Leggo, oggi 21 giugno, primo giorno d’estate come avvertono ghiaccioli colorati e sgocciolanti sulla pagina ricerca di Google, che cento intellettuali hanno firmato una lettera aperta al Consiglio europeo. Quasi un: “Ops, scusate”, da in fondo alla sala.
E tuttavia, ho pensato: era ora.
Si parla di “Grexit” da mesi e domani i capi di stato si incontreranno per decidere il destino della Grecia - ma non solo, forse quello stesso dell'Unione - e tutti ce ne stiamo zitti come quando arriva una ondata di gelo prevista dai bollettini meteorologici.
Non è un problema che ci riguarda: non siamo greci.
Siamo colpiti, invece, dalle ondate migratorie; assistiamo increduli a questa grandinata annunciata anch'essa da tempo.
Siccome in questo caso il problema ci riguarda, allora siamo percorsi da fremiti. Prima di tutto contro gli immigrati, come fossero pezzenti maleducati (e ovviamente pericolosi) decisi a venire a prender il sole sulle spiagge di noi ricchi, al più, poi, mugugniamo contro l'Europa che non ci protegge abbastanza.
Noi cittadini adulti europei - magari anche di sinistra - oscilliamo così, abulici tra l'indifferenza e il mugugno scrutando l'orizzonte, in attesa.
Noi adulti e magari anche insegnanti.
Ma che esempio diamo ai nostri ragazzi? Che esempio di cittadinanza siamo per un quattordicenne, un quindicenne, un sedicenne, ecc.?
Stanno distruggendo il loro futuro, peggio, stanno preparando per loro un futuro da incubo con muri e miseria, e noi mugugniamo.
Come potranno prenderci sul serio a scuola, in casa, quando parleremo loro di volerli educare ad essere cittadini consapevoli e responsabili, qui come in Francia, in Germania, e in qualsiasi altro paese d'Europa?
Con quale autorevolezza potremo parlare loro di Storia e di autoritarismo? Non si sono forse affermate tali concezioni dello Stato soffiando sul fuoco del mugugno di chi è stato attento solo ai propri minimi interessi?
Se fossimo educatori (genitori, insegnanti, adulti) seri saremmo in piazza - qui come a Berlino, Stoccolma, Londra, Parigi - a gridare: NO.
No ad un Europa con il portafogli al posto dell'anima.
Non per noi, ma per loro; da cittadini attivi perché vigili sul futuro delle nuove generazioni.