L’Esame di Stato, dai più chiamato anche "Esame di Maturità" è un rito, anche se, come ha scritto Ilaria Venturi sulle pagine di «Repubblica» domenica scorsa, appare ormai svuotato e logoro, non segnando più l’inizio della vita adulta, come forse invece accadeva un tempo. I riti, però, mantengono un loro valore anche quando perdono il loro significato originario e più profondo; continuano a servire, se non altro, a riconoscersi come comunità.
Allora questo esame che quasi tutti i candidati superano, questo esame da cui deriva una valutazione che nessuno guarda più, malgrado tutto continua ad avere, secondo me, un suo valore.
In occasione della prima prova della "maturità" i quotidiani maggiori dedicano la loro notizia d’apertura alla scuola, evento più unico che raro durante il resto dell’anno. Adulti e ragazzi si interessano, per una giornata, allo stesso argomento, cosa che non succede più, a dare retta a Massimo Gramellini, stavolta sul «Corriere della Sera» di sabato 15[1], nemmeno con gli europei di calcio. Dunque, se per una giornata tutti - prima allenatori della nazionale, ora critici letterari - commentano le tracce della prima prova della credo che questo rito meriti di continuare a essere celebrato.
Io a scuola ci vado tutti i giorni e allora mi permetto di inserirmi tra i tanti commentatori, cercando di mettermi nei panni dei miei studenti di quinta, che frequentano un istituto tecnico e professionale. Le tracce che vengono proposte quest’anno mi pare che siano, rispetto a quelle degli anni scorsi, più semplici. Mi sembra di poter dire, sperando di non essere smentito dalla correzione delle prove, che i miei studenti, ortografia a parte, possano scrivere cose interessanti.
La poesia della proposta A1 è potente, come sa essere il primo Ungaretti, e credo che colpisca anche gli adolescenti del 2024: quel versificare breve, senza punteggiatura, ricorderà ai ragazzi i messaggini che scrivono e ricevono continuamente. Inoltre, il testo è tratto dall’Allegria, raccolta da cui tutti gli insegnanti d’Italia selezionano almeno tre poesie e sulle cui innovazioni stilistiche anche gli studenti degli istituti tecnici e professionali hanno qualcosa da dire. La traccia invita a riflettere sulla guerra, di cui si è parlato a lungo durante l’anno, in primis nelle lezioni di Storia, ma anche perché, attraverso gli schermi che ci circondano, immagini provenienti da Charkiv o da Gaza sono entrate tutti i giorni nelle aule. Vorrei che dalle righe dei temi si alzasse un forte urlo contro la guerra, tanto più che la generazione dei maturandi è capace di farsi sentire, basti pensare alle proteste dei Fridays for Future o, appunto, al movimento contro la guerra a Gaza.
Dei Quaderni di Serafino Gubbio operatore, da cui è tratto il brano in prosa della proposta A2, a scuola si parla soprattutto perché in questo romanzo Pirandello muove una critica alla civiltà della macchina. Il brano selezionato parla proprio di questo tema ed è quello che avrebbe scelto qualsiasi insegnante. Molti studenti, anche quelli degli istituti, potranno fare confronti con altri autori e correnti (il Futurismo e l’esaltazione della macchina? Il Decadentismo e la perdita delle centralità dell’artista?) e arrivare a dire che cosa pensano del ruolo dell’intelligenza artificiale nel mondo di oggi.
Solo un osservatore malpensante noterà che entrambi gli autori di cui sopra aderirono al fascismo firmando nel 1925 il Manifesto di Gentile.
Del resto di fascismo in queste tracce non si parla mai (a scuola forse se ne parla fin troppo? meglio se ne parlano solo politici e opinionisti, magari di una certa parte?), dato che si salta dalla Prima Guerra Mondiale descritta da Ungaretti alla Guerra Fredda di cui disquisisce Giuseppe Galasso nel brano argomentativo della proposta B1. Non voglio essere polemico, la traccia è molto interessante e per nulla difficile, se escludiamo la parte di produzione, nella quale si pone agli studenti una domanda che metterebbe in difficoltà anche un redattore di «Limes»: "ritieni che il cosiddetto «equilibrio del terrore» possa essere considerato efficace anche nel mondo attuale, oppure sei dell'opinione che l'odierno quadro geo politico internazionale richieda un approccio diverso per affrontare gli scenari contemporanei?"
Bella anche la proposta B2, sulla funzione civile del patrimonio storico-artistico. Uno studente avveduto potrebbe però ironizzare sul fatto che l’articolo della Costituzione che si elogia nel testo del 2020 di Maria Cristina Cabiddu, il 9, è stato modificato due anni dopo dal parlamento. Credo che questa modifica, pur apprezzabile nei contenuti, potrebbe apparire preoccupante a coloro che credano che i Principi Fondamentali costituiscano delle salde basi etiche e politiche che è pericoloso modificare, dato che a scegliere la direzione di eventuali modifiche future saranno politici meno «lungimiranti» di quelli che hanno scritto quei dodici articoli.
Le ultime tre tracce sono quelle che probabilmente gli studenti avranno scelto di più, perché la traccia B3, sul valore del silenzio, mi sembra notevole e perché i ragazzi spesso credono, erroneamente, che la tipologia C sia la più semplice, quando invece, non essendo guidata da domande, dà pochi spunti e nessun appiglio. Il rischio, per coloro che correggeranno, è di leggere temi banali o perfino poco coerenti con le richieste. Spero, stavolta, di essere smentito dalla correzione.
Lo scorso anno, da queste colonne, scrivevo che il Ministero avrebbe dovuto considerare l’eterogeneità dei candidati e proporre tracce adatte anche agli studenti degli istituti, che costituiscono quasi la metà dei candidati. Direi che quest’anno siamo andati in questa direzione. Ci diano anche la possibilità, però, di lavorare meglio con quegli studenti, che, pur ormai vicini al diploma e quindi al mondo del lavoro, non sono solo futuri lavoratori. Per scrivere temi adeguati a tracce come queste bisogna avere un cervello funzionante, che si arricchisce di lettura e letteratura, oltre che di skills.
[ 1 ] Non possiamo linkare il pezzo di Gramellini perché la sua rubrica si legge solo a pagamento.