A leggere le sette proposte della prima prova dell’esame di Stato 2025 si rileva il tentativo di far emergere le competenze di scrittura – e quindi di riflessione, conoscenza di sé in relazione al presente e al passato, alla propria generazione, all’analisi critica del reale attraverso la letteratura, la storia, lo sviluppo tecnologico, le forme di comunicazione, la complessità del reale, piuttosto che le mere conoscenze. La riforma più recente che ha riguardato la prima prova dell'Esame di Stato è stata introdotta con legge del 2018, ma è stata applicata per la prima volta nell'esame di maturità del 2019. La commissione incaricata di rivedere il canone della “prova regina” dell’Esame, perché uguale per tutti i percorsi di studio secondari, era presieduta da Luca Serianni. Con una pausa dovuta al lockdown che aveva costretto a rivedere le prove d’esame nel 2020, si può dire che la sperimentazione della prima prova compie sei anni. Il Ministro ha già annunciato grandi cambiamenti per il prossimo anno. Vedremo. Del resto le riforme nella scuola italiana si fanno spesso “ a valle” nella speranza che orientino nella didattica e nella revisione dei curricoli dai quali dovrebbero maturare le competenze necessarie ad affrontare non tanto e non solo le prove d’esame ma soprattutto…la vita. In questo senso la didattica della scrittura è una palestra formidabile per le competenze di cittadinanza. È un diritto imparare a scrivere e argomentare e la prima prova dell’esame di Stato è la messa in atto di questo esercizio del diritto ad esprimere la propria opinione. Per noi insegnati di lettere dovrebbe essere un imperativo categorico investire tempo e risorse nella didattica della scrittura per consegnare a studenti e studentesse il potere della parola scritta che dà forma al pensiero, per citare Hegel. Ma non sempre è così: l’immarcescibile retaggio gentiliano della nostra scuola grava sulle ore di italiano che in ogni triennio della scuola secondaria di secondo grado vede ancora la didattica della letteratura fagocitare quasi tutte le ore a disposizione. Per questo, mentre scrivo, immagino l’ansia e forse la delusione che alcuni avranno provato alla lettura delle proposte di tipologia A (analisi di un testo letterario): Pasolini e Tomasi di Lampedusa non rientravano nei "tototraccia" della vigilia. Eppure…
A leggere la seconda parte delle due proposte, quella dedicata all’ interpretazione e all’approfondimento, molte e molti potrebbero trovare queste proposte interessanti.
Nella proposta A1 ci si confronta con una poesia poco nota di Pasolini, l’Appendice I dalla raccolta “Dal diario (1943-1944)”. La consegna richiede di confrontare il testo con la produzione poetica di Pasolini (quindi escluderebbe la produzione in prosa e saggistica) o di altri autori o altre forme d’arte sul tema del trascorrere del tempo e della relazione con la natura. Decisamente un tema che attraversa molte forme artistiche di ieri e di oggi.
Meno efficace, a mio giudizio, la proposta della seconda parte della A2. Il brano proposto è tratto da Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: l’arrivo di Angelica e Don Calogero Sedara al cospetto del Principe di Salina per il fidanzamento con Tancredi, nipote amatissimo nonché spiantato del Gattopardo. Brano consono, secondo i funzionari del Ministero, a comprendere i “contraddittori rapporti tra aristocrazia e borghesia e le inquietudini profonde che vengono a determinarsi nei periodi di cambiamenti politici”.
La consegna pur interessante fa esplicito riferimento ad un’interpretazione puntuale del brano. Senza le opportune conoscenze dell’opera e del periodo storico, il declino dei Borbone e l’ascesa della borghesia nel neonato Regno d’Italia, temo si sia trattata di una richiesta ardua da accontentare.
Si poteva anche in questo caso, come nel primo, chiedere un confronto almeno con altre opere letterarie, considerato che molti autori veristi, pensiamo a De Roberto e al suo capolavoro I viceré, ben si sarebbero prestati all’uopo e avrebbero dato modo di evidenziare le competenze oltre che conoscenze letterarie dei candidati e delle candidate.
Siamo così alle tre proposte della tipologia B: la tipologia introdotta dalla riforma “Serianni” e che ha sostituito la scrittura argomentata del saggio breve o articolo di giornale e il tema di storia. È tra le tre la tipologia più vincolata e che prevede competenze di comprensione e produzione di un testo argomentativo. Una delle tre proposte deve essere di ambito storico.
Personalmente la ritengo la tipologia più adatta a valutare il successo formativo non solo dei candidati ma anche della scuola democratica. Come diceva Tullio De Mauro nel 1977: “una menomazione delle capacità verbali nella fase critica della (…) maturazione significa, per un individuo, un deficit di tutte le sue capacità di successiva acquisizione culturale e di ulteriore partecipazione ai processi sociali più complessi"[1]. Un viatico ancora attuale che dovrebbe improntare tutta la nostra azione didattica.
