In questi due articoli Marilena Rossetti e Claudia Dogliani, dopo essersi interrogate sulla effettiva prescrittività del "Documento" e sulla sua tempistica inadeguato, lo trattano per quello che dovrebbe essere: un contributo alla riflessione sulla didattica della scrittura, attendibile o opinabile come ogni altro, e quindi sottoposto alla dialettica della confutazione teorica e metodologica o, come sarebbe opportuno, alla verifica sperimentale, ma senza nessuna patente di autorità ministeriale, che non compete al confronto culturale, a meno che ci si sia inoltrati nelle complesse radure della didattica ministeriale... Territori da cui saremmo ben lieti di essere affrancati, tanto più di questi tempi...
I due contributi sono tanto più interessanti poiché provengono da due colleghe di ordini di scuola diversi: la scuola secondaria di II grado, il primo, e di I grado il secondo.
Introduzione È evidente che nel “Documento di orientamento per la redazione della prova d’italiano nell’Esame di Stato conclusivo del primo ciclo” si adotta una modalità comunicativa “amichevole”, ma questo non permette di comprendere quanto siano prescrittive le indicazioni contenute nel documento stesso: i docenti saranno liberi di seguirle o di ignorarle? Tipologia A – il testo narrativo/descrittivo La dichiarata, e apprezzabile, necessità di proporre nella pratica didattica “testi di natura e destinazione diverse” viene contraddetta dallo spazio predominante lasciato alla presenza pervasiva di indicazioni di lavoro su testi letterari. In questa sezione si rimanda infatti quasi esclusivamente a prodotti letterari, anzi a un preciso modello di testo letterario (quello in cui narrazione e descrizione stanno in un “rapporto di reciprocità”), con un accenno finale ad altri ambiti (materie di studio, quotidiano) per il recupero di materiali di lavoro. La sezione sul testo descrittivo suscita almeno tre perplessità. In primo luogo un testo descrittivo va distinto dal testo espositivo (di cui, ritengo, il riassunto è esempio principe): se posso descrivere un luogo, un oggetto, una persona in modo vario, il testo espositivo si incentra su situazioni e categorie considerati in modo oggettivo. Anche l’uso del termine “funzione” andrebbe disambiguato, in quanto viene impiegato come sinonimo di “scopo”, mentre sarebbe più corretto impiegarlo per indicare la modalità organizzativa delle informazioni in un testo anziché le finalità del medesimo. Non si capisce infine perché l’acquisizione di un “lessico preciso, aderente a ciò che si vuole rappresentare” sia da collegarsi principalmente al testo descrittivo, “puntando sulle competenze grammaticali e lessicali”: da un lato la riflessione sull’uso dei tempi e delle forme verbali è fondamentale per il testo narrativo, mentre l’impiego dei connettivi logici sta alla base della costruzione di un testo ben argomentato; dall’altro l’impiego del linguaggio figurato (previsto pure dal documento per rendere “più ricca” la descrizione) ammette ampi scarti in una descrizione a carattere connotativo e/o fantastico. Tipologia B – il testo argomentativo In relazione a questa tipologia, che si colloca nei contesti comunicativi più differenziati, comporta spesso l’intreccio con altre tipologie testuali (dalla narrazione alla descrizione all’esposizione) e richiede una capacità previsionale/progettuale complessa, il documento passa dal piano del suggerimento a quello più esplicitamente prescrittivo. Si legge infatti “il testo dovrà essere costruito”, “il lessico dovrà essere appropriato e lo sviluppo rigoroso e coerente” ma non sono fornite indicazioni sugli strumenti linguistici specifici da affinare per la produzione, né si fa riferimento a come i ragazzi possano identificare e riprodurre i procedimenti propri dell’argomentare: forse esercitandosi nella lettura analitica di “testi esemplari”, in genere difficili da reperire? Tipologia C – comprensione e sintesi di testo letterario/divulgativo/scientifico, anche attraverso richieste di riformulazione Le relazioni fra le operazioni di lettura e scrittura compaiono in accenno o sullo sfondo in tutto il documento, ma andrebbero meglio definite in questa sezione, in cui la riscrittura in forma di parafrasi o di riassunto sembra essere la “garanzia” di comprensione di un testo di partenza. In breve: il documento sembra il prodotto di apporti diversi non sempre coerenti tra di loro; sembra tener conto più di convincimenti personali/modelli testuali standardizzati/prove disponibili che di riferimenti teorici aggiornati; prescinde dai bisogni comunicativi dei ragazzi in età preadolescenziale; non fornisce ai docenti indicazioni significative per la definizione di un percorso di educazione linguistica efficace. Marilena Rossetti - Pordenone - docente in pensione |
