un’altra figura fondamentale che ha avuto una profonda influenza nel percorso di Ersilia Zamponi, definendo e trasformando in modo incisivo l’approccio all'insegnamento della lingua italiana. Con Dossena intrattenne un intenso scambio epistolare, conservato presso l’Archivio Dossena all'Università di Modena e Reggio Emilia, che rappresentò una fonte di ispirazione e un punto di riferimento cruciale. Zamponi condivideva con Dossena, giornalista cremonese, esperto di storia e cultura del gioco linguistico, le sue esperienze di sperimentazione didattica con i giochi linguistici applicati in classe, ricevendo da lui, con franchezza e rigore critico, giudizi precisi che hanno aiutato Zamponi a credere maggiormente nelle proprie capacità e nel proprio progetto pedagogico. Le rubriche di giochi linguistici di Dossena pubblicate su Tuttolibri, supplemento culturale del quotidiano La Stampa, ispirarono anagrammi, logogrifi, rebus, e molte altre forme di giochi con la parola, permettendo a Ersilia Zamponi di sviluppare un approccio innovativo che trasformava la lingua in un terreno di gioco stimolante e coinvolgente per gli studenti, dove il piacere, la fatica e la difficoltà stessa diventano motori di apprendimento e gratificazione. Come ricordato poco sopra, la concretizzazione dei suoi principi pedagogici è rintracciabile nei progetti da lei realizzati e che facevano parte di un più ampio metodo didattico originale e innovativo che metteva al centro il gioco con la lingua, la creatività e la libertà di esplorare, valorizzando la partecipazione attiva degli studenti. Basti ricordare la creazione della Cooperativa Libromagia, un'associazione gestita dagli studenti che aveva tra gli obiettivi principali l'organizzazione periodica di fiere del libro all'interno della scuola, un progetto che promuoveva l’autonomia e la responsabilità degli studenti, coinvolgendoli concretamente nella promozione della lettura e nella gestione di attività culturali; le Edizioni Falco, una piccola casa editrice fittizia gestita interamente dagli studenti, che ha dato voce ai giovani autori, la possibilità di pubblicare racconti e poesie, diffondendoli all'interno della scuola. Il suo approccio metodologico era in grado di trasformare la didattica in un'esperienza condivisa di scoperta linguistica e personale.
Tra le sue opere ricordiamo I draghi locopei. Imparare l’italiano con i giochi di parole (Einaudi, 1986), dove il titolo stesso è l’anagramma di “giochi di parole”. In questo libro - che, non è azzardato sostenere, con ogni probabilità non sarebbe stato scritto, sperimentato e pubblicato senza l'influenza delle ricerche, dei contributi e delle rubriche del giornalista cremonese - Zamponi racconta esperienze scolastiche fatte di giochi linguistici e attività creative, proponendo una didattica che trasforma la lingua in un terreno di gioco stimolante. La prefazione di Umberto Eco conferma la valenza culturale e pedagogica dell’opera, che ha aperto nuove strade nell’insegnamento della lingua italiana focalizzandosi su creatività, divertimento e scoperta. Altro testo da ricordare è Calicanto. La poesia in gioco (1988), scritto insieme a Roberto Piumini, testo nel quale anche la poesia viene vista come un gioco linguistico e strumento di espressione creativa. Si consolida l’idea che la poesia, oltre al suo aspetto artistico, possa essere vissuta come pratica di gioco e invenzione linguistica, capace di far emergere la fantasia e la sensibilità degli studenti. Ersilia Zamponi è stata un’insegnante appassionata e innovativa, capace di trasformare il contesto scolastico in un laboratorio vivo di creatività e crescita personale, il suo approccio didattico era in grado di tramutare l'esperienza condivisa in una scoperta linguistica. Uno dei meriti dell’insegnante omegnese è stato sicuramente quello di un approccio didattico che riconosce il valore del gioco, della poesia e della fantasia come strumenti fondamentali per un apprendimento profondo e motivante, lasciando che studenti si divertissero a giocare con le parole, senza trasformare gli esercizi linguistici in classe in rigidi compiti, di cui già la scuola è fin troppo piena. La scomparsa dell’insegnante piemontese lascia sicuramente un vuoto nel panorama della scuola italiana, ma il nostro augurio è che il patrimonio prezioso di esperienze e pratiche didattiche che ci ha lasciato in eredità possano continuare a vivere nelle nostre classi, ispirando nuove generazioni di insegnanti e di studenti.