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13/05/2023

Zerosei, il futuro comincia da qui. Sulle tracce del pensiero di Giancarlo Cerini

di Gianluca Salamone

Il 19 aprile scorso si è tenuto a Forlì presso il liceo G.B. Morgagni un seminario promosso dal Cidi Nazionale dedicato a Giancarlo Cerini e coordinato da Paola Silimbani, presidente del Cidi di Forlì. Tra i relatori e gli ospiti del seminario anche Loretta Lega, moglie di Giancarlo, che con il suo intervento ha concluso i lavori di una bellissima giornata dedicata al segmento scolare 0-6 e al lavoro di Cerini.
Il seminario ha visto la presenza di diverse autorità [1]. La
 relazione introduttiva e il coordinamento della tavola rotonda della seconda parte della mattina sono stati tenuti da Valentina Chinnici, Presidente Nazionale Cidi. Erano presenti, inoltre, anche Maurizio Muraglia, che qualche giorno prima nell’editoriale della Newsl etter NoteCidi aveva ricordato Giancarlo Cerini e anticipato i lavori del seminario [2], ed Ermanno Morello del Cidi di Torino, il cui video in memoria di Giancarlo ha dato avvio ai lavori della giornata [3].  

La data scelta per il seminario non è stata casuale: il 19 aprile sarebbe stato il settantaduesimo compleanno di Giancarlo e come hanno sottolineato i relatori che hanno preso parte all’evento non voleva essere un momento commemorativo, ma un giorno di festa in cui promuovere le idee e il lavoro che lui stesso ha portato avanti con tanta dedizione ed entusiasmo, lui che ha sempre avuto fiducia nella scuola, la capacità di vedere sempre il lato migliorabile delle cose, lui che era cantore instancabile e itinerante della scuola come “ballata popolare” dalla parte delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi [4], lui che ha investito nelle potenzialità presenti nel mondo dell’istruzione. La stessa Presidente Valentina Chinnici nel suo discorso introduttivo, ricordando Cerini come figura istituzionale e professionale, ma anche con ricordi personali di Giancarlo come uomo, ha definito il seminario come un appuntamento “generativo”, momento di confronto in cui portare avanti le istanze democratiche e far progredire il suo lavoro e il suo pensiero, citando Giovanni Falcone, “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.

Credo che l’ampia partecipazione al seminario, come era già avvenuto un paio di mesi prima alla presentazione di Atlante delle riforme (im)possibili, organizzato dal Cidi Carnia e dal Cidi di Pordenone e raccontato nell’articolo di Antonella Bruzzo [5]sia stata il risultato del segno lasciato da un grande “Maestro”, della consapevolezza e la volontà di continuare un lavoro già avviato per una scuola che sia migliore, più inclusiva e soprattutto che sia una scuola che cominci fin dalla nascita.

Durante il seminario di Forlì è stato illustrato cosa già è stato attuato rispetto al Dlgs 65/2017, quali gli obiettivi e le progettualità future, ma anche le criticità che permangono nella sua completa realizzazione. L’obiettivo europeo di raggiungere il 33% relativamente ai servizi per la prima infanzia vede ancora una disparità sul nostro territorio nazionale sia per la fascia 0-3 che per la fascia 3-6, nonostante i passi avanti sottolineati da Stefania Bigi, della Direzione Generale Ordinamenti Scolastici, rilevabili a livello nazionale; alcune regioni hanno addirittura superato decisamente la soglia fissata. Una seconda criticità risiede nella mancanza di unicità nella gestione del segmento 0-6, infatti la governance è in capo a molteplici attori coprotagonisti nella gestione e nella responsabilità di questo segmento educativo: la fascio 0-3 continua ad essere di competenza sociosanitaria, mentre la gestione della fascia 3-6 è di competenza del Ministero dell’Istruzione. Bisognerebbe trovare un raccordo tra i due segmenti educativi tenendo però conto che entrambi possiedono una propria storia e una propria peculiarità, nonché costruire un dialogo e un confronto pedagogico che valorizzi le due identità per un progetto educativo in un’ottica di continuità. L’obiettivo deve essere pertanto quello di garantire alle bambine e ai bambini il diritto all’educazione fin dalla nascita, tramite un progetto educativo unitario che tenga conto dei bisogni educativi e formativi di questa fascia d’età. Tale progetto deve tenere conto anche di un miglioramento progressivo della professionalità di educatori e docenti e un miglioramento qualitativo e quantitativo rispetto agli spazi e agli ambienti di apprendimento. 

