L'acronimo ECRI indica "European Commission against Racism and Intolerance" e designa un organo istituito nel 1993 per monitorare la situazione dei paesi dell'Unione Europea in merito alle questioni della discriminazione e dell'esercizio dei diritti.
E' composto da 46 esperti indipendenti (uno per ogni paese), e prende in esame dati e informazioni pubbliche, leggi e regolamenti nazionali, regionali, comunali; effettua, inoltre, sopralluoghi nei territori e incontri definiti "confidenziali" con i governi in carica.
La commissione pubblica ogni cinque anni un rapporto a cui ciascun paese può aggiungere le sue osservazioni.
Il rapporto ECRI sull'Italia è pubblicato il 22 Ottobre del 2024, ed è diviso in tre parti. La prima parte evidenzia quanto è stato fatto negli ultimi cinque anni per garantire equità, inclusione e integrazione alle categorie che sono oggetto di comportamenti discriminatori: migranti, ROM, persone LGBTQ+; la seconda espone, invece, quanto siano attivi ed evidenti quei comportamenti; la terza suggerisce e raccomanda alcune iniziative normative e educative per colmare questi "vuoti di diritti"
Giacchè le questioni connesse con le discriminazioni effettive, ad ogni livello, hanno molto a che fare con la cultura che una popolazione esprime, larga parte di questo rapporto è dedicato al sistema d'istruzione, analizzato secondo un duplice punto di vista: in quanto "diritto", è analizzato l'accesso effettivo all'istruzione da parte di minori appartenenti a gruppi marginalizzati, in quanto luogo e tempo di sviluppo della persona, è al centro dell'attenzione per quanto si potrebbe ancora realizzare, anche attraverso le discipline ordinarie, per far evolvere gli atteggiamenti diffusi verso stili realmente inclusivi.