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21/06/2023

Esami 2023: una prima lettura delle tracce

di Maurizio Muraglia

Ad una lettura anche sommaria delle tematiche della prima prova di questi esami 2023, si ha la sensazione che la scelta per i ragazzi non sia stata proibitiva. Ampio è apparso il ventaglio delle possibilità di scrittura, perché si spazia tra questioni non ignote all’enciclopedia culturale dei candidati.

Le tracce in sé si prestano ovviamente alla retorica e al politicamente corretto in cui le nostre allieve e i nostri allievi sono maestri, ma questo dipende in modesta misura dalle tracce stesse. Se mettiamo in fila le questioni proposte, ci rendiamo conto che su ciascuna di esse si può scrivere in modo ossequioso del senso comune oppure in modo creativo e personale. Il progresso e l’innovazione (Quasimodo e Angela), la cultura storica (Chabod e Fallaci), la psicologia delle classi sociali (Moravia) ed il rapporto con il tempo indotto dalle tecnologie della comunicazione (Belpoliti) sono tutte occasioni per esibire un approccio banale o intelligente alla realtà. Tutto dipende dall’esperienza umana e culturale del candidato. Ho lasciato fuori la traccia riguardante il ministro Bianchi perché non si capisce bene il genere di riflessioni cui inviterebbe, a parte l’autoreferenzialità ministeriale cui forse si poteva rinunciare.

Per entrare maggiormente nel dettaglio, traccia per traccia (esclusa la C1 sulla lettera al ministro Bianchi), e mettendomi nei panni di una diciottenne o un diciottenne-tipo, avrei qualche difficoltà a misurarmi col testo di Quasimodo non certo per difficoltà di comprensione, ma per il rischio alto di produrre retorica attorno all’intelligenza prometeica dell’uomo creato a immagine e somiglianza del creatore. Poi è evidente che il testo può essere il punto di partenza per un ragionamento a trecentosessanta gradi sul progresso, ma il rischio del trito e ritrito resta alto.

Di fronte a Moravia, il diciottenne che è in me sarebbe indotto a scartare a favore delle tipologie B e C, a meno di essere sedotto dalle questioni sollevate dalla letteratura a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo sulla psicologia della classe borghese, che potrebbero farmi tirare in ballo i canonici Pirandello e Svevo. Non prevedo folle di studenti che si cimentano su questa traccia.

La tipologia B offre occasioni importanti di scrittura. Colpisce positivamente il testo di Chabod laddove parla di nazione e nazionalità trascendendo il concetto a favore del più ampio Umanità di ascendenza terenziana (“La nazione non è fine a se stessa”), nonché a favore di una dimensione europea, in omaggio a Mazzini. È una buona notizia, se si pensa alla retorica sulla nazione proveniente dall’attuale governo. Offrire ai ragazzi un testo che sulla nazione non fa ideologia depone a favore dei tecnici ministeriali che hanno elaborato le tracce.

Gli appassionati di storia possono lavorare proficuamente sullo stimolo di Fallaci, mettendo in gioco conoscenze storiche e suggestioni attuali. L’attuale guerra tra Ucraina e Russia, se è stata ragionata in classe, può fornire utili spunti di riflessione attorno al ruolo decisivo delle grandi personalità nelle vicende storiche.

Allo stesso modo Piero Angela può essere accostato con buoni argomenti di riflessione da chi ha a cuore la creatività, ma il rischio della retorica e dell’aver poco da dire qui può annidarsi se non si dispone di riflessioni ed esperienze tali da dare personalità al testo.

La tipologia C, a parte la lettera degli intellettuali all’ex ministro Bianchi sulla quale non so quale diciottenne-tipo possa esercitarsi, è ghiotta per lo stimolo di Belpoliti sul rapporto con il tempo indotto da tecnologie della comunicazione quali whatsapp. Potrebbe rivelarsi il refugium peccatorum di chi non vuole compromettersi con tracce di spessore culturale più impegnativo e dedicarsi alla comfort zone del rapporto con il proprio cellulare. Anche a questo livello ovviamente si può scrivere in modo banale e scontato o in modo divergente e creativo. Dipenderà come in tutte le altre tracce dalle giovani autrici e dai giovani autori. Ma, tutto considerato, si poteva fare peggio. E non si è fatto.

Scrive...

Maurizio Muraglia Docente di Lettere nei licei, formatore, già Presidente del Cidi Palermo

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