Premetto innanzitutto che non trovo né corretto né costruttivo che le indicazioni relative all’esame che i nostri allievi di terza dovranno affrontare a giugno prossimo siano arrivate in parte ad ottobre ed in parte alla fine del primo quadrimestre. L’esame di stato è detto “conclusivo” proprio perché conclude un triennio. Non si possono cambiare “le regole” quando si è in dirittura di arrivo! Ho letto gli esempi relativi alle differenti tipologie di prove. Ho provato ad appuntare alcune osservazioni. A scuola, abbiamo già fissato una riunione del Dipartimento di Lettere (giovedì prossimo) per leggere insieme i testi ministeriali relativi all’esame e per discuterne insieme. Un ulteriore problema su cui dovremo confrontarci é la valutazione di prove così diverse, che implicano la costruzione di differenti rubriche valutative. Comunque prima di tutto cercheremo di capire quanto margine di autonomia avremo nello strutturare le prove (punto 1 della Premessa del “Documento di orientamento…”). Tipologia A: Il testo narrativo e descrittivo 1.1.Il testo narrativo Gli esempi riportati sono solamente relativi alla tipologia testuale del racconto, mentre io ritengo importante che continuino ad esservi tracce di tipo narrativo legate alla tipologia testuale del diario e della lettera . Il diario permette di fare emergere sentimenti, emozioni e riflessioni dando all’allievo la possibilità di riflettere sulle proprie esperienze o di immedesimarsi in altre persone, creando empatia con “l’altro”. La lettera è una tipologia testuale che occorre che gli allievi conoscano in quanto utile nella comunicazione quotidiana. Dalla prova scritta di italiano è stata inoltre eliminata la traccia relativa alla relazione, tipologia testuale che secondo me è molto importante che i ragazzi sappiano padroneggiare sia per il percorso scolastico che effettueranno nelle scuole superiori (dove spesso si richiede di scrivere la relazione di un esperimento scientifico svolto in laboratorio), sia perché utile nella loro vita futura. Esempio 1 Esempio Esempio 3 1.1.Il testo descrittivo Non credo utile effettuare una prova relativa unicamente al testo descrittivo. Sul testo descrittivo (sia di tipo oggettivo che di tipo soggettivo) in classe si lavora a lungo, ma al fine di utilizzarlo all’interno di testi di differente tipo (narrativo, espositivo, argomentativo), non in quanto testo a sé. Esempio 1 Esempio 2 Esempio 3 Tipologia B: testo argomentativo In terza media gli allievi imparano a scrivere testi argomentativi di tipo assertivo e confutativo costruendoli secondo le procedure tipiche del testo argomentativo. Esempio n. 1 Tipologia C: comprensione di un testo letterario, divulgativo, scientifico, anche attraverso richieste di riformulazione Si parla di riscrittura intesa come parafrasi o riassunto (si specifica a proposito che vi è una riscrittura riassuntiva per riduzione, una plurima, una con selezione delle informazioni). Nella parte teorica non sono previsti altri tipi di riscrittura, ma nell’Esempio 3.1 “Comprensione e sintesi” vi è la “riscrittura da un diverso punto di vista”. Prova strutturata in più parti, riferibili alle categorie A), B) e C) L’Esempio, che prevede una batteria di domande a risposta chiusa (vero/falso) mi sembra una prova ancor più complessa della precedente: unisce una prova sul modello Invalsi alla richiesta di scrivere un riassunto, di immaginare un titolo, di descrivere un animale mai visto prima, di scrivere un breve racconto (“racconta che cosa fa l’animale quando ti vede”) e di esprimere le emozioni vissute durante l’incontro. Claudia Dogliani- Torino - in attività |