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29/10/2013

La "Costituzione" vissuta da "dentro"

a cura di insegnare

Quest’anno la sezione “scuola media” del Concorso “A scuola di Costituzione” è stata vinta da un lavoro elaborato da un gruppo di ragazzi che frequentano la scuola all'interno del carcere minorile di Torino.
Il dirigente scolastico così illustra il senso del lavoro compiuto: “Il progetto è stato inserito nel percorso didattico di educazione alla cittadinanza ed è teso a trasmettere una serie di valori per  stimolare i ragazzi a intraprendere un cammino di educazione alla legalità che li sproni  a essere responsabili e a comprendere, attraverso lo studio della Costituzione, il nesso tra diritti e doveri così da sviluppare in loro quella coscienza critica che li renderà in futuro  parte integrante della società in cui vivono.”

La maggior parte dei ragazzi coinvolti sono di origine straniera. Il prodotto finale del loro lavoro è stato realizzato come inserto speciale del periodico “Albatros”, che da qualche tempo viene attuato all’interno dell’istituto penale. La pubblicazione ha il suggestivo titolo di: “Costituzione dentro”.

Oltre alla produzione discorsiva e grafica elaborata a resoconto e commento del loro lavoro sulla Costituzione, i ragazzi, impegnati anche in un “Laboratorio pre-professionale” di ceramica, hanno realizzato una interessante scultura su progetto di uno di loro, con lo scopo di socializzare e comunicare ad altri le emozioni e i contenuti del loro lavoro.

La scultura rappresenta catene spezzate.. “Siamo ragazzi che nella loro giovane vita hanno già conosciuto il peso di molte catene. Abbiamo conosciuto la povertà, la disuguaglianza, la discriminazione. Abbiamo cercato lavoro e non l’abbiamo trovato. Alcuni di noi, in cerca di una nuova vita, hanno lasciato famiglia, affetti, paesi d’origine.”  Così scrivono i ragazzi nella presentazione del loro lavoro.

La lettura che questi ragazzi hanno fatto degli articoli della Costituzione, in particolare dell’art. 3 e dell’art. 27, testimonia con forza il senso originario del progetto giunto ormai al decimo anno: parlare dei principi costituzionali dall’interno della propria vita e delle proprie esperienze, anche e soprattutto quando amare e difficili.
Uno dei ragazzi, Bader, riassume e commenta l’incontro con il Giudice del Tribunale dei minori che con loro ha letto e commentato alcuni articoli della Costituzione. E conclude cosi:
“Dopo questo incontro alcuni di noi sicuramente hanno iniziato a riflettere sulle parole del giudice. L’intenzione di cambiare ce l’abbiamo quasi tutti, ma per riuscirci bisogna essere molto forti e bisogna superare l’orgoglio. Quando uno come noi prova a cambiare strada deve poi fare i conti con la “strada” vera e propria e questo non è affatto facile.”

E allora se il progetto educativo reca sempre in sé la speranza e la matrice del cambiamento, i ragazzi della sezione interna al carcere minorile dell’Istituto comprensivo di Via Sidoli sanno di dover affrontare un duplice cambiamento, nel loro percorso di crescita, che li rimetta in pari con la vita e con le norme della convivenza civile.
E ne esprimono una filosofia che ci piace leggere come ispirata alla responsabilità individuale, più che al merito, cosa che farebbe bene anche a molti di quelli che guardano alla Costituzione solo da “fuori”. E magari non vedono l'ora di cambiarla...

Così scrive Emanuele: “Il cambiamento deve partire da noi stessi, solo da noi, perché siamo noi i padroni e i giudici di noi stessi e di tutto ciò che viviamo e facciamo. Noi siamo il riflesso e lo specchio delle nostre azioni, dei nostri agìti, l'ho sempre saputo ma forse non mi ci sono mai soffermato seriamente. Io non posso essere rieducato, posso essere sostenuto e indirizzato ed è esattamente ciò che sta accadendo adesso, e sono veramente grato alle persone che in questo periodo della mia vita mi stanno intorno e credono in me.”


Il servizio del Tg3 regionale sulla premiazione

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