Noi preferiremmo che le nuove disposizioni relative all'Esame di Stato fossero oggetto di approfondite analisi professionali e di delibere di rigetto da parte dei Dipartimenti disciplinari e dei Collegi docenti, ma poiché questo è un tempo in cui la indagini demoscopiche appaiono più rilevanti dei pronunciamenti istituzionali, dobbiamo accontentarci di segnalare questo utile questionario, proposto da "Tecnodid - Notizie della scuola", sperando in una pesante e chiara sconfessione di provvedimenti che riteniamo sbagliati nel merito e inaccettabili nelle tempistiche. Sarà comunque interessante conoscerne i risultati.
E intanto, nell'ambito del nostro speciale dedicato alle disposizioni relative all'Esame di Stato, compiliamo anche noi, con qualche commento, il questionario.
Il questionario è reperibile e compilabile qui [attualmente non accessibile per cause a noi ignote].
Sondaggio Nuovi esami di Stato
Si parla di un “nuovo” esame di Stato. Ma, a suo parere, l’esame di Stato al termine del secondo ciclo ha ancora un valore per gli studenti?
►No, i ragazzi sono già proiettati verso l'università a prescindere dagli esiti degli esami, in genere assai scontati
►Sì, perché rappresenta comunque un rito di passaggio verso la maturità e le scelte successive (di lavoro o di studio)
►Sì, perché il risultato può influire sulle scelte universitarie
►Sì, perché consente una riorganizzazione complessiva della propria preparazione
Nessun risposta ci soddisfa, inseriamo:
Sì perché sancisce la fine del percorso di studi e deve mantenere un valore legale.
Cosa pensa dell'abolizione della terza prova (il cosiddetto "quizzone")?
► È stato giusto abolirla, perché era una generica e banale riproposizione di contenuti disciplinari disparati
►È stato un errore abolirla, perché consentiva di avere un quadro più ampio ed esauriente della preparazione di uno studente
►Era preferibile riformare la terza prova, caratterizzandola come prova strutturata di carattere nazionale e multidisciplinare
►È stato giusto abolirla, per concentrare l'attenzione di commissione e candidati sugli altri aspetti dell'esame (prima e seconda prova scritta, colloquio orale)
Nessun risposta ci soddisfa, inseriamo:
Era preferibile riformare la terza prova, ritornando allo spirito originario di una prova fortemente caratterizzata dal curricolo effettivamente svolto dagli studenti.
Cosa pensa del "congelamento" dell'alternanza scuola-lavoro nell'ambito della procedura d'esame?
►D'accordissimo: l'alternanza scuola-lavoro non dovrebbe esserci nella scuola, perché ha altre finalità
►D'accordo, perché esperienze di alternanza possono certamente arricchire la formazione di un ragazzo, ma non devono condizionare la valutazione "scolastica"
► Contrario, perché la valutazione del curricolo scolastico prevede anche le competenze acquisite in modalità di alternanza scuola-lavoro
► Contrario, perché escludere dall’esame la valutazione delle competenze acquisite in alternanza scuola-lavoro significa indebolire il giudizio orientativo
Scegliamo la prima risposta
► D'accordissimo: l'alternanza scuola-lavoro non dovrebbe esserci nella scuola, perché ha altre finalità.
Ma con due annotazioni a latere:
- l'enfatico "d'accordissimo" mette in allarme e allontana dalla risposta: era sufficiente "d'accordo", come in tutti gli altri casi;
- come spesso accade nella formulazione di questo tipo di test(i), l'ellissi del soggetto di "ha altre finalità" crea ambiguità: che cosa ha altre finaltà? La scuola o l'alternanza scuola lavoro ?
Per noi è importante ribadire che la scuola ha altre finalità: non è suo compito predisporre né men che meno facilitare, valutare e attestare la disponibilità degli allievi a questo o quel lavoro più o meno attendibile o effettivamente accessibile sul mercato del lavoro. Ed è assai grave che essa si presti a farlo. Una cosa è preparare al lavoro, altra inserire in un lavoro.
