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23/01/2014

Il latino come "scienza umana"

di Maurizio Muraglia

Tra lingua, cultura e letteratura nel neonato Liceo delle Scienze Umane a confronto con la presenza del Latino negli altri Licei

1.La ricerca didattica

            L’Associazione TreeLLLe, sempre attenta al mondo della formazione e del suo rapporto con il lavoro, ha organizzato nel 2008 un Convegno internazionale sullo studio del Latino di cui è possibile consultare gli Atti[1]. Tra i vari interventi, tutti di alto spessore, è bene soffermarsi su quello di uno dei più importanti latinisti italiani, Maurizio Bettini, di cui qui si riporta uno stralcio particolarmente significativo sulla base del quale occorrerà ragionare alla luce del ruolo del Latino nel recente riordino dei Licei (corsivo mio) .
[...]

[…] Il fatto è che lo studio delle materie classiche, e del Latino in particolare, si fonda su un’idea di cultura piuttosto parziale: “cultura” nel senso di apprendimento di una lingua nobile - né io intendo certo mettere in dubbio questa caratteristica - della sua poderosa grammatica e della relativa storia letteraria. Altri aspetti della civiltà classica non vengono sostanzialmente presi in considerazione: eppure sarebbero proprio quelli che compongono il paradigma della ‘cultura’ nel senso che l’antropologia ha dato a questa parola almeno a partire dall’opera di uno dei suoi padri, Edward Burnett Tylor; ma soprattutto nel senso che oggi si dà a questa espressione, quando parliamo di “incontro fra culture”, di “conflitto fra culture” o dei “mutamenti culturali” a cui la nostra società va quotidianamente incontro. In casi del genere, non intendiamo certo incontri, conflitti o mutamenti fra paradigmi grammaticali o generi letterari, ma qualcosa di ben più vasto e sostanziale, che ha a che fare con i modi di vita, la religione, i costumi, le tradizioni e così via di popoli differenti. E quindi anche con la lingua, o la tradizione letteraria, che caratterizza i diversi popoli.
Forse vale la pena di ricordare la definizione di cultura data da Tylor: “la cultura … intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società”. Questo mi pare il punto centrale della questione. Lo studio del Latino nella sola prospettiva di apprenderne la lingua non mi pare più attuale; allo stesso modo, penso anche che uno studio puntiglioso della storia letteraria di Roma antica - le tragedie perdute di Ennio, la data di composizione delle orazioni di Cicerone, le bucoliche di Nemesiano - suoni decisamente fuori tono nella scuola di oggi

segue...

 



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Note

[1] Cfr. Latino perché? Latino per chi?, “Questioni aperte/1”, Associazione TreeLLLe, Maggio 2008; scaricabile da www.treellle.org/files/lll/QA1.pdf

 

 

 

 

 

 

Scrive...

Maurizio Muraglia Docente di Lettere nei licei, formatore, già Presidente del Cidi Palermo

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