Inoltre se consideriamo la fascia 0-6 come punto di partenza per una scuola che cominci fin dalla nascita, questo frammento si prefigura come trampolino di lancio per un percorso educativo e formativo in continuità con i successivi gradi scolastici, seguendo una logica di sviluppo progressivo in grado di valorizzare e promuovere relazioni, costruzioni di significati, conoscenze. Come diceva Cerini, “starting strong”, partire alla grande, tramite una positiva e significativa esperienza del nido e della scuola dell’infanzia è importante, addirittura decisivo, per superare le criticità che si potranno manifestare nei gradi successivi.
La dispersione scolastica la si affronta e combatte già tramite le esperienze dell’infanzia. L’esperienza dello 0-6 offre alle bambine e ai bambini un’opportunità concreta di rispecchiamento delle proprie azioni  da parte di adulti e gruppo dei pari, conferendo consapevolezza e significato ai vissuti stessi, favorendo anche una sempre maggiore autonomia, elemento sempre più importante ad ogni successivo livello scolastico. Il percorso formativo ed educativo dovrebbe quindi tenere conto della continuità verticale che non si limiti allo 0-6, ma che anzi da qui prenda le mosse, tenendo conto però della specificità di ogni segmento. Lo Zerosei può rivelarsi elemento importante per il futuro successo formativo di ogni bambina e di ogni bambino.  Continuità e specificità, cura e educazione, attenzione e intenzione educativa da parte dell’adulto sono tutti elementi indispensabili per un percorso formativo che abbia le bambine e i bambini al centro.

Guardando al futuro, nell’intenzione di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto di orientare la politica a sostegno dell’infanzia, sarebbe auspicabile creare una narrazione positiva attorno al progetto Zerosei, uno storytelling, per utilizzare l’immagine evocativa richiamata da Rosa Seccia della Commissione Nazionale Sistema Integrato, che lasci immaginare un futuro migliore per una polis più vivibile qualificata dalla coesione sociale e dalla qualità di vita. La strada per un sistema integrato 0-6 e per la sua qualificazione è solo stata avviata, ma è ancora lunga da percorrere [6].
Il compito di portare avanti questo percorso richiede certamente fatica intellettuale, un livello elevatissimo di competente attenzione pedagogica, un impegno sociale per tutte le parti coinvolte, ma lo dobbiamo alle bambine e ai bambini di oggi e di domani, ma anche a Giancarlo Cerini che ci ha resi parte attiva del suo progetto, delle sue idee e della sua eredità intellettuale.

Note

1. Marco Lega, Dirigente scolastico del Liceo Morgagni; Gian Luca Zattini, Sindaco di Forlì; Stefano Versari, Direttore Generale USR Emilia Romagna.
2. M. Muraglia, "Giancarlo e noi",  Note Cidi, Numero 2, Aprile 2023.
3. Vedi qui dal sito nazionale del cidi. 
4. M. Ambel,
"Addio, Giancarlo" , in "insegnare", 24.04.2021.
5. A. Bruzzo, 
  "Una presentazione di Atlante delle riforme (im)possibili, di Giancarlo Cerini" , in "insegnare", 24.02.2023.
6. Vedi anche A. Palmieri, "Il nido, le disuguaglianze, il PNRR e il sistema integrato: quel che c’è e quel che manca" , in "insegnare", 10.05.2022.
 

 

Parole chiave: delega 0-6, scuola infanzia

Scrive...

Gianluca Salamone insegnante di scuola primaria; vicepresidente del Cidi Modena e componente della redazione di "insegnare".

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