Che cos'è un'agenzia interinale?
Un’agenzia interinale, o più correttamente un’agenzia per il lavoro, è un operatore privato che opera nel mercato del lavoro con diverse funzioni che hanno a che fare in senso ampio con l’intermediazione tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Da "Come trovare un lavoro con un’agenzia interinale", in LINKIESTA
Tutti gli studenti devono possedere competenze linguistiche di base, a prescindere dall’ordine di scuola frequentato. Le nuove tipologie relative alla prima prova permettono di accertare questa funzione “trasversale” della lingua?
► Sì, perché mettono in evidenza la capacità di analisi e di comprensione testuale
► Sono ininfluenti, perché ciò che conta veramente è il curricolo scolastico
► Sono controproducenti, perché non sono in sintonia con le prove di verifica e le azioni didattiche usuali
► No, perché sostanzialmente la prova riprende l'impostazione vigente, con i suoi pregi e i suoi limiti
Le possibili risposte sono decisamente mal poste e tendenzialmente capziose.
Una sola, la prima, consente di dichiararsi favorevoli alle novità introdotte, ma le altre tre opzioni sono francamente inattendibili e quindi difficili da scegliere:
- la seconda opzione è francamente incomprensibile: che cosa pensa chi la sceglie? Che non importa che cosa si chiede di scrivere nella prima prova perché la "trasversalità" delle "competenze linguistiche di base" sarebbe accertata dall'intero curricolo? Magari! Ma questa opzione di per sé legittima è francamente poco riconoscibile nella formulazione proposta, che piuttosto tende a delegittimare la prima prova e per questo diventa non... appetibile;
- la terza opzione è intrinsecamente falsa: in realtà le nuove tipologie proposte sono in sintonia con l'attività didattica di molti (troppi) insegnanti del triennio, che hanno sempre malsopportato e applicato le disposizioni precedenti, per esempio non insegnando a realizzare la scrittura documentata che è stata infatti esclusa dall'esame; una onesta formulazione di questa risposta sarebbe stata: "Sono coerenti con le reali e usuali attività di scrittura ", ma entrerebbe nel merito di una verità scomoda;
- la quarta è palesemente falsa: l'impostazione nuova conferma due delle quattro prove, ne abolisce una e ne stravolge completamente il senso, peggiorandolo, della rimanente (la tipologia B).
Quindi, nessuna risposta ci soddisfa, pensiamo infatti
► Assolutamente no: le nuove proposte peggiorano sensibilmente il quadro di competenze linguistiche accertate.
In realtà si sarebbe dovuto riformare la prima prova, lasciando solo quella che è stata abolita: la scrittura documentata, nella forma originaria mai compiutamente applicata.
Ritiene che i quadri di riferimento (in via di pubblicazione) per la redazione della seconda prova scritta:
► Costituiscono la condizione fondamentale per garantire a tutti una valutazione equa
► Sono ininfluenti, perché i docenti non potranno prescindere dalle consuetudini della scuola
► Possono rappresentare uno strumento di riflessione non solo per la valutazione, ma per la stessa programmazione curricolare
► Sono inutili, perché comunque ogni docente finisce per interpretarli in maniera personale
Scegliamo la seconda opzione
► Possono rappresentare uno strumento di riflessione non solo per la valutazione, ma per la stessa programmazione curricolare.
Il D.lgs. n. 62/2017 prevede che nella seconda prova possano essere utilizzate una o più discipline che caratterizzano il profilo di uscita. Questa prospettiva è assai stimolante, ma complessa. La scuola come dovrebbe organizzarsi in merito?
