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07/11/2023

"Dentro e fuori la classe": il coordinamento nazionale del C.I.D.I. per la professione docente

di Maurizio Muraglia

Svoltosi a Roma in presenza il 28 e 29 ottobre, con possibilità di partecipare da remoto, il Coordinamento Nazionale del CIDI ha rappresentato un serio check-up dello stato dell’arte in cui versa la scuola e del ruolo che può e deve assumere l’associazione in una prospettiva che tenga conto realisticamente della forza numerica e mediatica dei soggetti presenti nel dibattito pubblico che si agita, con voci più o meno qualificate ed intellettualmente oneste, intorno alla professione docente. 
I lavori hanno messo al centro la figura dell’insegnante. Il titolo del Coordinamento suonava già come campanello d’allarme: “dentro e fuori dalla classe”. Davvero è parso evidente in questi anni che la funzione docente si sia andata snaturando a favore della costruzione di saperi professionali a latere, come testimonia la recente istituzione del tutor e dell’orientatore. Il CIDI ha inteso mettere a fuoco i meccanismi, esterni e interni alle scuole, capaci di generare questa progressiva defunzionalizzazione della professione docente, scippata sempre più della sua rilevanza costituzionale ed asservita a logiche tecnocratiche che con la dimensione formativa e culturale del curricolo hanno sempre più scarso nesso.
Nella relazione introduttiva la presidente Valentina Chinnici ha delineato la cornice politica della questione. Ha parlato di accerchiamento a proposito del combinato disposto dell’autonomia differenziata e del dimensionamento, che stanno colpendo al cuore l’unitarietà costituzionale del sistema scolastico a favore di una regionalizzazione dell’istruzione che apre le porte al privato. Allo stesso tempo, osserva Chinnici, si assiste all’erosione interna del linguaggio democratico, riutilizzato dal governo di centrodestra con finalità del tutto diverse da quelle che hanno da sempre ispirato l’azione del CIDI e di tutti coloro che praticano la scuola democratica. Diventa molto complessa l’azione di contrasto nei confronti di chi pronuncia parole come "democrazia", "inclusione", "cittadinanza"che si fa fatica, paradossalmente, a non condividere; tuttavia, fronte del linguaggio “plastificato” si assiste alla proliferazione di ruoli multipli e burocratizzati, che parcellizzano l’unicità della funzione docente.  Si assiste all’ambiguità di figure quali tutor e orientatore, di cui non si comprende la finalità: per il futuro cittadino? Per il futuro lavoratore al servizio di enti, imprese e altro che non si sa bene dove siano e come saranno, tra qualche anno? Qua si discute di “idea di scuola”, e intravediamo una confusione sollevata appositamente per screditare l’unico significato che attribuiamo ad una “buona scuola”, quella per una cittadinanza libera e consapevole.

Il CIDI, insiste Chinnici, deve fare la sua parte qui e ora senza nostalgie e con la capacità di entrare nella complessità della situazione attuale. Occorrono alleanze con altre associazioni, università, editoria, sindacati e partiti politici sintoni, e occorre la capacità di rimodulare e arricchire gli stili comunicativi nella consapevolezza che i numeri non sono più quelli di una volta e che siamo davanti ad una crisi evidente della rappresentanza. È diventato molto difficile ascoltare i docenti e parlare ai docenti, sempre più schiacciati da logiche che non incoraggiano alla partecipazione democratica. Il CIDI deve continuare a rimpolpare l’azione politica dei partiti - per esempio nella direzione del contrasto ad un dimensionamento dissennato che priva molti territori del presidio democratico della scuola - ma deve anche riuscire a fare iniziativa nelle scuole e per le scuole.

Ci sono dei focus di attenzione che Valentina Chinnici ha messo bene in luce: attenzione al disagio giovanile, alle dinamiche sociali e familiari, al senso di frustrazione e di insicurezza dei docenti stessi. Il CIDI ha bisogno di far sentire la propria voce attraverso tutti i canali, elaborando una pianificazione comune con la rivista “Insegnare” e mettendo in campo iniziative di larga partecipazione come il prossimo convegno di Palermo sul Mediterraneo programmato per il 15 e 16 marzo 2024. 

Alla relazione introduttiva hanno fatto seguito le comunicazioni di Assunta Morrone, Claudia Dogliani e Beppe Bagni. Morrone ha insistito sulla proliferazione di figure di collegamento tra base e vertice che stanno rendendo ridondanti gli staff di scuola. Quel che denuncia è lo smarrimento del senso di appartenenza e del senso di identità dei docenti, ormai parcellizzati in molteplici funzioni. Dogliani ha insistito sulla centralità della funzione docente nella progettazione di iniziative formative che coinvolgono il territorio e ha denunciato il proliferare di “funzioni” ed “educazioni” che fanno perdere di vista la centralità formativa delle discipline scolastiche, capaci di includere in sé la cultura del lavoro e dell’orientamento. Sia Dogliani che Morrone hanno evidenziato la necessità di una formazione qualificata e permanente.