Non sempre le richieste formulate nelle tracce della prima prova sono andate in questo senso, in passato. Spesso i testi proposti non avevano una caratura argomentativa tale da consentire un confronto, anche critico con il testo proposto. A volte i testi proposti appartenevano alla tipologia dei testi espositivi e inducevano gli studenti a fare il classico “sfoggio di erudizione” (un esempio per tutti la traccia dell’esame di Stato 2022 con un estratto dalla biografia della senatrice Liliana Segre “La sola colpa di essere nati”, scritta a quattro mani con Gherardo Colombo: difficile argomentare qualcosa di personale su questo tema) o le domande di comprensione rivelavano una sfiducia nei confronti delle loro capacità di comprensione del testo (forse che i funzionari ministeriali siano spaventati dai risultati delle prove Invalsi?), proponendo domande di una banalità sconcertante.
Le proposte di quest’anno sono varie e interessanti.
La B1, di argomento storico, chiede ai candidati di argomentare sul brano tratto del testo del 2005 a firma di Piers Brendon: “Gli anni Trenta. Il decennio che sconvolse il mondo” che riguarda il New Deal e soprattutto il mezzo e lo modalità comunicativa scelta da Roosevelt per annunciarlo e rendere i cittadini statunitensi parte del “Nuovo corso”.
In questo caso sia le richieste della parte di comprensione che quella di produzione potrebbero consentire un’analisi attenta e approfondita del brano proposto (“In che modo il Presidente statunitense riuscì a infondere nel popolo americano la speranza di superare la crisi economica”, ad esempio) e una scrittura realmente argomentata: “Sulla base degli spunti di riflessione offerti dal brano proposto, dalle tue letture, informazioni e conoscenze, facendo riferimento alle tue opinioni personali, elabora un testo centrato sul rapporto tra i leader politici e i cittadini attraverso i mezzi di comunicazione di massa attuali”. È una proposta che consente di mettere in gioco le conoscenze storiche pregresse per esempio, l’uso della propaganda durante i Totalitarismi del passato e confrontarle con la gestione del consenso di un leader democratico come Roosvelt ma anche confrontare passato e presente come dovrebbe essere sempre per una prova di ambito storico.
Nella tipologia B2 il rischio di un testo con poco mordente e piuttosto retorico e paternalistico è alto. La proposta verte su un articolo del Dicembre 2024 a firma di Riccardo Maccioni dedicato alla parola dell’anno 2024 scelta dall’istituto enciclopedico italiano: Rispetto.
Le domande di comprensione confermano il rischio di far cadere candidati e candidate nello stucchevole e nel banale e nel tagliaeincolla dal testo:
Semplicemente non sono domande di comprensione e non invitano alla riformulazione del testo.
La tipologia B3 riguarda un testo di riflessione del filosofo Telmo Pievani sulla tecnosfera nell’era dell’Antropocene.
Non tutte le domande di comprensione sono calibrate rispetto al testo: quella che chiede di fare esempi di “tecnosfera materiale” tratti dal testo potrebbe indurre alla semplificazione e al copia/incolla dal testo di partenza. Nella produzione la richiesta di proporre soluzioni al problema dell’impatto ambientale ed economico della produzione e del consumo costante di oggetti è impegnativa e proprio per questo potrebbe risultare una proposta sfidante.
Arriviamo così alle due proposte di Tipologia C: un classico della scrittura scolastica, il Testo espositivo-argomentativo su tematiche di attualità, alias “il Tema”.
È in genere la tipologia che viene scelta più di frequente, un po’ la spiaggia per i naufraghi della scrittura. A conferma di quanto si diceva all’inizio: ancora per molti docenti la didattica della scrittura non è un impegno preciso e il classico tema scolastico non richiede un lavoro di preparazione preciso: si è sempre fatto quindi quasi per osmosi, presupponendo che chiunque possa scrivere un tema. Niente di più sbagliato. Il tema è tra le tre la tipologia più scivolosa: non ha un destinatario preciso (è una sorta di colloquio ad “alta voce” con se stessi) per sua natura ha meno vincoli rispetto alle altre due tipologie e per questo può portare a pericolosi fuoripista o “fuoritema”, per l’appunto.
In ogni caso le proposte di quest’anno evitano questo rischio, a me pare,:
Per la C1 il testo tratto da Paolo Borsellino, I giovani, la mia speranza, in Epoca, 14 ottobre 1992, pp. 125-126. Si chiede di riflettere sul pensiero di Paolo Borsellino come studente e come cittadino, soffermandosi sul valore che esso può assumere per le nuove generazioni.
La traccia è stringente: se non si è mai incrociata la figura di questo magistrato, non credo si potrà agevolmente imbastire qualcosa di sensato sull’argomento.
Infine la C2: anche in questo caso la proposta mi pare adeguata alla tipologia ma più a rischio dell’altra di andare fuori dal seminato in quanto, partendo da un estratto di Anna Meldolesi e Chiara Lalli, pubblicato su “7-Sette”, il 13 dicembre 2024 chiede di riflettere, a partire dai contenuti del testo, sulla caratteristica del linguaggio dei social, l’indignazione. Lo chiede a partire dal testo ma traendo spunto da esperienze personali, conoscenze e letture.
Dal testo di partenza a sconfinare in discettazioni erranti e poco centrate sull’hate-speech e quindi, se vogliamo su bullismo e cyberbullismo il passo potrebbe essere molto, troppo breve.
In ogni caso una prima prova poco scontata e variegata: promossa con qualche (poche) riserve.