► Dovrebbe impostare il curricolo per nodi tematici pluridisciplinari
► Dovrebbe sviluppare il curricolo esclusivamente per unità di apprendimento
► Dovrebbe condividere i Quadri di Riferimento per ciascuna disciplina di studio
► Dovrebbe partire dagli obiettivi di apprendimento di ciascun indirizzo
Questione troppo complessa perché possa essere risolta dalle ipotesi formulate, seppure interessanti. Da molto tempo, sia il Ministero che la pubblicistica più diffusa stanno facendo gran confusione tra disciplinarità, inter- e pluridisciplinarità, trasversalità... Prima di orientare in tal senso (o in uno dei sensi possibili) la seconda prova, ci si dovrebbe accertare che la scuola si attrezzi davvero in tal sens0.
Nella prima prova scritta non è prevista una specifica traccia di argomento storico. A suo parere la scelta:
► è realistica, perché praticamente pochissimi studenti fino ad oggi sceglievano la traccia di storia
► è sbagliata, perché finisce con il veicolare l'idea che la conoscenza storica abbia un ruolo marginale nella formazione
► è ininfluente, in quanto testi di carattere storico, artistico, scientifico… potranno essere proposti dalle commissioni ministeriali
► è corretta, perché la prova di italiano dovrebbe mettere al centro esclusivamente le competenze linguistiche
La risposta più attendibile sarebbe stata la terza:
► è ininfluente, in quanto testi di carattere storico, artistico, scientifico… potranno essere proposti dalle commissioni ministeriali.
se si fosse lasciata la tipologia B, che prevedeva ampiamente la possibilità di affrontare le problematiche proposte anche in prospettiva storica. Ma visto che così non è, si rischia di confermare la già scarsa considerazione per le conoscenze storiche, cui fanno riferimento le prime due opzioni.
L'ultima opzione è del tutto contraria al senso e alla pratica della prima prova da almeno 40 anni.
Il colloquio d’esame non inizia più dall’argomento disciplinare o pluridisciplinare (la "tesina") scelto dallo studente. Che giudizio esprime su questo cambiamento?
► L’impianto complessivo dell'esame non viene per questo motivo strutturalmente modificato rispetto al passato
►La centralità dello studente e della sua storia scolastica è già garantita dal peso del credito
►La centralità dello studente è garantita da sempre dall’impostazione del colloquio data dalla Commissione
►Si è preso atto che l’incipit attuale (la "tesina") non era poi collegato al resto del colloquio
Francamente non capiamo la ratio delle risposte proposte; non resta che attestare che
►Si è preso atto che l’incipit attuale (la "tesina") non era poi collegato al resto del colloquio.
Anche questa scelta, del resto, esprime la conferma delle troppe occasioni perdute in questi vent'anno dalla scuola, che non ha saputo o voluto realizzare le positive novità dei cambiamenti del 2000: la tipologia B) della prima prova, la terza prova, la tesina, che ora vengono cassate e sostituite da procedure anteriori agli anni Ottanta, tra demagogia e nostalgia, due atteggiamenti assai coerenti con l'anima bifronte del governo attuale, anche se i provvedimenti in discussione sono stati presi dal precedente, con una lungimirante scelta di preveggenza istituzionale o come conferma di una sostanziale continuità ormai pluriventennale nel malgoverno del sistema scolastico.
E così proviamo a rispondere anche all'ultima domanda.
Se lei potesse suggerire un aspetto da modificare negli esami di Stato, quale punto vorrebbe rivedere?
(Risposta aperta max 400 caratteri)
Anziché ostinarsi a cambiare la scuola a partire dalle prove d'esame, dalle prove Invalsi, dai voti, dalle rubriche di valutazione o dai modelli di certificazione continuando ad agire come i gamberi, bisognerebbe rinunciare all'idea di cambiare la scuola per Decreto, come avviene ormai da troppo tempo, e impegnarsi davvero nella direzione del miglioramento e della qualificazione della professionalità docente e delle condizioni di lavoro nel sistema scolastico!
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