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27/05/2025

Educazione alla civiltà umana

di redazione

Ciò che sta accadendo sulle sponde orientali del Mediterraneo, nella terra di Palestina, è una tragedia di portata colossale: una tortura inflitta ad un intero popolo che ha la sola colpa di essere sulla propria terra, e tutto per iniziativa di un unico sovrano assoluto che si sta comporta come i carnefici che tanto sono esecrati sui libri di storia.
La storia contro cui abbiamo promosso iniziative, incontri, giornate commemorative, si sta ripetendo, e gli organismi istituzionali a scala nazionale e globale non sembrano capaci di interventi determinanti per la salvezza dei più elementari diritti umani della popolazione palestinese. 


Come professionisti della conoscenza, abbiamo il dovere della speranza ma dobbiamo anche definire le nostre cornici di coscienza, giacchè siamo in una situazione di crisi intellettuale che diventa didattico-pedagogica: abbiamo sempre lavorato per costruire la fiducia e il rispetto nelle istituzioni, che, tuttavia, in questo momento non riescono a far valere gli argomenti del diritto umano. Che fare? 
La scuola è e resta il luogo in cui si costruisce cittadinanza, non sudditanza o indifferenza: continuiamo a coltivare consapevolezza, informazione critica, senso dell'umanità come valore fondante di ogni lettura della realtà. 

Riproponiamo, quindi, uno "speciale" del 2022, in cui erano già presenti le questioni che oggi ci tormentano, difronte alla morte di centinaia di migliaia di persone, tra cui migliaia di bambini e bambine, alla privazione della dignità di chi rimane in vita.

Qui di seguito, inoltre, un comunicato di molte associazioni di scuola in Veneto, uscito il 26 Maggio 2025. 

Ricordiamo anche che la rivista aderisce alle iniziative di #ultimogiornodigaza. 

Editoriale

 

 

Parole chiave: guerra, pace

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