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29/08/2017

Vaccini e scuola

a cura di insegnare

Abbiamo rivolto alcune domande ad Annamaria Palmieri, insegnante, Assessore all’Istruzione del Comune di Napoli.

Cominciamo da qui. In un comunicato del Comune si legge che l'attuale Amministrazione comunale di Napoli “è da sempre impegnata a garantire i diritti delle bambine e dei bambini della città, attraverso ogni azione che favorisca sia la tutela della loro salute sia l'inclusione scolastica e formativa”.
Ebbene si ha la sensazione che questa situazione abbia posto in conflitto due diritti: il diritto allo studio e il diritto alla salute! È sopportabile un tale conflitto?

No, proprio perché pone in alternativa due diritti inalienabili, tanto più nei confronti dei minori: quello all’istruzione e quello alla salute, che tra l’altro delimitano il sempre più ristretto terreno del “pubblico”, che è invece fondamentale rivendicare e difendere con forza. Noi intendiamo difendere e salvaguardare entrambi questi diritti e non intendiamo negare a nessun bambino il diritto all'istruzione.

«Dall'anno scolastico 2017-18 la presentazione della documentazione vaccinale entro il 10 settembre 2017 (art. 5, co. 1) costituisce requisito di accesso alle scuole dell'infanzia e alle sezioni primavera (art. 3 co. 3). A norma del combinato disposto dell'art. 1, co. 4 e dell'art. 3, commi l, 2 e 3, decorso tale termine, entro i successivi 10 giorni, i dirigenti scolastici, o i responsabili del servizio, comunicano alla Asl la mancata presentazione della idonea documentazione e i genitori esercenti la responsabilità genitoriale, i tutori o i soggetti affidatari dei minori fino a 16 anni saranno invitati a regolarizzare la propria posizione per consentire l'accesso ai servizi. A decorrere dall'anno scolastico 2019-2020 la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti determinerà la decadenza dall'iscrizione delle scuole dell'infanzia e delle sezioni primavera (art. 3-bis, co. 5)» (Circolare MIUR del 17 agosto)

Ma che cosa ha generato questa situazione?

Come abbiamo evidenziato fin dai giorni immediatamente successivi all'uscita, la circolare del MIUR non è priva di contraddizioni evidenti e introduce una distinzione preoccupante tra "accesso" e "iscrizione". Si dovrebbe accettare l’iscrizione dei bambini non vaccinati, ma subordinarne la frequenza al momento della regolarizzazione o, come è stato detto recentemente, almeno alla presentazione della domanda di vaccinazione presso l’Asl.
Noi siamo contrari ad escludere i bambini e le bambine dalla frequenza o dall'accesso prima che i genitori regolarizzino la propria posizione presso l'Asl e riteniamo anche sbagliato che le scuole - che presidiano all'inclusione sociale ed educativa dei cittadini - debbano diventare il luogo del controllo e della sanzione, con tutte le conseguenze anche di tipo amministrativo e procedurale.

Assistamo al paradosso che i bambini non vaccinati vanno esclusi dallo 0-3 e dal 3-6 ma possono frequentare la scuola primaria: perché?

Perché i due segmenti che costituiscono lo 0-6 non sono in regime di obbligo scolastico e quindi godono di protezioni e vincoli minori, con buona pace di tutta la retorica che è stata fatta sul progetto di valorizzazione dello 0-6 e di continuità con gli ordini di scuola successivi. Questa vicenda conferma che fra lo 0-3, il 3-6 e la scuola primaria resta lo spartiacque della “obbligatorietà”, con tutto quel che ne consegue. Per cui un bambino non vaccinato oggi deve essere escluso dalla frequenza poniamo dell’ultimo anno del 3-6, ma potrà andare il prossimo anno in prima primaria.

Quali comportamenti anomali questa situazione così confusa ha alimentato?

Molti cercano di capire e di superare le difficoltà, ma si assiste anche a un proliferare di reazioni individualistiche e spesso antagoniste: alla difesa dei propri diritti, reali o presunti, contro quelli di altri. Che è poi la cifra dominante di questi tempi, su ogni argomento, segno in parte di un' involuzione culturale, politica e morale del paese. Alcuni reclamano il diritto all’istruzione dei propri figli anche se non vaccinati, rivendicando la propria libertà di scelta; altri dichiarano di non accettare la convivenza dei loro figli vaccinati con compagni non vaccinati. Infine alcuni genitori in lista d’attesa che hanno fatto vaccinare i figli rivendicano il diritto alla frequenza al posto dei non vaccinati. Abbiamo il dovere di difendere la scuola e i bambini da questo caos.

Come se ne può uscire?

Si deve lavorare intensamente ad una interlocuzione anche con le altre Istituzioni pubbliche coinvolte per favorire la massima chiarezza e porre fine al momento di disorientamento vissuto dalle famiglie. Una procedura concordata con gli altri attori coinvolti ci può consentire di non porre ostacoli alla frequenza scolastica, tutelare assolutamente la privacy e semplificare le procedure in una fase transitoria pur nell'osservanza della legge. 

Il Vostro Comune ha in progetto azioni di sensibilizzazione delle famiglie sul tema delle vaccinazioni? E lei ha personalmente la sensazione che ci si possa muovere serenamente su questo tema?

Non si può prescindere dall'affrontare insieme alle famiglie la questione della copertura vaccinale e della riduzione del rischio, collaborando con esse e senza rigidità. Certo è diventato un tema complesso, sul quale si fa fatica a individuare comportamenti condivisi…Naturalmente come Istituzione pubblica, come Comune che deve tutelare TUTTI i cittadini, dovremo applicare la legge, ma non vogliamo farlo “contro” le famiglie, ma insieme ad esse. Per questo, come Amministrazione (in attesa e sperando che la Regione, le Asl e l'Usr raggiungano accordi territoriali espliciti, come sta accadendo altrove), per le scuole di nostra competenza, chiederemo alle famiglie di consegnarci le dichiarazioni che dobbiamo veicolare all'Asl, ma faremo di tutto per aiutare e sostenere le loro difficoltà, anche interpretative. In altri termini, se dobbiamo subìre il ruolo di mediatori che è stato assegnato alla scuola, non vogliamo di certo trasformarlo in quello odioso del controllore sanzionante (tra l'altro senza alcuna competenza specifica in campo sanitario). 

Grazie e ... buon anno scolastico!

 

 

 

Parole chiave: diritto all'istruzione

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