Bagni, partendo dall’assunto montessoriano “Aiutami a fare da solo”, ha ribadito la crucialità della funzione docente nei processi di crescita culturale dei discenti. E per far questo ha riproposto la relazione triadica docente-conoscenza-discente come elemento dirimente per affrontare le questioni di orientamento, ritenendo assurdo un orientamento subordinato all’esistente. Al pari delle relazioni precedenti, Bagni ha enfatizzato al massimo l’unicità della funzione docente e ha denunciato ogni tentativo di depauperare la valenza educativa dell’istruzione e del curricolo.

Il dibattito seguito a questi interventi è stato capace di svillupparne ulteriormente i temi, sempre in obbedienza alla questione principe, ovvero alla funzione dell’insegnante dentro e fuori dell’aula. Lo spostamento verso l’extra può essere contrastato da una rinnovata consapevolezza della centralità dello studente nella didattica curricolare. Nei vari interventi che si sono succeduti è risultata evidente la funzione del CIDI: richiamare con forza la dimensione costituzionale e pubblica del lavoro dei docenti, invitandoli a non recepire acriticamente dispositivi che avviliscono la ricerca e la partecipazione democratica. Il CIDI deve essere come sempre fattore di discussione e di consapevolezza, ma può continuare a farlo solo dotandosi di dispositivi comunicativi agili che arrivino ad un numero quanto più possibile alto di docenti.

A questo proposito, è stata data grande rilevanza al sistema di comunicazione interno al CIDI. La neodirettrice della rivista insegnare Gloria Calì, nel presentare i membri della redazione, ha evidenziato come la rivista abbia una caratteristica particolare rispetto ad altri organi di comunicazione e pubblicizzazione che si occupano di scuola: si fonda sull’idea di scuola democratica ed emancipante che è stata a fondamento della nascita del CIDI e ne continua ad animare l’esistenza. E’ il luogo per la riflessione e l’elaborazione del pensiero sulle questioni di politica scolastica, ricerca didattica, cultura professionale che sostanziano l’attività dell’associazione, e che sono orizzonti condivisi anche da soggetti altri, operanti nel contesto dell’istruzione pubblica. Lo spazio aperto di insegnare, quindi, è alimentato dalle istanze e delle iniziative dei CIDI territoriali e nazionali in uno scambio costante con coloro che, all’esterno, si affiancano nella stessa azione culturale. Ciò deve avvenire in sinergia con le Note CIDI mensili, con il sito dell’associazione, con le sue pagine social e con i siti dei CIDI territoriali. Si è molto insistito sul protagonismo e la reticolarità comunicativa dei CIDI territoriali che interagiscono direttamente con la scuola reale. Al Coordinamento, luogo principe del loro ruolo “legiferante”, deve seguire una continua interlocuzione, proprio nella consapevolezza che alla piccolezza dei numeri si può compensare con un’alta qualità della comunicazione ad extra e ad intra.

Il CIDI da anni è titolare di due grandi iniziative che coinvolgono le scuole, il progetto “A scuola di Costituzione” ed i seminari sul curricolo. È stata messa in luce l’importanza di preservare e potenziare questi due grandi spazi di intervento, proprio in ordine alla centralità costituzionale e culturale della funzione docente. 

Tirando le fila, la presidente Valentina Chinnici ha voluto esprimere il convincimento che il CIDI ha le carte in regola e le idee chiare per pronunciare una parola di spessore critico e democratico in questa difficile stagione. Il suo ruolo continua ad essere un ruolo “carsico”, che entra nei processi profondi della sensibilità professionale dei docenti anche quando la congiuntura politica sembra occultarlo. Chinnici invita all’elaborazione di iniziative in presenza che abbiano il carattere della piena immersione, e in questa logica rilancia l’idea di una Summer School del CIDI.

A conclusione dei lavori il Coordinamento ha confermato all’unanimità la composizione della Segreteria Nazionale, con l’aggiunta della nuova direttrice della rivista e la presidenza di Valentina Chinnici.

 

 

(foto di Gianluca Salamone, C.I.D.I. Modena, redazione insegnare)

Scrive...

Maurizio Muraglia Docente di Lettere nei licei, formatore, già Presidente del Cidi Palermo

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